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Rilanciare il sogno di un’Europa unita come fece Gaetano Martino

Di Marco Cruciani

“In un momento molto delicato, dimostrando capacità politiche e grande visione, Martino ha avuto un ruolo chiave nel rilanciare il sogno di un’Europa unita”. Queste le parole del presidente della Fondazione Einaudi, Giuseppe Benedetto, in occasione del settantesimo anniversario della Conferenza di Messina, che pose le basi per i Trattati di Roma del 1957, istitutivi della Comunità economica europea (Cee), iniziativa di Gaetano Martino, all’epoca ministro degli Esteri italiano. Il dibattito al Parlamento europeo in Italia

Nel giorno del settantesimo anniversario della Conferenza di Messina, che pose le basi per i Trattati di Roma del 1957, istitutivi della Comunità economica europea (Cee), la Fondazione Luigi Einaudi ha scelto di celebrare la storica iniziativa e il suo illuminato ispiratore politico, Gaetano Martino, all’epoca ministro degli Esteri italiano, nella sede in Italia del Parlamento europeo. “In un momento molto delicato, dimostrando capacità politiche e grande visione, Martino ha avuto un ruolo chiave nel rilanciare il sogno di un’Europa unita”, ha detto il presidente della Fondazione Einaudi, Giuseppe Benedetto. “In occasione della conferenza di Messina, facendo leva sugli interessi economici comuni degli stati membri, riavviò un percorso unitario messo pesantemente a dura prova nell’agosto dell’anno prima dal fallimento del progetto per una difesa comune, bocciato dal Parlamento francese”.

All’incontro hanno partecipato anche il segretario generale della Fondazione Luigi Einaudi, Andrea Cangini, il professor Marcello Saija, già Ordinario di Storia delle Istituzioni politiche presso l’Università di Palermo, e il direttore del Parlamento europeo in Italia, Carlo Corazza. Mentre in platea, sedevano gli alunni dell’Istituto Galilelo Galilei di Roma.

Durante l’evento, Benedetto ha presentato il paper “L’Europa tra difesa possibile e sogno necessario”, elaborato dalla Fondazione Einaudi con il contributo scientifico dei professori Emanuela Pistoia e Francesco Celentano. “Oggi abbiamo bisogno di trasformare l’Europa in uno Stato federale e di riformare le Istituzioni europee”, ha sottolineato. “Serve un Parlamento effettivamente in grado di legiferare, con rappresentanti eletti attraverso una sola legge elettorale, non 27 diverse, così da consentire ai cittadini di capire per chi e per cosa votano. Abolire poi il Consiglio europeo, luogo nel quale si esercita il diritto di veto, e far sì che la Commissione divenga il vero governo dell’Ue”.

Ma il tema centrale attorno al quale ancora oggi ruota il futuro dell’Europa è quello relativo alla costruzione di una difesa comune. Per molti, il solo modo per dare un’anima politica all’Unione. “Il progetto è ancora oggi ostaggio dell’unanimità e dei veti nazionali”, ha spiegato Benedetto. “Per superare l’impasse, la proposta che promuoviamo nel nostro documento è quella di procedere per mezzo dei Trattati a margine: accordi politici intergovernativi tra Stati volenterosi, che vedano protagonisti auspicabilmente i paesi fondatori, per avviare una cooperazione rafforzata in materia di difesa. Sul modello del Fiscal Compact o dell’Euro”.

Sull’argomento, il segretario generale della Fondazione Einaudi, Andrea Cangini, è certo: “Come la sicurezza individuale è stata la molla che ha dato vita allo Stato moderno, la sicurezza nazionale sarà la spinta che, attraverso una difesa comune, darà vita all’Europa federale”.


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