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L’ossessione dell’io per la conquista del mondo è una malattia dell’anima. L’intervento di Pallavicini

Di Yahya Pallavicini

Pubblichiamo l’intervento dell’Imam Yahya Pallavicini a Palazzo Montecitorio nella sessione plenaria della conferenza internazionale dell’IPU Unione Inter-Parlamentare sul tema del Dialogo Interreligioso contro l’odio e la polarizzazione. Un confronto tra autorità religiose e governanti da 68 parlamenti del mondo

L’aula di Palazzo Montecitorio ha ospitato la seconda conferenza parlamentare sul Dialogo Interreligioso organizzata dall’Unione Inter-Parlamentare Ipu. Presenti circa 600 partecipanti, 68 delegazioni di Parlamentari da tutto il mondo, dall’Algeria allo Zimbabwe, oltre a rappresentanze del Parlamento Arabo, del Parlamento Europeo (la Presidente Metsola ha delegato la vicepresidente Sberna) e delle Nazioni Unite, esperti del mondo Accademico e autorità religiose. Il presidente della Camera dei deputati Lorenzo Fontana e il presidente del Senato della Repubblica Ignazio La Russa hanno aperto i lavori accogliendo la presidente dell’Ipu Tulia Ackson che si è alternata con i presidenti delle sessioni plenarie e del dibattito parlamentare, il senatore Pier Ferdinando Casini e l’onorevole deputato Maurizio Lupi, rispettivamente presidente e vice presidente di Ipu per l’Italia.

La Conferenza Internazionale Ipu sul Dialogo Interreligioso segue quella precedente di Marrakesh nel 2023 ed è stata inserita tra gli eventi del Giubileo della Speranza, nel quadro del Giubileo dei Governanti. Mons. Rino Fisichella ha aperto le relazioni delle autorità religiose e relazionato Papa Leone XIV durante l’udienza in Vaticano alla presenza della presidente del Consiglio Giorgia Meloni e del sottosegretario Alfredo Mantovano. Presenti i rappresentanti dell’ebraismo ortodosso e riformato, del cristianesimo ortodosso, copto, cattolico e protestante, dell’islam sunnita e sciita, religiosi indù, buddhisti, sikh, bahai.

La prima sessione plenaria ha affrontato il tema della prevenzione dell’odio, della polarizzazione politica e dell’abuso violento della religione. Tra i relatori, il cardinale Koovakad, prefetto del dicastero per il dialogo interreligioso, il parlamentare dagli Emirati Arabi Uniti Ali Rashid Al Nuaimi, il rabbino David Rosen da Gerusalemme, l’arcivescovo cristiano copto Angaelos e l’imam Yahya Pallavicini invitato come presidente Eulema, il Consiglio Europeo dei Leader Musulmani. Pubblichiamo di seguito l’intervento dell’imam Yahya Pallavicini.

Ho l’onore di intervenire come guida spirituale musulmana e cittadino italiano in questa storica sede Istituzionale del Parlamento italiano. Desidero ringraziare l’Unione Inter-Parlamentare Ipu, il presidente Casini e il presidente Lupi per il gentile invito che mi permette di interpretare questa testimonianza con l’emozione di una realizzazione simbolica di riconoscimento per l’Islam italiano. Ci viene chiesto di ispirare il rapporto tra le guide religiose e i membri del Parlamento nella nostra comune lotta all’odio e alla polarizzazione. Le guide religiose devono essere interpreti autorevoli e affidabili della scienza della profezia, devono essere profetici! Non mi permetto di dire cosa devono fare i politici ma posso almeno dire cosa i politici non devono essere: i politici non devono fare i messianici! I politici e i membri di ogni Parlamento nel mondo devono smettere di comportarsi come falsi messia, con l’arroganza e l’illusione di distruggere o salvare il mondo, tradendo la loro funzione principale di servizio a sostegno del proprio popolo e dei relativi beni nella specifica giurisdizione terrena che devono amministrare, proteggere e sviluppare.

Ai religiosi come cittadini spetta il compito di interpretare con saggezza soprattutto i doveri e i diritti della cittadinanza, sensibilizzando persino con una critica costruttiva i politici nelle loro funzioni di governo ma senza mai interpretare questa dialettica con una confusione di poteri, una complicità di interessi, una indifferenza o alienazione sociale, un giustizialismo che vuole sovvertire il sistema e cambiare il mondo magari tramite una ideologia di puritanesimo ultraortodosso e di suprematismo confessionale.

I maestri ci insegnano che le religioni sono vie di salvezza, purificazione e illuminazione dove i profeti guidano la vita da un ciclo del mondo ad un altro. L’ossessione dell’io per la conquista del mondo è una malattia dell’anima e una megalomania della mente. Chiunque ne venga corrotto ha perduto il senso sacro della religione e la guida della profezia e rischia di essere un pessimo religioso, un pessimo cittadino e un pessimo politico. Il paradosso a cui assistiamo da decenni nella decadenza e nella degenerazione del rapporto tra religiosi e politici è l’inversione delle identità di religione e politica dove alcuni religiosi fanno politica, senza autentica religione, e alcuni politici fanno i religiosi, senza autentica religione.

Non c’è più vera religione (e neppure reale politica!), soprattutto tra alcuni estremisti religiosi e altri estremisti politici che hanno manipolato entrambi i termini (e il senso reale della grammatica delle rispettive identità e azioni). Così, alcuni falsi messia della religione e della politica si proclamano e si impongono come salvatori, purificatori, castigatori di questo intero mondo e di tutta l’umanità traducendo la loro megalomania con una speculazione mediatica o una ribellione anarchica alla decadenza e all’ingiustizia. Si trasforma l’analisi del male in alibi o ideologia dell’orrore “assolutamente necessario” e si diffonde una propaganda di una mentalità perversa e irreversibilmente chiusa alla luce della fede per la Verità dei Profeti del monoteismo.
Di questa luce devono essere umili e intelligenti interpreti i maestri delle religioni per le loro rispettive comunità di riferimento nel mondo. Essere seguaci dei profeti per le guide religiose significa educare e accompagnare i religiosi alla lealtà per la natura di Dio e alla virtù della cittadinanza attiva come concorso allo sviluppo interiore ed esteriore delle responsabilità. Solo questa maturità verso Dio trasforma il credente in persona virtuosa mentre la tirannia è la maschera dei potenti privi di sensibilità e conoscenza dell’animo umano.

Il comandamento dell’Amore per Dio, per il prossimo e per il bene comune è stato d’ispirazione ad un documento di dialogo e collaborazione rispettosa tra musulmani e cristiani a cui ha fatto seguito, oltre un decennio dopo, il documento per la fratellanza preparato e presentato da Papa Francesco e il grande imam Ahmad al-Tayyeb. Convertirsi a questo amore per la conoscenza di Dio, rendendosi disponibili alla collaborazione fraterna, cercando insieme il servizio per un bene comune che si rinnova ogni istante è il migliore antidoto alla propaganda dell’odio e della polarizzazione. Questa onda oscura mistifica ciò che è bene e ciò che è male solo per dissuadere i religiosi dalla coerenza alla terza dimensione dello Spirito nell’essere umano che deve riscoprire e coltivare il mistero che rende ogni credente simile a Dio, senza concorrenze sleali, sfide infantili e tribali, provocazioni fratricide e strategie di guerre che non hanno proprio mai nulla di utile o di santo ma sono solo lo sfogo incontrollato di avarizia e avidità, orgoglio e vanità, per se stessi, e miseria per gli altri.


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