Nel nuovo scenario di sicurezza europeo, segnato dal conflitto in Ucraina e dalle crescenti tensioni geopolitiche, la capacità di muovere rapidamente forze militari attraverso il continente è diventata cruciale. L’iniziativa europea di military mobility rappresenta una risposta strategica a queste sfide, trasformando l’infrastruttura di trasporto in uno strumento di deterrenza e rafforzando il pilastro europeo della Nato. L’analisi del generale Ivan Caruso, consigliere militare della Sioi
L’Europa si trova di fronte a sfide di sicurezza senza precedenti dalla fine della Guerra Fredda. La guerra in Ucraina ha dimostrato brutalmente come la capacità di muovere rapidamente truppe e equipaggiamenti attraverso i confini nazionali sia diventata una necessità strategica vitale per la difesa del continente.
La nuova architettura delle minacce
Come evidenziato dal generale Christopher Cavoli, Comandante supremo alleato in Europa, la Russia ha ricostruito le sue forze militari più rapidamente del previsto, raggiungendo dimensioni superiori a quelle pre-conflitto nonostante le perdite in Ucraina. Con oltre 600mila soldati russi attualmente impegnati e una produzione industriale militare che supera quella europea e americana combinata, l’Europa deve urgentemente rafforzare le proprie capacità di risposta rapida.
La minaccia non è più teorica: la Russia conduce attivamente campagne di destabilizzazione attraverso cyber attacchi, sabotaggio e interferenze elettorali, mentre rafforza le alleanze strategiche con Cina, Corea del Nord e Iran. In questo contesto, la capacità di schierare rapidamente forze Nato attraverso l’Europa diventa cruciale per la credibilità della deterrenza.
Military mobility: più di trasporti, una strategia
L’iniziativa europea di military mobility non è semplicemente una questione logistica, ma rappresenta una trasformazione strategica fondamentale. Il nuovo Regolamento Ue 2025/675, adottato ad aprile, segna una svolta storica: per la prima volta, personale militare può viaggiare in carrozze certificate Ue direttamente collegate a treni merci che trasportano equipaggiamenti e munizioni, con un’unica autorizzazione europea.
Questa innovazione elimina il labirinto burocratico dei permessi nazionali frammentati che rallentavano i movimenti militari. Attualmente, trasferire un convoglio militare dalla Francia al centro di addestramento di Cincu in Romania richiede ancora 60 giorni. La standardizzazione europea può ridurre drasticamente questi tempi.
Investimenti strategici e dual-use
Il Connecting Europe Facility ha già stanziato 1,5 miliardi di euro per infrastrutture ferroviarie dual-use, includendo rinforzi di ponti per carri armati Nato, allargamenti di gallerie e hub intermodali. Il fondo europeo per la difesa ha allocato oltre 1 miliardo nel 2025, con 9 milioni dedicati al Sistema digitale sicuro per la mobilità militare (Sdmms).
Questa strategia dual-use presenta vantaggi significativi: rafforza l’infrastruttura per le crisi mantenendo operativo il traffico commerciale in tempo di pace. I corridoi prioritari identificati dall’UE collegano le principali basi militari con i confini orientali, sviluppando una rete infrastrutturale integrata per la difesa europea.
Il pilastro europeo nella Nato
La military mobility sta diventando il simbolo tangibile dell’assunzione di maggiori responsabilità europee nella Nato. I tre piani regionali approvati al vertice Nato di Vilnius 2023 definiscono requisiti di forza precisi, assegnando obiettivi specifici a ogni Alleato. Le nazioni europee stanno investendo a ritmi senza precedenti per soddisfare questi standard.
La ristrutturazione dei sistemi di comando e controllo Nato e la delega di autorità operative al Comandante supremo alleato in Europa consentono ora reazioni alla “speed of relevance”. Gli esempi recenti includono la protezione delle infrastrutture sottomarine nel Baltico e il dispiegamento della Forza di reazione alleata nei Balcani occidentali.
Sfide e prospettive future
Nonostante i progressi normativi, permangono sfide significative. Il Commissario Ue per la difesa Andrius Kubilius stima che servano 70 miliardi di euro per adattare completamente l’infrastruttura europea, mentre il budget Ue 2021-27 destina solo 1,69 miliardi attraverso il CEF.
Il rapporto Draghi sulla competitività europea sottolinea l’urgenza di mobilitare finanziamenti pubblici e privati. Il rapporto Niinistö evidenzia inoltre problemi persistenti: processi normativi lunghi, debolezze infrastrutturali e finanziamenti inadeguati.
Conclusioni
La military mobility rappresenta l’evoluzione pragmatica del concetto di sovranità europea in ambito difesa. Non sostituisce la deterrenza nucleare o le capacità d’attacco, ma crea le condizioni per renderle credibili attraverso la capacità di movimento rapido.
Mentre gli occhi rimangono fissati sulle linee del fronte ucraine, sono le linee ferroviarie europee che potrebbero determinare la velocità con cui l’Europa saprà rispondere alle sfide future. La military mobility non è solo un’iniziativa tecnica: è la spina dorsale della resilienza europea e il pilastro concreto su cui costruire un’Europa più forte all’interno dell’Alleanza atlantica.