Esecutivo “attivo e vigile” sul dossier, assicura il ministro Urso. Il futuro del gruppo della Bicocca appare sempre più intrecciato a dinamiche geopolitiche e industriali globali. Sullo sfondo, il ruolo della Cina e le regole del Golden Power
Sul dossier Pirelli, il governo italiano è “attivo e vigile nell’ambito di una procedura della Golden Power che è stata già realizzata”. A dirlo è Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, che stamattina, a margine di un evento a Fiumicino, ha risposto all’appello lanciato poco prima da Emanuele Orsini, presidente di Confindustria.
Le parole di Urso
“Il governo è stato in campo da subito secondo le regole europee e italiane che riguardano la procedura della Golden Power anche alla luce dei provvedimenti americani”, ha spiegato il ministro con riferimento all’avviso informale inviato a Pirelli dal dipartimento del Commercio degli Stati Uniti in cui si afferma che i produttori di automobili che integrano la tecnologia Cyber Tyre nei loro veicoli connessi potrebbero dover richiedere un’autorizzazione specifica per poter vendere tali auto nel Paese. Il parere del Bureau of Industry and Security, non rappresenta un divieto assoluto. Ma mette in evidenza le problematiche dello sviluppo del gruppo della Bicocca nel mercato statunitense. Su questo “stiamo molto attenti per le ricadute che possono avere su questa importante e significativa impresa multinazionale italiana, a cui garantiremo ovviamente come sempre il pieno sostegno”, ha dichiarato sempre Urso.
L’allarme di Orsini
“Pirelli è oggi in stallo”, aveva affermato Orsini. “Serve una risposta forte del Paese. Auspichiamo che il governo difenda Pirelli, un’eccellenza del nostro made in Italy”, aveva aggiunto a margine di un evento a Parma. “Senza una riduzione stabile della quota di Sinochem sotto il 25%, Pirelli”, ha proseguito, “non potrà crescere negli Usa, con gravi ricadute anche in Italia: molte nuove assunzioni e importanti investimenti sarebbero infatti a rischio”.
Cosa aveva detto Tajani
Sull’ipotesi di introdurre nuove restrizioni a Sinochem nella governance di Pirelli “ci sono diverse valutazioni da fare”, aveva detto nei giorni scorsi Antonio Tajani, vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri. “Intanto, credo che bisogna aspettare che arrivi qualche risposta americana e vedere quali sono le conseguenze della presenza di imprese italiane in America”, aveva aggiunto.
Le voci dal Pd dopo quelle dell’azienda
Prima ancora, l’amministratore delegato della società, Andrea Casaluci, in un’intervista al Corriere della Sera aveva spiegato che lo stallo in corso tra Pirelli e l’azionista cinese di maggioranza Sinochem “sta mettendo a rischio lo sviluppo futuro del gruppo”. Parole che avevano spinto Antonio Misiani, responsabile economia del Partito democratico, a suonare l’allarme parlando di “un quadro estremamente preoccupante” sul quale il governo “ha il dovere di agire con determinazione”.