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Attacco coordinato ucraino. La strategia militare alla vigilia dei negoziati secondo Caruso

Di Ivan Caruso

L’Ucraina ha dimostrato di poter colpire il cuore della Russia con un’operazione senza precedenti. Mentre Kyiv si prepara ai negoziati di Istanbul con nuove garanzie industriali dalla Germania di Merz, Mosca scopre che il proprio territorio non è più inviolabile. Un nuovo equilibrio strategico che potrebbe ridefinire le regole del conflitto. L’analisi del generale Ivan Caruso, consigliere militare della Sioi

L’1 giugno 2025, mentre il mondo si preparava ad una nuova fase dei colloqui di pace di Istanbul, l’Ucraina ha lanciato una delle operazioni più audaci dall’inizio del conflitto. L’SBU (Servizio di Sicurezza ucraino) ha condotto l’operazione “Web”, un attacco coordinato su vasta scala che ha colpito simultaneamente obiettivi strategici russi distribuiti su migliaia di chilometri.

Un’operazione senza precedenti

I droni ucraini hanno raggiunto bersagli nell’estremo nord della Russia, dall’Oblast di Murmansk fino alla Siberia orientale. Oltre 40 bombardieri strategici russi sono stati colpiti, inclusi velivoli di prima linea come i Tu-95 “Bear”, i Tu-22M3 “Backfire” e persino un aereo da ricognizione A-50 “Mainstay”. L’attacco ha interessato la base aerea di Belaya nell’Oblast di Irkutsk, l’aeroporto di Olenya nella regione di Murmansk e il quartier generale della Flotta del Nord a Severomorsk.

Parallelamente, operazioni di sabotaggio hanno causato il deragliamento di due treni merci: uno nel distretto di Zheleznogorsky (Oblast di Kursk) e un altro più grave vicino a Vygonichi (Oblast di Bryansk), dove sono morte 7 persone e 71 sono rimaste ferite. Un terzo convoglio diretto in Crimea è stato colpito presso Yakumivka, interrompendo le forniture di carburante alla penisola.

Significato strategico dell’operazione

Dal punto di vista militare, l’operazione dimostra una capacità operativa ucraina profondamente evoluta. La coordinazione temporale e geografica dell’attacco rivela un sistema di intelligence sofisticato, capace di pianificare operazioni complesse su territorio nemico. La scelta dei bersagli non è casuale: i bombardieri colpiti sono quelli che quotidianamente terrorizzano le città ucraine, mentre i sabotaggi ferroviari mirano a disarticolare le linee di rifornimento verso il fronte sud.

L’uso di droni lanciati da camion civili rappresenta un’innovazione tattica significativa. Questo metodo permette di aggirare i sistemi di difesa aerea russi, tradizionalmente orientati verso minacce convenzionali. La morte del camionista a Irkutsk, apparentemente strangolato dopo il lancio, suggerisce l’impiego di operatori ignari del carico trasportato, una tecnica che complica enormemente i controlli di sicurezza russi.

Calcolo politico alla vigilia di Istanbul

Il tempismo dell’operazione non può essere considerato casuale. A meno di 24 ore dall’apertura dei negoziati di Istanbul, guidati dal ministro della Difesa ucraino Rustem Umerov, Kiev ha dimostrato la propria capacità di colpire il cuore della macchina bellica russa. Questo messaggio è duplice: da un lato conferma che l’Ucraina negozia da una posizione di forza crescente, dall’altro stabilisce un chiaro precedente sui costi dell’escalation.

Le richieste ucraine per Istanbul sono ambiziose ma coerenti: cessate il fuoco incondizionato, rilascio dei prigionieri e ritorno dei bambini deportati. L’operazione “Web” fornisce il peso negoziale per sostenere queste posizioni, dimostrando che il conflitto può estendersi ben oltre i confini ucraini se la Russia non accetta una soluzione diplomatica.

La svolta tedesca: Taurus e cooperazione industriale

Parallelamente a questa dimostrazione di forza militare, l’Ucraina ha ottenuto un significativo sostegno diplomatico e industriale dalla Germania. Il cancelliere Friedrich Merz ha annunciato che la Germania rimuoverà le limitazioni alla gittata delle armi fornite all’Ucraina e avvierà una cooperazione industriale per la produzione congiunta di missili a lungo raggio. Questa decisione rappresenta una rottura netta con la linea prudente del predecessore Olaf Scholz, che aveva sempre rifiutato di fornire i missili Taurus per timore di un’escalation.

Berlino ha promesso 5 miliardi di euro in nuovi aiuti militari e la costruzione di impianti per la produzione di armi a lungo raggio, denominati “Long Range Fires”, che potranno essere assemblati sia in Ucraina che in Germania. Pur non consegnando direttamente i missili Taurus – con gittata fino a 500 chilometri – la Germania aggira il problema politico interno supportando la produzione ucraina di sistemi equivalenti.

La reazione russa è stata immediata e minacciosa: Maria Zakharova ha avvertito che qualsiasi attacco con armi tedesche sarà considerato “partecipazione diretta della Germania alle ostilità”, mentre Dmitri Medvedev ha accusato Merz di essere “perseguitato dai ricordi del padre che ha servito nella Wehrmacht di Hitler”.

Implicazioni per il futuro del conflitto

La combinazione dell’operazione “Web” e dell’annuncio tedesco crea un nuovo scenario strategico. La reazione russa, con Putin che secondo fonti non confermate avrebbe ordinato una riunione d’emergenza al Cremlino e minacciato l’uso del missile ipersonico Oreshnik, indica la gravità percepita della situazione. La capacità ucraina di colpire basi aeree strategiche a oltre 4.000 chilometri dai propri confini, supportata ora da una prospettiva di produzione industriale occidentale di armi a lungo raggio, ridefinisce completamente la geografia del conflitto.

L’operazione segna un punto di svolta triplo: militare, con la dimostrazione delle capacità offensive ucraine; diplomatico, con il cambio di rotta tedesco; e industriale, con la prospettiva di una produzione bellica ucraina sostenuta dall’Occidente. Questo nuovo equilibrio di deterrenza reciproca, dove la Russia non può più considerare il proprio territorio al sicuro, potrebbe paradossalmente favorire una soluzione negoziale.

I negoziati di Istanbul inizieranno quindi in un contesto radicalmente nuovo, dove l’Ucraina negozia non solo con la forza dimostrata sul campo, ma anche con la garanzia di un sostegno occidentale a lungo termine nella produzione di armi strategiche. La posta in gioco si è alzata considerevolmente per entrambe le parti.


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