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Addio TV tradizionale? Lo sport guida la rivoluzione dello streaming. L’analisi di Preta

Il 2024 segna un punto di svolta per l’industria dello streaming video, tra nuovi modelli di business, l’integrazione strategica dei contenuti sportivi e una crescente personalizzazione dell’esperienza utente. Augusto Preta, fondatore e amministratore unico ITMedia Consulting racconta in anteprima i risultati del XXI Rapporto “VOD in Europe 2025-2028: il potere dello sport e il futuro dello streaming”

Il 2024 è stato anch’esso una pietra miliare nella storia dei contenuti video, cambiando ancora una volta la narrativa mainstream e, in ultima analisi, le prospettive del settore Media and Entertainment (M&E).

Da un lato ha accelerato le tendenze di mercato preesistenti, dall’altro ha alterato e messo in discussione i modelli di consumo legati all’intrattenimento, inducendo molti a chiedersi quali saranno i comportamenti che rimarranno inalterati dopo le turbolenze e quali saranno le implicazioni per il settore dello streaming video.

In prospettiva, molti indicatori suggeriscono che siamo all’inizio, e non alla fine, dell’era dello streaming: un passaggio intermedio verso una terza ondata di frammentazione in cui lo streaming video sta cambiando pelle, cercando nuovi modi per catturare l’attenzione di un pubblico che cerca continuamente nuove modalità di fruizione in un mondo molto sempre più complesso, fatto di ecosistemi interconnessi e interdipendenti.

Il futuro dello streaming

Nel corso dell’ultimo anno, dunque, l’industria del video on demand (VOD) ha registrato cambiamenti significativi, con l’introduzione regolare di nuovi modelli tariffari ibridi supportati dalla pubblicità e dall’aumento dei prezzi della componente premium. L’accettazione da parte dei consumatori degli annunci pubblicitari in cambio di tariffe più basse è in crescita, tuttavia la qualità dell’esperienza pubblicitaria rimane un fattore determinante.

Nel 2024, Prime Video ha introdotto la pubblicità nel proprio servizio, offrendo un’opzione senza annunci a fronte di un costo aggiuntivo. Sebbene i vantaggi associati all’abbonamento Prime siano rimasti invariati, questa modifica ha comportato una flessione nella base utenti di Prime Video. Inoltre, la combinazione tra l’aumento dei prezzi e l’introduzione degli annunci ha determinato un calo della soddisfazione netta percepita in termini di rapporto qualità/prezzo; va tuttavia sottolineato che tale valore resta superiore rispetto a quello dei concorrenti.

Al contrario, Netflix continua a distinguersi per tassi di fidelizzazione elevati e per il più alto livello di crescita da parte degli abbonati degli ultimi 18 mesi, a conferma di una base utenti solida e in espansione.

Queste tendenze evidenziano come la personalizzazione dei contenuti sia un fattore chiave nella crescita degli abbonamenti, soprattutto in un contesto in cui le famiglie cercano costantemente di ottimizzare il proprio portafoglio di servizi VOD.

Il 2024 nel complesso è stato un anno di crescita stabile ma non eccezionale. Nel 2025 sarà probabilmente inevitabile che alcuni operatori minori del settore debbano stringere accordi strategici per ridurre i costi di distribuzione, attraverso partnership o l’integrazione diretta all’interno di piattaforme più grandi, al fine di garantire sostenibilità economica e prospettive di profitto.

In tal caso, è altamente probabile che i principali beneficiari saranno le due piattaforme dominanti – Netflix e Amazon – che rafforzeranno ulteriormente le rispettive posizioni di leadership.

Il potere dello Sport

Lo sport, in questo contesto, avrà un ruolo centrale, come motore del cambiamento e dell’innovazione.  Mentre l’industria dell’intrattenimento diventa un ecosistema sempre più fragile, il business dello sport diventa un aspetto di maggior valore del suo portafoglio di offerta. Mentre una serie o un film di successo può costare e incassare una montagna di denaro, se confrontata però con l’affidabilità e la durata dei contenuti sportivi trasmessi in televisione, non ha paragoni.

Per decenni, il modo più sicuro per consolidare o rafforzare una rete televisiva è stato quello di assicurarsi i diritti per lo sport dal vivo. Lo sport è l’ultimo genere rimasto che attira costantemente un pubblico di massa verso la TV lineare. Anche se il pubblico televisivo diminuisce anno dopo anno, lo sport continua a essere un’attrazione affidabile per le emittenti e in molti casi non è stato ancora tagliato lo stretto legame, anche se è evidente che ora lo streaming vuole entrare.

Infatti, negli ultimi anni, gli operatori di streaming hanno accentuato le loro incursioni nella televisione dal vivo, sedendosi ai tavoli delle trattative e strappando i diritti sportivi ai broadcaster, detentori di vecchia data.

Queste aziende sono disposte a offrire somme sproporzionate per questi diritti, a volte pagando tariffe che superano nettamente le entrate previste. Ma c’è una buona ragione per questo: lo sport può offrire benefici che vanno ben oltre il bilancio di un accordo sui diritti e investire il proprio denaro per un utile immediato. Il mercato globale dei video sportivi online ha un valore di 28 miliardi di dollari nel 2024, con una proiezione a 134 miliardi di dollari nel 2034, con una crescita annuale dei ricavi (CAGR) del 23%.

Le trasmissioni sportive dal vivo sono andate oltre la trasmissione di una partita: si tratta ormai di un’esperienza di visione. Con i tifosi che desiderano la personalizzazione, la tecnologia che si evolve continuamente e la pressione dei costi che aumenta, è necessario un nuovo approccio.

Dal punto di vista della produzione, per decenni questa è stata la norma e per decenni ha funzionato bene per gli spettatori. Ma i tempi sono cambiati. In un’epoca di pressioni incessanti sui costi, di aspettative sempre più elevate da parte del pubblico e di una forte spinta verso esperienze di visione personalizzate, è necessario innovare.

Tradizionalmente, un impianto trasmissivo + un’emittente equivalevano a un singolo segnale. Un modello di contribuzione, configurato una volta sola, basato su hardware proprietario e operato secondo il principio del “set it and forget it”. Un modello semplice e affidabile. Tuttavia, oggi quella stessa affidabilità comporta costi significativi: infrastrutture hardware obsolete, scarsa scalabilità, e dipendenza da personale altamente specializzato per il mantenimento operativo.

Lo streaming non ha rappresentato solo una nuova modalità di distribuzione, ma ha introdotto un cambiamento strutturale nelle aspettative del pubblico. Gli utenti richiedono oggi funzionalità avanzate: molteplici angolazioni di ripresa, replay on-demand, e una copertura altamente personalizzata. Ai Giochi Olimpici di Parigi, ogni sport, ogni gara, ogni singolo momento è stato trasmesso in streaming in tempo reale.

Il pubblico non si accontenta più di un unico flusso lineare: richiede un accesso completo e multidimensionale all’esperienza sportiva. I miliardi di minuti di contenuti fruiti confermano un livello di engagement crescente e costante. Parallelamente, l’ecosistema sportivo sta attraversando una trasformazione radicale: cresce la domanda di feed alternativi, angoli di ripresa personalizzati e stream specializzati, come quelli tattici o con telecronache multilingua.

Operare su più fusi orari, sedi e team richiede un’infrastruttura estremamente flessibile e scalabile. Per gli operatori di grandi dimensioni, il futuro dell’interazione con i fan si giocherà sull’integrazione trasparente dei dati: dai replay generati tramite intelligenza artificiale fino all’analisi avanzata. Più aumenta il volume e la complessità dei dati da integrare nel flusso di produzione, maggiore deve essere la capacità di gestire l’elaborazione in tempo reale in modo flessibile e modulare.

Con l’aumento dei costi per i diritti di trasmissione e la crescente pressione degli sponsor per soluzioni innovative, gli investimenti in tecnologia diventano imprescindibili. Uno studio di Deloitte ha evidenziato come “il 67% dei fan ritenga che il futuro della fruizione degli eventi sportivi dal vivo sarà sempre più interattivo”.

Conclusioni

In sintesi, il report di quest’anno evidenzia una trasformazione significativa nel panorama audiovisivo globale a favore dello streaming. Modelli supportati da pubblicità più audaci e innovativi, l’integrazione dei contenuti sportivi in diretta e un impegno costante nella produzione di contenuti premium stanno riscrivendo le regole del comportamento dei consumatori.

Giganti come Prime Video, Netflix e Apple TV+ non stanno solo partecipando alla competizione: la stanno ridefinendo, conquistando nuovi segmenti di pubblico e generando livelli di engagement senza precedenti in un mercato altamente competitivo. Il futuro dello streaming non è una semplice proiezione – è una rivoluzione già in atto, che bilancia contenuti di alta qualità con un’esperienza di visione estremamente flessibile.

Si potrebbe concludere che tutto ciò porterà a un rapido declino della televisione tradizionale, con effetti diretti anche sullo spostamento degli investimenti pubblicitari. Questo sarà il risultato del cambiamento nelle preferenze e abitudini di fruizione video da parte dei consumatori, partendo dalle generazioni più giovani si sta a mano a mano estendendo al resto della popolazione.

Una cosa è certa: la corsa per sostituire la TV lineare è iniziata e lo streaming è destinato a diventare l’opzione video dominante per numero di ore di visione nell’arco della giornata. Ma attenzione, parafrasando proprio il linguaggio sportivo: non stiamo assistendo a qualcosa che assomiglia a uno sprint, bensì a una maratona.


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