La nuova alleanza apre un capitolo strategico per l’innovazione della difesa statunitense, con l’integrazione tra hardware legacy e software autonomi basati sull’intelligenza artificiale. Due i progetti avviati, un’arma “collaborativa” e un pacchetto di sensori avanzati. Ecco perché contano
In un settore in cui la velocità di adattamento è diventata un vantaggio operativo, la collaborazione tra Rtx (ex Raytheon Technologies), gigante tradizionale dell’industria della difesa, e Shield AI, società emergente della Silicon Valley sostenuta da venture capital, rappresenta un caso emblematico della convergenza tra innovazione software e piattaforme militari esistenti. Al centro dell’accordo c’è Hivemind, un software sviluppato da Shield AI per abilitare l’autonomia decisionale dei sistemi senza pilota, che verrà integrato sull’hardware di RTX all’interno di due progetti distinti: una nuova arma operativa e un pacchetto avanzato di sensori elettro-ottici.
La partnership, annunciata congiuntamente dalle due aziende, mira a colmare il divario tra l’agilità dei software nativi digitali e la solidità dei sistemi militari già ampiamente diffusi nelle forze armate statunitensi. “Questa collaborazione riflette il modo in cui si sta evolvendo l’ecosistema della difesa, mettendo a disposizione il meglio dell’autonomia e dell’hardware per affrontare le sfide della sicurezza nazionale”, ha dichiarato Gary Steele, neoamministratore delegato di Shield AI, sottolineando la portata strategica dell’iniziativa.
Alleanze strategiche per un nuovo ecosistema della difesa
Il progetto più riservato, e potenzialmente più rilevante in termini operativi, è lo sviluppo della prima arma operativa basata sulla Networked collaborative autonomy (Nca). Si tratta di un concetto emergente che combina l’autonomia distribuita tra più piattaforme, la capacità di coordinamento in tempo reale e l’integrazione di potenza di fuoco dimostrata in combattimento. I dettagli restano volutamente vaghi: le aziende hanno rifiutato di specificare la natura del sistema o l’entità degli investimenti, limitandosi a sottolineare che il progetto sarà interamente autofinanziato, senza coinvolgimento governativo. Tuttavia, le precedenti applicazioni di Hivemind su assetti come il drone V-Bat, il Kratos MQM-178 Firejet, l’MQ-20 Avenger di General Atomics e la piattaforma sperimentale VISTA (una versione modificata dell’F-16) suggeriscono che anche la nuova “arma” potrebbe collocarsi nel dominio aereo, verosimilmente a pilotaggio remoto.
Hivemind non è un semplice algoritmo, ma uno stack completo di intelligenza artificiale progettato per funzionare senza necessità di connessione continua, fondamentale in scenari dove il collegamento radio può essere intercettato o disturbato dal nemico. L’architettura è pensata per garantire un equilibrio tra supervisione umana e autonomia operativa. In pratica, l’operatore definisce gli obiettivi e i parametri di missione, mentre l’IA gestisce autonomamente le azioni tattiche, evitando la microgestione tipica dei sistemi controllati da remoto. Una versione semplificata, chiamata Hivemind Edge, è disponibile per ambienti contestati in cui le risorse di calcolo e comunicazione sono limitate, come le prime linee di combattimento dove l’accesso al GPS è intermittente o assente.
Convergenza tecnologica e scelte strategiche per il futuro militare
Il secondo asse della collaborazione Shield-RTX è più definito e riguarda l’integrazione del software ViDAR (Visual Detection And Ranging) di Shield AI all’interno delle torrette Multi-Spectral Targeting System (MTS) prodotte da Raytheon. ViDAR è un sistema software che coordina più sensori – elettro-ottici e a infrarossi – per rilevare automaticamente oggetti in scenari complessi, dal recupero di personale in mare fino all’identificazione di minacce marittime o aeree, come droni o barchini d’attacco. L’obiettivo della partnership è installare ViDAR sulle MTS non solo di nuova produzione, ma anche come aggiornamento retrofit su quelle già in servizio, circa 3.000 unità in oltre 44 varianti montate su una ventina di piattaforme diverse.
Questa capacità di aggiornare rapidamente l’hardware esistente tramite nuove soluzioni software rappresenta un pilastro della strategia di modernizzazione a breve termine del Pentagono, che si confronta con l’esigenza di ammodernare un arsenale in larga parte ereditato dall’era Reagan. L’imperativo è chiaro: aumentare la reattività tecnologica senza attendere lunghi cicli di sostituzione delle piattaforme. La possibilità di estendere le funzionalità operative di un sistema semplicemente installando un software rappresenta un’opzione a basso costo e ad alto impatto, particolarmente attraente in una fase storica caratterizzata da incertezza operativa e competitività industriale.
L’era dei droni
L’accordo si inserisce anche in un contesto geopolitico e tecnologico in rapida trasformazione, in cui i conflitti ibridi e l’impiego massiccio di droni, come dimostra il caso ucraino, stanno riscrivendo le regole del confronto militare. Secondo il Royal United Services Institute, fino al 70% dei danni alle installazioni russe e circa la metà delle perdite umane nei recenti scontri sono attribuibili all’uso di droni. L’efficacia di questi sistemi, spesso sviluppati localmente con risorse limitate, dimostra che la superiorità industriale non si misura più soltanto in volumi produttivi, ma nella capacità di adattarsi rapidamente al campo di battaglia. In questo senso, la joint venture tra Shield AI e RTX può essere letta anche come una risposta occidentale alla necessità di rendere più dinamico l’ecosistema industriale della difesa, senza rinunciare alla sicurezza e all’affidabilità dei grandi sistemi.
Resta aperta la questione della sostenibilità di lungo termine di questo modello. A differenza delle grandi piattaforme, difficili da produrre in tempi brevi, i sistemi dual use basati su software richiedono un investimento costante in competenze e innovazione. L’elemento davvero fungibile, come notano funzionari ucraini, non sono tanto le fabbriche quanto i lavoratori qualificati. In questo senso, gli Stati Uniti continuano ad avere un vantaggio competitivo grazie a un settore privato innovativo e a una base ingegneristica ampia. Ma come mostra l’evoluzione del conflitto russo-ucraino, la guerra è sempre più il luogo dove l’innovazione industriale viene stressata, e spesso superata, dall’imprevedibilità del teatro operativo.
La collaborazione tra Rtx e Shield AI offre uno spaccato delle tensioni e delle possibilità che attraversano oggi l’industria della difesa: tra nuovo e vecchio, tra piattaforme legacy e software emergenti, tra autonomia e controllo. Una convergenza che non solo ridisegna i confini della superiorità militare, ma chiama in causa anche le scelte strategiche di fondo su come prepararsi ai conflitti del futuro.