Mentre cresce la domanda globale di gas naturale liquefatto, gli Usa rafforzano la loro presenza nel mercato italiano. Secondo Beniamino Irdi dell’Atlantic Council, “energia e posizione geografica possono dare all’Italia un ruolo cruciale nella definizione della nuova identità strategica dell’Ue”. Se ne parlerà anche a Gastech Milano 2025, a settembre
Negli equilibri energetici del Mediterraneo allargato, l’Italia sta diventando un interlocutore sempre più strategico per gli Stati Uniti. Alla luce delle tensioni internazionali e della necessità di diversificare le fonti di approvvigionamento, Washington vede nel nostro Paese un partner affidabile per consolidare le forniture di gas naturale liquefatto in Europa.
Come spiega un recente bollettino della International Trade Administration, nel 2024 l’Italia ha importato 14,6 miliardi di metri cubi di gas naturale liquefatto, di cui il 34,93% dagli Stati Uniti. Una crescita costante: erano il 21% nel 2022 e solo il 9,6% nel 2021. L’aumento si inserisce in un contesto più ampio: il gas naturale liquefatto rappresenta oggi il 25% delle importazioni di gas in Italia, una quota più che raddoppiata rispetto al 2022, a dimostrazione di quanto il Gnl — e in particolare quello americano — sia diventato cruciale. L’interesse statunitense non si limita all’aspetto commerciale. Come sottolineato nell’ultimo incontro, il presidente Donald Trump e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni sono decisi a rafforzare la cooperazione bilaterale, anche in campo energetico, promuovendo un modello di relazioni “mutualmente vantaggioso” che passa anche dall’incremento delle esportazioni di gas naturale liquefatto verso l’Italia.
Per Washington, il legame energetico con Roma è strategico su più livelli. L’Italia è il secondo mercato del gas in Europa e punta a una profonda decarbonizzazione entro il 2050: l’80% dell’energia elettrica dovrà essere prodotta da fonti rinnovabili e fino al 22% da nucleare. Fino ad allora, però, il gas – e soprattutto il gas naturale liquefatto – continuerà a giocare un ruolo essenziale nel garantire la stabilità del sistema elettrico.
“L’Europa non può più fare affidamento sulla protezione automatica degli Stati Uniti ed è sempre più urgente fare chiarezza sul ruolo che l’Italia è destinata ad avere nella nuova identità strategica del continente”, spiega Beniamino Irdi, nonresident senior fellow della Transatlantic Security Initiative presso l’Atlantic Council. In quest’ottica, osserva, “la combinazione tra posizione geografica, infrastrutture esistenti e relazioni con i Paesi produttori del Mediterraneo allargato può fare del Paese un hub energetico centrale nella nuova architettura europea”.
Un hub che oggi conta cinque impianti di rigassificazione attivi (da Panigaglia a Ravenna), tutti in grado di ricevere gas naturale liquefatto statunitense, grazie ai sette terminali di esportazione statunitensi attivi sulla East Coast e sul Golfo. Con l’entrata in funzione della FSRU di Ravenna ad aprile, la capacità totale italiana è arrivata a circa 28 miliardi di metri cubi, anche se non sono previsti nuovi terminali.
Oltre alla fornitura, le aziende italiane mostrano interesse – ricorda il bollettino che suona come un invito alle aziende statunitensi a guardare al mercato italiano – anche per le tecnologie americane per ottimizzare la rigassificazione e ridurre le emissioni di metano e CO₂. Una domanda crescente in vista dell’entrata in vigore del nuovo EU Methane Regulation, che imporrà standard più severi anche agli importatori di gas naturale liquefatto.
L’appuntamento centrale per discutere di queste dinamiche sarà Gastech 2025, in programma di nuovo Milano, dopo tre anni, dal 9 al 12 settembre. Il più grande evento mondiale sull’energia riunirà 50.000 partecipanti da 150 Paesi, con 1.000 speaker e altrettanti espositori. Tra gli interventi attesi spiccano quelli del ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, degli amministratori delegati di Eni (Claudio Descalzi), Saipem (Alessandro Puliti) e TotalEnergies (Patrick Pouyanné), oltre a esponenti di giganti globali come l’emiratina ADNOC (Musabbeh Al Kaabi), Microsoft (Uwa Airhiavbere) e dell’Agenzia internazionale dell’energia con il suo direttore esecutivo Fatih Birol.
Un’occasione per consolidare il dialogo transatlantico sul gas, la tecnologia e il clima, e per riaffermare – anche in ambito energetico – il ruolo dell’Italia come ponte tra Europa e Stati Uniti. Come conclude Irdi, “l’energia presenta forse l’unica carta su cui puntare per rafforzare il proprio peso all’interno dell’Unione e partecipare attivamente alla definizione di un nuovo ordine europeo”.