L’opera del presidente della Consob analizza i momenti cruciali della politica, dell’economia, dell’imprenditoria innovativa che hanno segnato il destino delle nazioni e delle istituzioni globali. La recensione di Luigi Tivelli
I momenti d’oro della politica e dell’economia come argine al ripetersi della storia e della mediocrità (Rubbettino), di Paolo Savona, presidente della Consob, economista, civil servant di lungo corso e docente, analizza i momenti cruciali della politica, dell’economia, dell’imprenditoria innovativa che hanno segnato il destino delle nazioni e delle istituzioni globali. Dalla decolonizzazione alla Guerra Fredda, dalla nascita dell’Unione Europea alle tensioni della globalizzazione, fino alle proteste libertariane di Musk e l’ascesa di nuovi nazionalismi con caratteri imperiali.
Tramite un volume mette in luce il legame indissolubile tra politica, economia e innovazione tecnologica, tracciando il filo conduttore tra le scelte dei grandi leader e le loro conseguenze nel mondo contemporaneo. Con una prospettiva critica e una vasta conoscenza storica, Savona esplora il ruolo della politica nel plasmare il progresso umano. Ed evidenzia come i successi e gli errori del passato possano offrire insegnamenti preziosi per affrontare le sfide attuali. Ne emerge un testo che aiuta a riflettere sulle scelte politiche del secolo scorso oltre ad offrire un’occasione di confronto e approfondimento per elevare un argine contro il ritorno di ambizioni nazionaliste e tecnocratiche di origine elitaria che sfruttano l’ignoranza e l’incertezza per mantenere il proprio consenso. Il testo quindi vuole riflettere sulle idee dei politici che hanno cambiato il mondo in un modo o nell’altro, con l’obiettivo di trarre insegnamenti dalle loro esperienze affinché la storia non si ripeta.
A tal fine l’opera si concentra sul secolo trascorso, quando mosse i primi passi concreti la decolonizzazione di larghe aree del pianeta con l’ascesa di nuove potenze demografiche come India, Cina e Indonesia, si delineò la supremazia geopolitica degli Stati Uniti, si affermò la “deterrenza nucleare” e prese avvio il processo di globalizzazione degli scambi. Si tratta di scelte dagli indubbi vantaggi e meriti la cui utilità oggi è messa in discussione senza però che si rifletta abbastanza su di essi. In questo senso il significato dello studio di questi momenti d’oro non riguarda il culto di momenti idealizzati ed esenti da contraddizioni, ma quello di istanti cruciali che hanno molto da insegnare oggi non solo per i loro successi ma anche per i propri errori.
A tale fine Savona affronta i momenti d’oro della politica (dal New Deal alla saga del centrismo degasperiano passando per la marcia del sale di Gandhi) soffermandosi sul ruolo dei grandi politici (come Kissinger, De Gasperi, Monnet, Adenauer, Peres, Abe, Brandt) e confrontandoli con i momenti chiave dell’economia e dell’innovazione. Dall’inizio della stagione keynesiana all’ascesa alle grandi crisi monetarie fino alle conseguenze economiche dell’ascesa dell’intelligenza artificiale mostrando il nesso che ha legato questi aspetti nell’evoluzione dei sistemi politici ed economici. Si delinea, quindi, un quadro che oltre che aiutarci a decodificare i principali nodi del presente (pensiamo all’alleanza tra imprenditori innovatori e politica statunitense che ha determinato la svolta trumpiana o ai rischi delle cripto valute) mostra lo stato di desolante mediocrità dell’attuale classe politica internazionale. Una classe politica mediocre in quanto nei migliori dei casi sa solo ripetere modelli e mitologie precedenti.
Oltre a spiegare la ragioni della crisi del mondo degli economisti che dopo la grande stagione che accompagnò l’ascesa dell’econometria ora si presentano impreparati di fronte alle incertezze, volatilità, ambiguità e complessità del presente moltiplicate dall’intelligenza artificiale. Tanto che piuttosto che essere in grado di realizzare bussole per orientare il cambiamento forgiano solo anemometri che lo registrano passivamente. Alla luce di ciò Savona descrive un quadro in cui oggi politica ed economia sono alleate con l’assertività del mondo imprenditoriale tecnologico (tanto nel mondo democratico quanto in quello delle autocrazie) per ricercare una nuova supremazia e per superare l’incertezza e le contraddizioni dell’ordine globale. Da questo quadro deriva la saga dei protezionismi e nazionalismi imperiali in cui agli scambi si sostituiscono i conflitti, alla concorrenza economica la competizione militare e securitaria, con pericolosi rischi per la sicurezza globale.
Un quadro in cui al potere di gruppi corporativi e Stati è sempre più sacrificata la componente dell’individuo, delle libertà e della cooperazione internazionale e multilaterale. Savona mostra quindi i nodi, i processi e i momenti che hanno portato a questo stato delineando un ritratto chiaro e sistemico di come siamo passati da una politica e un’economia in cui la classe dirigente aveva un ruolo di guida razionale per gestire la scarsità, l’allocazione e la gestione delle risorse ad un clima di ipertrofia, opulenza e confusione. Basti evidenziare le miopie sul debito e le imperscrutabilità dei cambiamenti portati dall’intelligenza artificiale che hanno portato a conseguenze caotiche e conflittuali. Con una spiegazione chiara di come siamo passati in questi ambiti dal primato della forza della Ragione a quello delle ragioni della Forza.
Ebbene, siamo di fronte a un’opera per un pubblico colto, ma non specializzato, che tramite uno stile plastico e essenziale, affronta i grandi cambiamenti del Novecento, i nessi inscindibili tra politica, cultura e innovazione, l’eterna disputa tra Stato e mercato/individuo nel Nuovo Ordine Mondiale Digitale in cui siamo immersi. Questo sulla scia dei suoi ultimi libri primo fra tutti Geopolitica dell’infosfera (scritto con Fabio Vanorio). Ne emerge un libro di ampio respiro, un gioiellino intellettuale per chi vuole comprendere le dinamiche del potere e il loro impatto sulla società, in un’epoca di rapidi cambiamenti e incertezze globali per meditare sui nodi del passato e il loro dirompente impatto sulle scelte del futuro. In modo da maturare una nuova consapevolezza come testimonianza di una visione illuminista digitale, liberale, europea. Un monito al presente ricco di senso della memoria storica e lucidità che lancia una lezione attualissima in quanto come insegna Pierre Teilhard de Chardin solo il passato può rivelare la struttura del futuro.