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Il volo del dragone. Lo spionaggio cinese tra Berlino, Washington e L’Avana

Un ex contractor del Pentagono processato per spionaggio in Germania, un marinaio della US Navy condannato per tradimento in California e a Pechino il capo dell’intelligence che stringe un asse con Cuba. Il grande gioco dello spionaggio cinese sul fronte euro-atlantico

Un ex contractor Usa accusato di spionaggio in Germania, un marinaio della US Navy condannato per tradimento e il rafforzamento della cooperazione intelligence Cina-Cuba raccontano, in modi differenti, la medesima storia. Pechino tesse la sua ragnatela su scala globale, intersecando attività di intelligence ed espansione della propria sfera di influenza.

Il caso tedesco

Lunedì i procuratori federali tedeschi hanno formalizzato l’accusa contro un cittadino americano, identificato solo come Martin D. secondo le leggi sulla privacy, arrestato nove mesi fa in Germania. L’uomo, ex contractor del Dipartimento della Difesa tra il 2017 e il 2023, avrebbe cercato di offrire informazioni sensibili sulle operazioni militari statunitensi a funzionari cinesi. Il caso si aggiunge a una lunga lista di sospetti agenti cinesi intercettati negli ultimi anni in Germania: dall’assistente europarlamentare legato all’AfD, accusato di spiare i dissidenti, fino ai tre cittadini tedeschi fermati per aver passato a Pechino tecnologie navali e un laser ad alta potenza.

Washington, la talpa sulla USS Essex

Dall’altra parte dell’Atlantico, la giustizia americana ha condannato Jinchao Wei, marinaio di 25 anni naturalizzato cittadino statunitense, per aver venduto a un agente dell’intelligence cinese informazioni riservate sulla USS Essex e su altre unità della flotta del Pacifico. Reclutato tramite social media, Wei chiamava il suo contatto “Big Brother Andy” e comunicava tramite app criptate, ricevendo così in cambio pagamenti per oltre 12mila dollari. La vicenda ha indignato la procura federale, che ha parlato di “un tradimento egregio” della fiducia riposta in lui come membro delle forze armate.

L’asse con Cuba

Intanto, a Pechino, il ministro della Sicurezza di Stato Chen Yixin ha rilanciato la cooperazione di intelligence con Cuba, accogliendo il suo omologo Lázaro Álvarez Casas. Un’intesa che arriva a pochi mesi dalle rivelazioni del think tank Usa Centre for Strategic and International Studies sull’esistenza di siti di sorveglianza cinese a Cuba, a poche miglia dalla Florida.

Xi Jinping, incontrando a maggio il presidente cubano Díaz-Canel, aveva già chiesto a L’Avana di opporsi alle politiche di potenza americane. L’intesa siglata ora formalizza quella linea, con l’impegno a “rafforzare la sicurezza e la stabilità sociale” dei due Paesi.

Il volo del dragone

Dall’Africa all’Europa, dal Pacifico all’Atlantico, le operazioni di intelligence di Pechino seguono una logica di accerchiamento e di compromissione interna dei loro obiettivi, combinando spionaggio, approvvigionamento e controllo di materie prime, economia, tecnologia, logistica, infrastrutture e diplomazia. Dietro ai singoli episodi giudiziari, il filo rosso che unisce le pedine della strategia cinese evidenzia come questa giochi sui tempi lunghi, volendo moltiplicare i canali di accesso a informazioni sensibili in aree chiave per la sicurezza occidentale. In Germania e Spagna, nel cuore dell’Europa; nel Pacifico, dove si gioca la partita della deterrenza navale contro Pechino; a Cuba, scenario simbolico e geografico per proiettare influenza a poche miglia dalle coste statunitensi.


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