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L’India riunisce gli inviati speciali di Imec. La presenza di Talò e il ruolo di New Delhi

Di Vas Shenoy

Primo vertice a New Delhi tra gli inviati speciali dell’India-Middle East-Europe Economic Corridor. L’ambasciatore Talò, inviato speciale italiano per Imec spiega: “L’India è cruciale in una rete di connettività che unisce Mediterraneo, Medio Oriente e Asia”

Nei giorni scorsi, l’India ha ospitato la prima riunione tra gli inviati speciali dei Paesi coinvolti nell’India-Middle East-Europe Economic Corridor (Imec), il progetto lanciato a settembre 2023 per rafforzare i collegamenti tra Asia meridionale, Medio Oriente ed Europa. Un momento fondamentale per fare il punto sul Progetto. L’Italia era rappresentata dall’ambasciatore Francesco Maria Talò, inviato speciale per l’Imec, che ha sottolineato la valenza strategica dell’iniziativa: “In tempi di volatilità e incertezza, iniziative come l’Imec sono particolarmente necessarie”.

Talò, che aveva seguito il lancio del corridoio a New Delhi accanto alla premier Giorgia Meloni, ha ricordato in un’intervista all’Economic Times come già allora vi fosse “una chiara visione di opportunità per i nostri Paesi e per i nostri interessi comuni”, ma anche la consapevolezza di sfide politiche ed economiche. “Siamo consapevoli che sarà un progetto di lungo termine, ma proprio per questo dobbiamo iniziare presto a passare dalla fase seminariale a un approccio più concreto e imprenditoriale tra governi e aziende”, ha detto.

D’altronde, l’Imec va visto come uno strumento di diversificazione, al di là degli antagonismi: “Non dobbiamo essere condizionati da un’unica rotta o da un solo interlocutore. Può succedere per via di conflitti, ma anche di incidenti, ricordiamo quando una nave ha bloccato il Canale di Suez. Più opzioni abbiamo, meglio è”.

Quella che si sta creando è una “rete di connettività”, perché il progetto è “più complesso di un collegamento punto-a-punto”. Questa rete non riguarda solo il commercio di beni, ma anche energia e dati, settori in cui l’India è un protagonista in tutti e tre i campi. La visione italiana include inoltre un’estensione verso l’Africa, in coerenza con l’impostazione del Piano Mattei, progetto flagship italiano che recentemente ha ricevuto una spinta verso l’internazionalizzazione attraverso l’abbinamento al Global Gateway dell’Ue.

Un passaggio centrale del lavoro su cui l’ambasciatore Talò insiste è il concetto di “comunità indo-mediterranea”, maturato già nei primi contatti bilaterali: “Abbiamo compreso l’importanza reciproca e il fatto che, praticamente, apparteniamo alla stessa comunità, culturalmente e identitariamente […] L’Indo-Mediterraneo ha entrambe queste caratteristiche: l’identità radicata nel nostro patrimonio e quella proiettata verso il futuro”.

Sul piano operativo, va ricordato che in Italia si sono già svolti incontri con le principali aziende per sondarne l’interesse e con le amministrazioni competenti, perché, come ricorda l’ambasciatore Talò, serve un lavoro che coinvolga tutto il Sistema Paese. Da Palazzo Chigi alla Farnesina, ma anche i ministeri di Trasporti, Energia, Commercio e Industria, oltre alla logistica marittima e alle interlocuzione con il settore privato. L’obiettivo è poi garantire un’azione coordinata anche a livello europeo, in modalità “Team Europe” con Germania e Francia, sempre sotto l’ombrello del Global Gateway.

L’inviato speciale italiano ha infine richiamato l’attenzione sulla sicurezza delle infrastrutture critiche, dai porti ai cavi sottomarini, sottolineando “l’importanza della dimensione subacquea” per proteggere le rotte e garantire resilienza. In questo contesto, ha indicato Trieste come un asset chiave: “Il porto più a nord del Mediterraneo […] è più vicino alla Germania, che è l’hub dell’industria in Europa”.

La convocazione del vertice a New Delhi è di per sé una dimostrazione del peso che l’India riveste nell’Imec. L’India è cruciale: è un enorme mercato, un grande produttore e un attore centrale nell’energia, nei dati e nei commerci. La scelta della capitale indiana per la prima riunione tra inviati speciali testimonia la centralità di New Delhi come motore politico e operativo del progetto, capace di catalizzare interessi e coordinare un’architettura di connettività che si estende ben oltre il corridoio originario, fino a coinvolgere il Mediterraneo e l’Africa.


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