Ecco la storia del mappamondo realizzato nel 1154 da Muhammad al-Idrisi, geografo e viaggiatore arabo, per il re normanno Ruggero II di Sicilia; uno tra i più grandi capolavori della cartografia medievale e che è stato considerato il planisfero più preciso per ben tre secoli. Scrive Domenico Vecchiarino
Abu Abdullah Muhammad al-Idrisi al-Qurtubi al-Hasani as-Sabti, meglio conosciuto come Muhammad al-Idrisi, è stato un grande geografo e viaggiatore arabo che prestò servizio alla corte del re Ruggero II a Palermo ed è passato alla storia per aver realizzato uno tra i più grandi capolavori della cartografia medievale, che è rimasto per ben tre secoli il planisfero più preciso. Ma partiamo dalla storia del Regnum Siciliae.
IL REGNUM SICILIAE
Costituito nel 1130 da Ruggero II, il Regno di Sicilia nacque a seguito della conquista normanna da parte della casa d’Altavilla, che, dopo aver sottratto agli arabi l’isola la unì a tutto il resto del meridione sotto un unico regno.
LA POTENTE FLOTTA NORMANNA
La conquista dell’isola proiettò Ruggero II in una dimensione geopolitica mediterranea in cui il sovrano individuò delle aree di espansione. Grazie ad una potentissima flotta messa al comando dell’ammiraglio Giorgio di Antiochia, il re normanno, dopo l’occupazione di Malta e Pantelleria, conquistò vasti territori in Nordafrica che andavano da Tripoli (Libia) a Capo Bon (Tunisia) e finanche a Bona (Algeria). Ruggero II estese, poi, le conquiste nell’entroterra nordafricano arrivando ai confini del Sahara fino a Gafsa, creando un “Regno normanno d’Africa“.
UNA POTENZA MEDITERRANEA
Ma le aspirazioni territoriali di Ruggero andavano oltre il Nordafrica e, forte della sua supremazia navale, prese di mira anche il Mar Adriatico e il Mar Ionio. Le navi di Ruggero si spinsero sulle coste Dalmate, albanesi e greche dove saccheggiarono sistematicamente le città costiere, tra cui Atene e Corinto, e compirono delle azioni ostili nei confronti dell’impero bizantino. La flotta siciliana, poi, forzò i Dardanelli, si spinse fino a Costantinopoli e, con un’azione dimostrativa, arrivò a lanciare delle frecce sulla città e a violare persino il giardino imperiale, ma poi prudentemente si ritirò. Ruggero II occupò anche Corfù, isola strategica perché base ideale dalla quale l’impero bizantino avrebbe potuto sferrare un attacco al regno normanno. L’isola, però, fu riconquistata dai Bizantini pochi anni dopo.
PALERMO CAPITALE
Ma non solo conquiste territoriali. Il regno di Ruggero II è passato alla storia anche per lo sviluppo architettonico e culturale. In particolare, la città Palermo, assurta a capitale, fu arricchita di opere architettoniche e ingegneristiche di elevato gusto, pregio e raffinatezza, che oggi sono riconosciute come patrimonio dell’umanità. All’epoca poche capitali europee avrebbero potuto competere con la capitale siciliana, il cui fasto, pari a quello delle più sontuose corti orientali, ammaliava tutti i visitatori.
PALERMO CORTE COSMOPOLITA
Ma oltre all’opulenza, Ruggero creò a Palermo una corte cosmopolita, perfetto esempio di integrazione e multiculturalismo, dove trovarono ampio spazio scienziati, matematici, poeti, consiglieri di varie nazionalità e religioni come, bizantini, normanni e arabi.
LA CULTURA ARABA
Questi ultimi, in particolare, avevano sviluppato delle profonde conoscenze scientifiche che, grazie alla politica tollerante dei normanni, trovarono terreno fertile nella corte palermitana dove il meglio di questa tradizione e cultura poté svilupparsi. Palermo e la Sicilia divennero così uno dei centri culturali e intellettuali più importanti e vivaci del Mediterraneo.
UN RE GEOGRAFO
Lo stesso Ruggero II fu molto attivo nel promuovere la scienza e la cultura in ogni ambito, in particolare la geografia, a cui dedicava gran parte del suo tempo libero, specie alla raccolta di trattati geografici arabi e alle domande ai viaggiatori riguardo a terre lontane. Essendo Palermo uno dei principali luoghi d’incontro per marinai, mercanti, pellegrini, crociati e studiosi di tutte le nazioni, il re ascoltava i loro racconti di terre lontane e, probabilmente, da qui nacque l’idea di redigere un libro e una mappa per raccogliere tutte queste testimonianze.
MUHAMMAD AL-IDRISI
Per questo compito Ruggero invitò alla sua corte Muhammad al-Idrisi, un geografo e viaggiatore arabo nato a Ceuta e proveniente da una nobile famiglia maghrebina, che aveva trascorso buona parte della sua vita viaggiando tra la Penisola Iberica, l’Africa, l’Anatolia e molte parti d’Europa, tra cui la Grecia, Creta, Rodi, il Portogallo, i Pirenei, la costa atlantica francese, l’Ungheria, e York in Inghilterra, dove prese appunti sulla geografia e sulle popolazioni locali.
Il LIBRO DI RUGGERO
Fu così che Ruggero II commissionò ad al-Idrisi quella che sarebbe diventata la sua opera principale, conosciuta come “Nuzhat al-mushtaq fi ikhtiraq al-afaq” Il diletto di chi desidera percorrere le regioni del mondo”, ma anche nota come “Kitab Rujar” (Il Libro di Ruggero) in onore del suo mecenate. Completato nel 1154, l’opera di Al-Idrisi era uno straordinario trattato geografico unico per l’epoca, che custodiva tutte le conoscenze fino a quel momento note.
STRUTTURA DELL’OPERA
Il libro, scritto in arabo, seguiva la divisione in sette zone climatiche (secondo il sistema stabilito da Tolomeo), ognuna ulteriormente suddivisa in dieci sezioni. In ogni sezione al-Idrisi, anche grazie ai contributi di tutti i viaggiatori che interrogava a Palermo precedentemente inviati da lui e dal re in terre sconosciute, descrisse dettagliatamente il territorio riportando città, montagne, fiumi, laghi, strade e distanze, includendo anche informazioni sulle condizioni economiche, politiche e culturali delle popolazioni, offrendo così uno spaccato straordinario della geografia fisica, umana ed economica dell’epoca.
LA TABULA ROGERIANA
Oltre al testo descrittivo, l’opera di al-Idrisi comprendeva un mappamondo in 70 fogli che, combinati, formavano una mappa completa del mondo, che venne chiamata Tabula Rogeriana. La versione originale realizzata per Ruggero II venne incisa su una lastra d’argento larga 3,5 metri da un lato e 1,5 metri dall’altro, ma andò successivamente perduta perché fusa dopo esser stata predata in occasione d’una sommossa contro il sovrano normanno Guglielmo I di Sicilia nel marzo 1161.
LA RAPPRESENTAZIONE DEL MONDO CONOSCIUTO
La Tabula Rogeriana riproduceva la maggior parte delle terre fino a quel momento conosciute: oltre tutta l’Europa e le isole britanniche, il geografo arabo disegnò con particolare dettaglio le coste mediterranee e la Sicilia, e raffigurò con accuratezza il mondo arabo fino alla Persia, arrivando poi a mappare anche l’India e aree della Cina, di cui ne descrisse dettagliatamente il commercio. Per la Tabula, aI-Idrisi utilizzò la proiezione islamica del mondo che imponeva la rappresentazione del globo con il sud in alto e il nord in basso.
I CONTATTI PRE COLOMBIANI
Ma non solo Asia e Europa. L’opera geografica di al-Idrisi viene spesso citata dai sostenitori delle teorie dei contatti precolombiani con l’America. Nel testo, infatti, al-Idrisi narrava, secondo alcune testimonianze di marinai, dell’esistenza di isole abitate al di là dell’Oceano Atlantico, molto difficili da raggiungere e per questo conosciute da pochi, dove c’erano campi coltivati e persone con la pelle rossa.
SCENARI GEOPOLITICI
Grazie al Libro di Ruggero e alla Tabula Rogeriana, così dettagliati e precisi, Ruggero II fu in grado di esaminare minuziosamente il Mediterraneo e il resto del mondo riuscendo ad avere un visione unitaria di quelli che erano gli scenari geopolitici del periodo.
LE COPIE
Del libro invece, essendo stato usato e considerato la mappa più precisa del mondo fino all’età delle esplorazioni, ne furono fatte diverse copie. Di queste ne sopravvivono dieci, di cui cinque hanno il testo completo e otto hanno le carte. Due di essi si trovano alla Biblioteca nazionale di Francia, la più antica delle quali è datata circa 1325. Un’altra copia, fatta al Cairo nel 1553, si trova alla Bodleian Library di Oxford che la comprò nel 1692. Il manoscritto più completo, che contiene la totalità del testo, il mappamondo, nonché tutte le settanta carte delle sezioni, è conservato a Istanbul. Altre copie si trovano al Cairo ed a San Pietroburgo.
IL PICCOLO IDRISI
Al-Idrisi, inoltre, creò una versione abbreviata del libro per il figlio di Ruggero II, Guglielmo II. Questo libro, noto come il “Piccolo Idrisi“, è ancora esistente in più copie e fornisce gran parte di ciò che gli studiosi sanno oggi dell’opera originale e completa di al-Idrisi
LA MORTE DI RUGGERO
Ruggero II morì nel 1154, dopo 24 anni di regno e dopo aver sottomesso buona parte della penisola italiana. Due mesi dopo la sua morte nacque la sua ultima figlia, Costanza, che alcuni anni più tardi diventò imperatrice e regina di Sicilia. Da Costanza, ultima regina della Casa d’Altavilla, nascerà Federico II, l’imperatore che passerà alla storia con l’appellativo di Stupor Mundi, ma questa, come sempre, è un’altra storia.