Tutti gli indizi che sui social evidenziano già da tempo la progressiva radicalizzazione del dibattito politico online statunitense. L’analisi di Domenico Giordano, Arcadia, delle comunità cognitive presidiate dal fondatore di Turning Point Usa, ucciso in un attentato la scorsa settimana negli Stati Uniti
Nelle interazioni degli account di Charlie Kirk c’erano i segnali di una progressiva radicalizzazione del dibattito politico online statunitense, quanto quello che si sviluppava nelle comunità cognitive presidiate dal fondatore di Turning Point USA.
L’ indizio che poteva essere colto per tempo e che doveva accendere più di un campanello d’allarme è quello dell’aumento considerevole di commenti lasciati dai follower sotto ai post pubblicati da Kirk sull’account di Youtube e sulla pagina Facebook – quest’ultima il giorno dell’attentato nel campus della Utah Valley University ha visto crescere la propria fanbase di oltre 3,3 milioni di nuovi follower.
I dati comparati evidenziano nel confronto speculare, dal 9 settembre 2023 al 9 settembre 2024 con i dodici mesi successivi, una palese crescita dei commenti ai post: quelli su Facebook sono così passati da 1.167.409 a 4.982.961, quindi sono aumentati di oltre 4 volte. In questa crescita c’è anche un incremento percentuale dei commenti negativi che sono invece passati dal 30,89% al 40,56%.
Anche su Youtube, seppur in modo più contenuto rispetto a quanto è accaduto su Facebook, si è registrata una crescita di coinvolgimento dei follower: i commenti sono così passati da 1.7 milioni a 2.2 milioni e quelli con una matrice negativa da poco meno di 600 mila a 770 mila.