Microsoft ha segnalato un “deterioramento del servizio” sulla piattaforma cloud Azure a seguito del danneggiamento di cavi sottomarini nel Mar Rosso. E i sospetti ricadono sui ribelli yemeniti
Nella giornata di ieri, Microsoft ha annunciato il danneggiamento di molteplici cavi sottomarini passanti per il fondale del Mar Rosso, danneggiamento che avrebbe causato un “deterioramento del servizio” nel suo sistema di cloud computing services Azure. Il disservizio sarebbe iniziato intorno alle 1:45 di sabato mattina, e avrebbe interessato il traffico di dati proveniente dal Medio Oriente con origine o destinazione in Asia o in Europa.
L’ente di controllo della connettività Internet NetBlocks ha segnalato un “degrado” della connettività Internet in diversi paesi, tra cui Arabia Saudita, Pakistan, Emirati Arabi Uniti e India, “con conseguente rallentamento della velocità e accesso intermittente”. NetBlocks ha affermato che i problemi di connettività erano dovuti a guasti nei sistemi di cavi Smw4 e Imewe vicino a Jeddah, in Arabia Saudita.
Microsoft non ha specificato in che modo i cavi siano stati danneggiati, ma ha affermato che il traffico è stato reindirizzato, il che causerebbe latenze superiori al normale durante le riparazioni. I team di ingegneri Microsoft stanno gestendo attivamente l’interruzione tramite “capacità diversificate”, valutando al contempo opzioni di capacità alternative per ridurre la latenza durante il processo di riparazione. “Continueremo a fornire aggiornamenti quotidiani, o anche prima se le condizioni dovessero cambiare”, ha scritto l’azienda sul proprio sito web.
I principali sospettati per quest’operazione sono il gruppo ribelle yemenita Ansar Allah (i cui affiliati sono comunemente noti come “Houthi”), la cui emittente televisiva Al Masirah ha confermato i tagli domenica mattina. L’attività degli Houthi nell’area, e soprattutto i loro attacchi contro il traffico marittimo transitante nel bacino del Mar Rosso, potrebbero complicare le operazioni di riparazione delle infrastrutture danneggiate.
Dietro i sospetti ci sono dei precedenti: all’inizio del 2024, il governo in esilio dello Yemen, riconosciuto a livello internazionale, ha affermato che gli Houthi avrebbero pianificato un attacco ai cavi sottomarini nel Mar Rosso. Diversi cavi sono stati poi effettivamente tagliati, ma in quell’occasione gli Houthi hanno negato ogni responsabilità.