Il sito archeologico dei Rotoli del Mar Morto si prepara a vivere una nuova stagione di attenzione con il Giubileo 2025 e l’eccezionale esposizione del Grande Rotolo di Isaia. Tra turismo culturale, itinerari spirituali e riflessioni storiche, Qumran riafferma la sua centralità come crocevia di memoria, fede e identità. L’analisi di Andrea Vento
La scoperta dei manoscritti di Qumran nei pressi del Mar Morto rappresenta uno dei capitoli più avvincenti dell’archeologia mondiale, dove il fascino dell’avventura si intreccia alla profondità della ricerca storica, spirituale e culturale. Chi scrive ha potuto visitare questi luoghi in un viaggio unico organizzato a dicembre 2024.
La scoperta: tra leggenda e avventura
La narrazione del ritrovamento dei rotoli si colora di toni da racconto avventuroso: è il 1947 quando, ai piedi del Wadi Qumran, due giovani pastori palestinesi, Muhammad ad-Dhib e Jum’a Khalil, stanno cercando una delle loro capre smarrite tra i dirupi.
In una grotta scoprono delle anfore antiche contenenti strani rotoli di papiro e pergamena, protetti da millenni di oblio e sabbia. È una storia che ricorda le imprese di Indiana Jones: avventurieri ignari del valore storico, archeologi in lotta contro il tempo e il mistero, trafficanti di antichità sullo sfondo, scavi segreti, negoziati clandestini.
Il tesoro ritrovato contiene circa 900 manoscritti, tra cui copie arcaiche dei libri biblici e commentari, in ebraico, aramaico e greco, realizzati tra il 150 a.C. e il 70 d.C.
La corsa contro il tempo per recuperarli, catalogarli e salvarli dalla dispersione aggiunge ulteriori elementi d’epica, tra missioni segrete, scambi internazionali e una “caccia al tesoro” che coinvolge archeologi, studiosi e governi, in un’ambientazione che ben si presterebbe a un film d’avventura.
Dopo il ritrovamento entra in scena un mercante di antichità, Khalil Iskandar Shahin, noto come Kando, cristiano siriaco di Betlemme.
Un primo acquirente è il metropolita Athanasius Yeshue Samuel della Chiesa siriaca, ma successivamente interviene anche l’archeologo Eliezer Lipa Sukenik dell’Università Ebraica di Gerusalemme, che riesce ad aggiudicarsi i preziosi rotoli, intuendone l’immenso valore.
Si badi bene all’anno, in piena lotta per l’indipendenza di Israele dal Mandato britannico, e in concomitanza con la prima Guerra Israelo Araba che inizia il 15 maggio 1948.
Il mito di Qumran: storia e fondazione
Qumran si affaccia sulla riva nord-occidentale del Mar Morto, in una zona aspra e suggestiva della Cisgiordania. Un insediamento costruito tra il 150 a.C. e il 130 a.C. che venne distrutto nell’estate del 68 d.C. per mano di una delle legioni romane di Tito. Rilevante ricordare che a pochi chilometri a sud sorge l’imponente rocca di Masada, luogo dove si consuma l’estrema difesa degli zeloti al termine della prima guerra giudaica contro i romani.
Le rovine di Qumran, ritenute a lungo una fortificazione romana, acquistarono improvvisamente importanza con la scoperta del Rotolo di Isaia nel 1947. Si comprese che quegli edifici ospitavano una comunità religiosa ebraica dedita allo studio, alla preghiera e alla trascrizione di testi sacri. Le grotte attorno a Qumran, nascondigli perfetti per celare manoscritti nei momenti di pericolo, restituiscono una testimonianza di vita ascetica e spirituale vissuta in simbiosi con il deserto.
Gli Esseni: il popolo del silenzio
La comunità di Qumran è storicamente attribuita agli esseni, una setta di dissidenti ebraici che praticava una vita monastica, rigorosa e comunitaria. Nati intorno alla metà del II secolo a.C., erano organizzati in comunità familiari e villaggi, sparsi per la Giudea, con regole di solidarietà, spiritualità e disciplina che li distinguevano dagli altri gruppi ebraici dell’epoca (farisei, sadducei, zeloti, e numerosi altri minori).
La Regola della Comunità, uno dei testi di Qumran, descrive la divisione tra i figli della luce e quelli della tenebra, riflettendo una visione dualistica del mondo.
Gli esseni sono citati da Giuseppe Flavio e Filone di Alessandria, che ne sottolineano la ricerca di purezza, la pratica del battesimo e dell’attesa messianica.
Secondo alcune ipotesi, furono proprio gli esseni a redigere, proteggere e nascondere i rotoli nelle grotte di Qumran, nell’imminenza della distruzione romana. La loro eredità spirituale e la pratica del battesimo richiama curiosità anche su possibili influssi sul coevo Giovanni Battista e, in parte, su Gesù di Nazareth.
A pochi chilometri a nord vi è peraltro Betania oltre il Giordano una delle possibili fonti battesimali del “Precursore”. Anche il Monte delle Tentazioni, luogo della tradizione ascetica di Gesù e degli apostoli vicino a Gerico è a una quindicina di chilometri a nord.
Il Parco Archeologico di Qumran
Marcello Fidanzio, archeologo e biblista italiano, direttore dell’Istituto di Cultura e Archeologia delle Terre Bibliche presso l’Università della Svizzera Italiana (USI) di Lugano, è certamente uno dei massimi conoscitori dei rotoli.
Per Fidanzio mentre le prime fasi della scoperta dei manoscritti di Qumran sono segnate dal caso, oggi, con studi sistematici sulle grotte e sui materiali ivi ritrovati, è possibile comporre un quadro più ricco e completo sui rotoli del Mar Morto.
Oggi Qumran è uno straordinario parco archeologico, visitabile tra sentieri polverosi, grotte antiche ed edifici in rovina. Il viaggio può iniziare dalle rovine del monastero esseno, per poi addentrarsi nelle grotte dove furono rinvenuti i rotoli: il sito offre visite guidate immersive, mostre tematiche ed eventi che ricostruiscono l’avventura degli archeologi e i misteri dei rotoli.
Lo Shrine of the Book di Gerusalemme
Il percorso culturale potrebbe culminare a Gerusalemme, presso il celebre Shrine of the Book (Santuario del Libro), una struttura avveniristica all’interno del Museo di Israele e a pochi metri dalla recente Biblioteca Nazionale di Israele (articolo). Inaugurato nel 1965, il Santuario custodisce i rotoli originali del Mar Morto e l’antico Codice di Aleppo, in una teca climatizzata sotto una cupola bianca, simbolo dei “Figli della Luce”.
L’architettura, che richiama la battaglia cosmica fra luce e tenebra narrata nei rotoli di Qumran, rende la visita ancora più suggestiva. All’interno, esposte a rotazione per brevi periodi, sono visibili anche la copia integrale del Rotolo di Isaia e la più antica copia dei Dieci Comandamenti.
Il santuario è uno dei luoghi culturali più iconici al mondo per gli appassionati di storia, archeologia e biblistica. I Rotoli sono tanto altro, una straordinaria miniera di testimonianze, ancora da narrare, su movimenti messianici, profezie, visioni estatiche e apocalittiche, astrologia, divinazioni.
Nuovi itinerari per il Giubileo 2025
Il Giubileo del 2025, pur funestato dal conflitto a Gaza seguito al rapimento degli ostaggi israeliani, intravede una crescita dell’offerta turistica: tra le novità la “Via del Silenzio”, un percorso che collega Yafo (l’antica Giaffa accanto a Tel Aviv) a Gerusalemme ripercorrendo i sentieri biblici, e valorizzando anche Qumran come tappa spirituale e archeologica.
Il cammino si arricchisce di visite guidate, incontri con esperti e laboratori tematici per adulti e ragazzi. E ancora, in occasione dei 60 anni dall’apertura del Museo di Israele, a dicembre 2025 sarà allestita una mostra eccezionale che esporrà, in versione originale, il “Grande Rotolo di Isaia”, uno dei più spettacolari e meglio conservati manoscritti del Mar Morto.
Si tratta di un evento eccezionale: il rotolo sarà accessibile al pubblico nella sua interezza per pochi mesi, per la prima volta dal 1968, in uno spazio appositamente allestito all’interno del Santuario del Libro, la struttura simbolica che protegge i più importanti rotoli del Mar Morto.
L’esposizione, organizzata in concomitanza del Giubileo e in collaborazione con l’efficace Ufficio Nazionale Israeliano del Turismo, offrirà la possibilità di ammirare da vicino uno dei testi biblici più antichi al mondo, arricchendo il pellegrinaggio e la visita culturale con incontri, conferenze e attività speciali per grandi e piccoli.
Riflessi spirituali, culturali e scientifici
La scoperta dei rotoli di Qumran non ha solo cambiato la nostra conoscenza del giudaismo antico, ma ha ridisegnato le mappe della spiritualità occidentale, rafforzando il dialogo fra Ebraismo e Cristianesimo.
Decifrati da generazioni di studiosi, i manoscritti continuano a nutrire scoperte filologiche, teologiche, esegetiche e storiche, custodendo codici morali universali come la Regola della Comunità, il Documento di Damasco, le versioni antiche delle Scritture.
Il fascino originario della scoperta si rinnova in ogni visita, in ogni percorso spirituale nel deserto di Qumran, nella suggestione della cupola bianca del Santuario del Libro: un viaggio dentro la storia e il mistero, tra rovine, manoscritti, rotoli, avventura e meditazione, che prosegue anche oggi in tempi in cui non può e non deve prevalere l’oscurità.