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Dbeibah contro Rada? Tensioni in Libia per una resa dei conti che coinvolge Haftar

Di Massimiliano Boccolini e Emanuele Rossi

Si delinea un quadro di ambiguità, appelli alla calma e potenziali alleanze trasversali, potenzialmente influenzate da attori regionali. Coinvolte le principali milizie per uno scontro che Turchia e Uae osservano a distanza e l’Italia, con Onu e Ue, lavora per evitare

La Libia continua a navigare in acque turbolente, con la capitale Tripoli al centro di un intreccio di tensioni militari, negoziati internazionali e manovre politiche che potrebbero ridisegnare la mappa del potere nel paese. Nel contesto di un’instabilità cronica post-2011, gli eventi recenti evidenziano un rischio crescente di confronto armato tra le fazioni fedeli al Governo di Unità Nazionale (Gnu) guidato dal primo ministro Abdul Hamid Dbeibah e la milizia Rada (Dispositivo di Deterrenza Speciale), con l’ombra sempre presente del maresciallo Khalifa Haftar e delle sue forze nell’est del paese.

Si delinea un quadro di ambiguità, appelli alla calma e potenziali alleanze trasversali, potenzialmente influenzate da attori regionali. Fonti di Misurata dicono a Formiche.net che una delegazione dell’intelligence turca è oggi nella città: si discute della possibilità di evacuare alcuni militari che Ankara vi ha acquartierato sin dai tempi in cui protesse l’avanzata di Haftar contro il precedente governo onusiano di Tripoli. Se verranno evacuati, allora significa che Dbeibah ha ricevuto il via libera per attaccare Rada.

Il Contesto delle Tensioni a Tripoli

Tripoli è immersa in un’atmosfera di incertezza e attesa, con un dispiegamento militare persistente e negoziati in corso sotto l’egida delle Nazioni Unite per evitare scontri armati. Secondo fonti libiche, la città vede un’escalation con veicoli militari dispiegati, posti di blocco e spari sporadici che alimentano l’ansia tra i civili. Nonostante i colloqui politici, la situazione sul campo rimane tesa, senza un accordo chiaro per disinnescare le cause del conflitto.

Un appello alla de-escalation è arrivato dai leader coinvolti nel Gruppo di Lavoro sulla Sicurezza derivante dal processo di Berlino. Durante un incontro tenutosi ieri presso la sede della Missione Onu a Janzur, i partecipanti – tra cui rappresentanti dell’Onu, dell’Unione Africana, di Francia, Italia, Turchia e Regno Unito, oltre a figure libiche come il capo di stato maggiore di Tripoli e il consigliere del Consiglio Presidenziale – hanno enfatizzato la necessità di una soluzione pacifica rapida tra il Gnu e la milizia Rada. Il comunicato finale, come riportato, insiste su un accordo tempestivo con un quadro temporale definito e passi concreti, invitando alla moderazione per prevenire violenze che potrebbero colpire i civili.

La Missione Onu (Unsmil) ha confermato in un comunicato ufficiale il suo sostegno ai negoziati supervisionati dal Consiglio Presidenziale, offrendo un intervento diretto se necessario. Ha avvertito che un eventuale conflitto non si limiterebbe a Tripoli, ma potrebbe estendersi ad altre regioni, amplificando l’instabilità nazionale.

Manovre Militari e Possibili Alleanze

In parallelo, emergono segnali di movimenti militari da parte delle forze legate al “Comando Generale” di Haftar a ovest di Sirte, senza dichiarazioni ufficiali sui loro obiettivi, il che accresce l’apprensione pubblica. Un fonte informata citata da al Masdar suggerisce che Haftar stia preparando le sue milizie per un’avanzata verso Tripoli, potenzialmente avviando un’operazione “ora zero” che potrebbe alterare l’equilibrio del conflitto. Questo arriva circa sei anni e mezzo dopo il fallito assalto di Haftar su Tripoli nell’aprile 2019, supportato da mercenari Wagner.

Di particolare interesse sono le notizie su un possibile riavvicinamento tra la milizia Rada, guidata da Abdul Raouf Kara, e le forze di Haftar. I leader di Rada Azhar Fanan e Ayman Al-Saadi, insieme all’ex comandante Haytham Al-Tajouri, si sono recati a Bengasi per incontrare Maher Al-Zawi, una figura chiave nelle forze di Haftar. Hanno chiesto a Al-Zawi di trasmettere a Saddam Haftar (figlio del maresciallo) la loro accettazione di un’offerta per integrare Rada nelle forze terrestri di Haftar, richiedendo anche supporto per le loro truppe da parte di giovani affiliati salafiti sotto il comando di Haftar. Una fonte sottolinea contatti intensi tra Rada e Saddam Haftar, basati su una convergenza ideologica religiosa. Inoltre, diversi aerei sono partiti dall’aeroporto di Mitiga a Tripoli verso Bengasi, mentre le forze di Haftar si muovono verso Sirte per pressare Dbeibah e fermare l’offensiva contro Rada.

Un rapporto di Africa Intelligence (sito con ottime entrature nell’intelligence francese) rafforza questo quadro, descrivendo un’escalation pericolosa a Tripoli. Le forze di Dbeibah starebbero preparando un attacco diretto contro le posizioni di Rada a Mitiga e Suq al-Jum’a, dopo il rifiuto di Kara di cedere siti strategici. In risposta, Rada ha mobilitato i suoi uomini. Gli osservatori notano che Haftar potrebbe sfruttare queste tensioni per rovesciare Dbeibah, specialmente dopo l’ingresso delle sue forze a Tarhuna, visto come preludio a un’operazione più ampia verso la capitale. Il rapporto evidenzia anche un’espansione delle alleanze anti-Dbeibah, con un riavvicinamento tra Rada, Haftar e leader militari di Zintan e Zawiya. Sul fronte regionale, si nota un cambiamento nella posizione turca, con Ankara che si avvicina a Haftar nonostante il precedente sostegno a Dbeibah.

Incontri Internazionali e Intrighi Politici

Ulteriori sviluppi coinvolgono incontri ad alto livello. Dopo un recente summit a Roma tra Saddam Haftar e Ibrahim Dabaiba (fratello del primo ministro), Khalifa e Saddam Haftar sono ad Abu Dhabi negli Emirati Arabi Uniti da mercoledì. Probabilmente il presidente della Camera dei Rappresentanti Aguila Saleh li raggiungerà in giornata, arrivando dall’Egitto. Saleh ha informato i parlamentari che non ci saranno sessioni della Camera a settembre, nel tentativo di bloccare l’approvazione dell’accordo di demarcazione dei confini tra Libia e Turchia. Questa mossa riflette pressioni egiziane contro l’accordo economico sul Mediterraneo orientale.

Scenari Aperti e Implicazioni

In questo contesto complesso, il futuro rimane incerto. I negoziati potrebbero portare a un accordo rapido che riduca le tensioni, o, in assenza di intese chiare, sfociare in scontri limitati. Le domande chiave sono: riusciranno gli sforzi Onu a disinnescare la crisi e prevenire l’escalation? E fino a che punto le parti locali e regionali si impegneranno in eventuali accordi, in un panorama segnato da alleanze fluide e interessi contrastanti?

È probabile che Haftar stia capitalizzando sulle divisioni interne a Tripoli per rafforzare la sua posizione, potenzialmente con il supporto di Emirati e Egitto, mentre la Turchia adatta la sua strategia. Tuttavia, un conflitto aperto rischierebbe di frammentare ulteriormente la Libia, con ripercussioni sulla sicurezza energetica mediterranea e sui flussi migratori. La comunità internazionale, attraverso l’Onu e il processo di Berlino, deve intensificare la pressione per una soluzione inclusiva, ma il successo dipenderà dalla volontà delle fazioni libiche di superare le loro divergenze ideologiche e territoriali.


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