La Moldavia si prepara alle elezioni parlamentari del 28 settembre sotto il fuoco incrociato della disinformazione russa. Obiettivo: screditare Maia Sandu e il suo partito filoeuropeo e frenare l’integrazione con Bruxelles
Nuove elezioni? Nuova campagna di interferenza e disinformazione. Nell’ultima settimana di settembre la Moldavia andrà al voto per eleggere il nuovo Parlamento. Ma la campagna elettorale si gioca anche altrove: su TikTok, nei gruppi Telegram, nelle tv locali sostenute dall’estero. A raccontarlo è l’ultimo report di Insikt Group (Recorded Future), che documenta la convergenza di diverse operazioni di influenza russe con un obiettivo preciso: destabilizzare il processo elettorale e frenare il percorso di Chişinău verso l’Unione europea.
Operazioni coordinate
I network individuati (Operation Overload, Operation Undercut, la “Foundation to Battle Injustice”, il media hub Moldova24 e il portale Pravda Moldova) colpiscono con lo stesso frame: Maia Sandu e il Partito d’Azione e Solidarietà (Pas) sarebbero corrotti, l’integrazione europea sarebbe disastrosa per economia e sovranità, Mosca rappresenterebbe un’alternativa più naturale.
Le modalità non cambiano. Ma occorre unire i pezzi: Overload inonda giornalisti e fact-checker con notizie false e deepfake che impersonano portavoce del governo; la Foundation rilancia inchieste manipolate che accusano Sandu di traffico di minori, droga e armi; Undercut opera su TikTok con decine di account falsi che prevedono brogli e crisi imminenti. In parallelo, la rete legata all’oligarca Ilan Shor finanzia centinaia di pagine Facebook e programmi come “Evrazia” per diffondere messaggi pro-Russia e screditare il Pas.
La cassetta degli attrezzi rossa
Il report mostra come le operazioni si appoggino a una filiera consolidata. Moldova24, tv online nata nel 2024, riceve supporto tecnico e infrastrutturale da RT e da reti di hosting russe. I contenuti, spalmati su più di una dozzina di domini, vengono diffusi anche su YouTube, Instagram e TikTok con campagne pubblicitarie a basso costo. Oltre sei milioni di interazioni solo tra giugno e agosto 2025. Pravda Moldova, parte del più ampio ecosistema Portal Kombat, funziona invece da amplificatore automatico per articoli e comunicati di media statali russi, con un focus mirato sulle comunità russofone di Gagauzia e Transnistria.
Il rapporto segnala come la Moldavia sia ormai diventata un laboratorio di sperimentazione informativa. Costi bassi, ecosistema mediatico frammentato e scarsa resilienza digitale offrono a Mosca un terreno ideale per testare tecniche che poi possono essere replicate altrove, anche in Paesi Ue.
Secondo Insikt Group, l’impatto diretto di queste campagne sul voto resta limitato. Ma il rischio è più ampio: erodere fiducia nelle istituzioni, spingere all’astensione, minare la credibilità internazionale di un Paese che ha fissato al 2030 l’obiettivo di entrare nell’Ue. È la logica del Russkij Mir: trasformare la Moldavia in una “seconda Bielorussia”,
Il test moldavo
Per Mosca, la Moldavia non è parte della propria sfera di influenza. Un Paese di 2,5 milioni di abitanti stretto tra Romania e Ucraina, con una diaspora molto attiva in Europa e una regione separatista, la Transnistria, che ospita truppe russe da trent’anni.
Va da sé che il voto moldavo è un test che va oltre i confini di Chişinău. Per l’Unione europea, è un banco di prova della capacità di sostenere uno Stato candidato vulnerabile alle pressioni ibride. Per Mosca è l’occasione di mostrare che anche senza carri armati si può fermare l’allargamento europeo, sfruttando propaganda, oligarchi e reti digitali.