Skip to main content

Guerra ibrida da manuale. Cosa minaccia le elezioni in Moldavia

A pochi giorni dalle elezioni parlamentari, la Moldavia diventa epicentro della guerra ibrida russa. Raid della polizia su asset infiltrati, reti sociali inquinate e operazioni di disinformazione sempre più sofisticate. Un laboratorio che Mosca usa per testare tecniche da esportare anche nell’Ue

Le elezioni parlamentari del 28 settembre in Moldavia si giocano su due fronti. Quello visibile, legittimo, con i seggi aperti e il confronto politico tra il partito europeista di Maia Sandu e le forze filorusse. E quello parallelo, sotto soglia, fatto di raid di polizia, reti sociali inquinate e operazioni di influenza sempre più sofisticate.

Lunedì le forze dell’ordine moldave hanno condotto oltre 250 perquisizioni contro più di 100 sospetti, con 74 arresti e sequestri di armi. Secondo il procuratore Victor Furtună, l’operazione puntava a neutralizzare individui, legati a Mosca e da questa pre-addestrati militarmente, sospettati di preparare atti di ostilità e sommosse a seguito della tornata elettorale. Gli arresti, a sei giorni dal voto, fotografano un Paese che da mesi vive sotto la pressione della macchina di disinformazione e pressione russa, sotto le campagne di influenza e destabilizzazione del Cremlino.

Il dossier più recente di Recorded Future, poi, documenta la convergenza di diversi network russi in Moldavia: Operation Overload, che inonda giornalisti e fact-checker con notizie false e deepfake; Operation Undercut, che sfrutta TikTok con decine di account fake; la Foundation to Battle Injustice, che rilancia inchieste manipolate; media hub come Moldova24 o Pravda Moldova, alimentati da infrastrutture russe, che martellano messaggi anti-Ue e pro-Mosca.

La Moldavia, così come la Norvegia, i Paesi balitici e l’Europa orientale, viene usata come laboratorio, complice un ecosistema mediatico frammentato e con scarsa resilienza digitale ed un elemento storico-culturale identitario che la lega a Mosca. Qui il Cremlino testa strumenti che poi esporta altrove, anche dentro l’Unione europea. Lo dimostra il network CopyCop (Storm-1516), una delle operazioni più pervasive di influenza russa, con oltre 300 siti in un anno hanno diffuso contenuti filorussi dalla Germania agli Stati Uniti, dalla Francia al Canada, fino a Chişinău. Con un elemento di novità. L’obiettivo di avvelenare i dataset dell’intelligenza artificiale occidentale, saturando la rete di narrazioni pro-Cremlino che rischiano di finire nei modelli generativi usati da media e cittadini.

L’elemento tecnologico segna un salto di qualità. Llm (modelli linguistici) open-source modificati per aggirare controlli, video manipolati che imitano grafiche di tv nazionali, mirror resilienti ai takedown. CopyCop produce campagne integrate, regionalizzate e adattate (targetizzate) alle fratture interne di ogni Paese, dal separatismo in Alberta alle tensioni tra Francia e Armenia, fino agli attacchi a Sandu in Moldavia.

L’obiettivo resta invariato, guerra ibrida da manuale, se unito alle operazioni sottosoglia che coinvolgono nelle ultime settimane i cieli dell’Europa orientale. Erodere il sostegno a Kyiv, minare la fiducia nelle istituzioni democratiche e dividere gli alleati occidentali. In Moldavia, il timing parla da solo. Indebolire la presidente Sandu e il suo Pas, screditare il percorso verso l’Ue e riportare il Paese nella sfera d’influenza russa.

La minaccia va oltre il singolo ciclo elettorale. L’informazione è stata weaponizzata e l’IA, se corroso e avvelenato, rischia di moltiplicarne la potenza. Per Bruxelles e per le capitali europee il test moldavo è una pedina non trascurabile. Si tratta di sostenere un Paese candidato vulnerabile e dimostrare che la guerra ibrida russa può essere contenuta prima che diventi una seconda Bielorussia ai confini dell’Ue, muovendosi in anticipo e studiando i vettori di minaccia per neutralizzare la loro efficacia.


×

Iscriviti alla newsletter