Il gasdotto Sestino-Minerbio e il cavo sottomarino Tyrrhenian Link sono tra i progetti più strategici del capitolo RePowerEu del Pnrr. Due opere da quasi 900 milioni complessivi che puntano a rafforzare sicurezza energetica, diversificazione delle fonti e integrazione delle rinnovabili nella rete nazionale
Il gasdotto Sestino-Minerbio, tra la Toscana e l’Emilia-Romagna, fa parte della “Linea Adriatica”, il più grande progetto di trasporto del gas realizzato in Italia negli ultimi dieci anni. Consentirà di aumentare la capacità di trasporto lungo l’asse Nord/Sud di circa 5 milioni di metri cubi al giorno. Insieme alla realizzazione di una centrale di compressione a Sulmona faciliterà i flussi dai punti di ingresso nell’Italia meridionale. È previsto un investimento di 375 milioni di euro e l’opera sarà realizzata dalla SNAM entro il mese di agosto del prossimo anno.
Il “Tyrrhenian Link” è la “linea di interconnessione est” tra la Sicilia e la Campania, una infrastruttura di cavi sottomarini (511 km) tra Eboli (Salerno) e Caracoli (Palermo). L’obiettivo è di estendere la trasmissione dell’energia elettrica “per consentire la raccolta di capacità da fonti rinnovabili nel Sud Italia e la sua integrazione nella rete di trasmissione nazionale”. È previsto un investimento di 500 milioni di euro e l’opera dovrà essere completata da Terna entro agosto 2026. L’interconnessione migliorerà la capacità di scambio elettrico e potranno essere utilizzati al meglio i flussi di energia da fonti rinnovabili, solare ed eolico in particolare.
Sono soltanto due esempi dei progetti strategici contenuti nel capitolo RePowerEu del Piano Nazione di Ripresa e Resilienza (Pnrr) con il quale l’Unione Europea ha inteso assicurare sicurezza e indipendenza energetica, affrancando i consumi dei Paesi membri dai combustibili fossili, in particolare quelli provenienti dalla Russia. Una risposta alle difficoltà del mercato energetico causate dall’invasione della Russia all’Ucraina. Il Piano nazionale, predisposto dall’Unità di Missione Pnrr del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, si pone come obiettivo prioritario “la sicurezza e la diversificazione energetica”.
Se ne è parlato ieri in un convegno (“Governance, Competenze e Partecipazione: l’esperienza del Pnrr come modello per il futuro”) presso l’Undp Rome Centre for Climate Action and Energy Transition, durante il quale, come ha ricordato Fabrizio Penna, Capo Dipartimento Unità di Missione Pnrr del Mase, si è fatta una sorte di “assemblea plenaria” con tutto il personale del dipartimento per fare il punto, ad un anno dalla scadenza del Piano, di cosa si è fatto e di cosa rimane ancora da fare. “Inizia oggi un anno cruciale, ha detto Penna, perché la realizzazione del Pnrr non lascerà solo una crescita del Pil come gli ultimi dati stanno confermando, ma un nuovo e più consolidato rapporto di collaborazione tra pubblico e privato, una più moderna e specifica formazione dei giovani che pongono la nostra amministrazione tra le prime per tutti i parametri del Pnrr, numero di progetti, spesa effettiva attuata, performances raggiunte. In una parola la nostra “mission” è mettere in sicurezza quelle risorse finanziarie che si spalmano su una miriade di investimenti, di interventi e di progetti che stiamo portando a compimento”.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza rappresenta per l’Italia non solo una risposta straordinaria alla crisi pandemica, ma anche “un banco di prova per la capacità del Sistema Paese di attivare modelli innovativi di governance multilivello, rafforzare le competenze della pubblica amministrazione e promuovere la partecipazione attiva di cittadini, territori e stakeholder”. L’incontro ha inteso approfondire come “l’attuazione del Pnrr abbia inciso sulle dinamiche istituzionali, amministrative e sociali, divulgando apprendimenti e buone pratiche che possono costituire un patrimonio utile per un disegno di politiche pubbliche future”. Ed è prevista proprio oggi la convocazione della Cabina di Regia sul Pnrr a Palazzo Chigi per stabilire la fase finale della rimodulazione del Piano che sarà presentata a ottobre alle Camere e alla Commissione europea. L’obiettivo è di mettere in sicurezza i fondi UE, spostando le risorse su progetti più avanzati e ridurre così il rischio di non centrare i target concordati con Bruxelles.
I saluti non formali del Centro che ha ospitato la manifestazione sono stati portati da Agostino Inguscio, direttore del Centro e del Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite (Undp) per l’Italia, il quale ha ricordato gli obiettivi di sviluppo sostenibile che sono in capo al programma onusiano. “Non si tratta di un’agenzia normativa, ma di un focus sull’implementazione di progetti concreti, all’interno di un quadro più ampio che comprende tutte le tematiche ambientali. Da qui la stretta collaborazione con il Ministero dell’Ambiente, come nella formazione attraverso l’implementazione dell’iniziativa Young for Climate. E con il Piano Mattei per l’Africa della Presidenza del Consiglio”.
Le autorizzazioni per la costruzione di impianti da fonti rinnovabili è stata una delle riforme più significative associate al Piano, figlia del decreto semplificazione del 2024. Una riforma fortemente richiesta dall’Unione Europea alla quale il Ministero dell’Ambiente ha partecipato con un lavoro di collaborazione intenso e produttivo. E ancora, l’attuazione del pilastro del principio del Dnsh (Do No Significant Harm), che prevede che tutti gli interventi previsti dal Piano non arrechino alcun danno all’ambiente e contribuiscano ad attuare l’Accordo di Parigi e gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
A questo proposito va ricordata anche la Missione 2 del Piano, “Rivoluzione verde a transizione ecologica”, che ha lo scopo di “colmare le lacune strutturali che ostacolano il raggiungimento di un nuovo e migliore equilibrio fra natura, sistemi alimentari, biodiversità e circolarità delle risorse”, in linea con gli obiettivi del Piano d’azione per l’economia circolare dell’Unione Europea. La Missione è articolata in quattro componenti: agricoltura sostenibile ed economia circolare; energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile; efficienza energetica e riqualificazione degli edifici; tutela del territorio e della risorsa idrica.
Le conclusioni dell’incontro sono state affidate a Claudio Barbaro, Sottosegretario del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. “Due dati su tutti: il Ministero dell’Ambiente è il secondo ministero per finanziamenti gestiti, ma il primo per misure messe in cantiere. Questo quantifica e qualifica l’importanza del nostro dicastero nella gestione del Pnrr e il lavoro fin qui svolto. Il Mase ha saputo gestire la transizione del Piano trasformandola da necessità ad opportunità, un banco di prova per la capacità di tutto il Sistema Paese di attivare modelli innovativi di governance. Questo è stato possibile grazie ad una squadra competente e preparata, costruita all’interno del dipartimento”.