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L’Europa dichiara guerra alla flotta ombra del Cremlino

Bruxelles prepara un nuovo quadro giuridico per ispezionare le petroliere appartenenti alle flotte ombra di Mosca. L’obiettivo? Concludere accordi bilaterali con gli Stati di bandiera e rafforzare la sicurezza marittima europea, limitando l’uso di queste come strumento ibrido, economico e strategico del Cremlino

L’Unione europea ha deciso di spingersi oltre nella sua battaglia contro la flotta ombra russa, per Bruxelles non più una mera questione economica ma una minaccia diretta alla sicurezza marittima e ambientale dell’Europa.

Secondo un documento del Servizio europeo per l’azione esterna (Eeas) ottenuto da Politico, l’Ue vuole ampliare i poteri degli Stati membri per abbordare e ispezionare le navi sospette. L’obiettivo è rafforzare il diritto internazionale del mare e costruire un quadro di accordi bilaterali tra l’Unione e i cosiddetti flag states, i Paesi che registrano le navi, per consentire ispezioni “pre-autorizzate” anche in acque internazionali.

Le flotte ombra russe contano centinaia di petroliere di dubbia proprietà, spesso vecchie di decenni, registrate sotto bandiere di comodo e prive di assicurazione internazionale. Operano ai margini del sistema regolato, trasferendo greggio da nave a nave in alto mare, spegnendo i transponder e violando sistematicamente le rotte commerciali convenzionali.

Agli occhi di Bruxelles, si tratta di un ecosistema opaco che alimenta le entrate di guerra di Mosca, elude sanzioni, aggira il tetto al prezzo del petrolio imposto dal G7 e moltiplica i rischi ambientali. Il documento dell’Eeas visionato da Politico si spinge oltre, evidenziando come le flotte “possono essere utilizzate come piattaforme per attacchi ibridi contro il territorio dell’Ue”, comprese attività di sorveglianza o sabotaggio contro infrastrutture critiche.

Dal controllo delle bandiere al diritto d’ispezione

Il piano europeo prevede di completare entro novembre una dichiarazione comune per rafforzare l’applicazione del diritto del mare e legittimare interventi coordinati e avviare, solo successivamente, i negoziati con i principali Stati di bandiera da (Panama, Liberia, Isole Marshall e Malta) per rendere operative le ispezioni, in un Bruxelles ha già avviato contatti con diversi Stati di bandiera “prioritari”. Panama, il registro navale più grande del mondo, ha accettato di cancellare le vecchie petroliere sanzionate e di interrompere le registrazioni di navi con più di 15 anni. Una decisione che, nelle intenzioni dell’Ue, dovrà diventare un precedente ed inizio di una nuova consuetudine.

Bruxelles stringe la morsa. Nel prossimo pacchetto di misure, l’Unione prevede anche nuove designazioni di società assicurative, registri navali e operatori logistici che supportano la flotta ombra, fino a un potenziale divieto di servizi di bunkeraggio (rifornimento di carburante) alle navi sospette.

Il contrasto alla flotta ombra rientra ormai nella cornice della “resilienza ibrida” come leva di difesa strutturale e di protezione della sicurezza marittima e infrastrutturale dell’Ue.

 


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