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Nexperia, una bomba ad orologeria tra le arterie dell’interdipendenza. L’analisi di Picotti

Di Luca Picotti

Il caso Nexperia parla anche all’Italia. Come gestire società strategiche, basate nella nostra geografia giuridica, ma acquisite, specie nei primi anni Dieci del Duemila, da realtà cinesi, in operazioni di iniezione di capitale ai tempi accolte con grande favore ma che oggi danno vita a situazioni problematiche, anche rispetto alla nuova postura statunitense? L’analisi dell’avvocato e saggista Luca Picotti, research fellow Osservatorio Golden Power, autore di Linee invisibili (Egea) e La legge del più forte (LUP)

La dirompente decisione del governo olandese di congelare l’amministrazione della società produttrice di chip Nexperia non rappresenta più un caso di studio per soli addetti ai lavori, ma si presta ad essere una delle più emblematiche fotografie dei trade-off di misure e contro-misure nelle guerre economiche in corso, delle profonde interdipendenze nei settori, di come la scelta di non perdere un potenziale mercato (americano) rischi di comprometterne un altro (cinese) con ripercussioni su altri ancora (automotive europeo). Nello sfondo, l’importanza della geografia giuridica e la realtà di multinazionali trapassate da linee invisibili, con la casa madre-socio di controllo da un lato, la controllata e il diritto che la regola dall’altro.

Quali sono le coordinate principali per leggere tale importantissima vicenda? Territorio, giurisdizione, potere, nazionalità delle società, complessità delle catene del valore, Stato di diritto.

Nexperia è una società che produce chip, semplici e avanzati, ed è basata in Olanda, con sede a Nimega. Qui ha la propria base, vi si trovano i centri decisionali, i capannoni, i lavoratori e le attività di R&S. In sostanza, in Olanda vi è la dimensione concreta-produttiva (o almeno una sua parte) dell’attività di impresa. Al territorio corrisponde la giurisdizione. Nexperia B.V. è una società di diritto olandese, ivi incorporata. La legge che la regola è pertanto quella olandese: a partire da tutte quelle normative nazionali che permettono l’utilizzo di poteri eccezionali verso, per l’appunto, le “proprie” imprese. Da qui, passiamo al cruciale tema della nazionalità del controllo. Difatti, Nexperia è sì una società di diritto olandese, ma è controllata dal gruppo cinese Wingtech – in altre parole, rappresenta la sussidiaria olandese del gruppo multinazionale cinese. Ne deriva che gli amministratori e per mezzo di questi le strategie aziendali sono decise in prima battuta dal legittimo proprietario, ossia il socio di controllo cinese.

Nel gioco delle geografie giuridiche, vediamo dunque che i protagonisti sono due: Olanda e Cina. Nella partita si aggiungono però anche gli Stati Uniti. Innanzitutto, è da anni che Washington cerca, non senza pressioni e con discreto successo, di arruolare l’Olanda nella guerra commerciale contro la Cina sui chip, atteso che è proprio in Olanda che si trova il vero gioello europeo nel settore, ossia Asml, leader nei macchinari litografici per i chip avanzati. Dopodiché, verso fine settembre 2025 vi è stata una ulteriore accelerazione nella guerra commerciale, con diverse implicazioni a catena per tante realtà europee: difatti, gli Stati Uniti hanno iniziato a inserire nella Entity List – che raccoglie le realtà con le quali l’export è subordinato al rilascio di licenze – tutte le sussidiarie al 50% + 1 di società cinesi. Nexperia, controllata del gruppo Wingtech, era ovviamente tra quelle. Ciò significava un potenziale blocco dell’export di tecnologie americane. Aut aut Stati Uniti o Cina?

Non è dato sapere quale sia stato l’effettivo ruolo della misura statunitense nella decisione dell’Olanda. Va da sé che qualche giorno dopo il governo ha riesumato una datata legge del 1952, il Goods Availability Act, per utilizzare in modo inedito i poteri speciali da questa previsti e intervenire nella gestione di Nexperia, rispetto anche alla proprietà cinese. Sebbene ne condivida alcune logiche, non si tratta della normativa sugli investimenti esteri (“Golden Power”), bensì di una specifica legge disegnata in tempi di Guerra Fredda e avente come riferimento paradigmi emergenziali relativi ai rischi nell’approvvigionamento (ad esempio, di beni alimentari, medicinali, energia). Il parametro è la continuità produttiva di una azienda al fine di garantire l’approvvigionamento di un dato bene. Nel caso di specie, il governo olandese ha citato rischi di carenze produttive nei chip e di mal gestione. Le misure adottate nel concreto? Un sostanziale congelamento dell’amministrazione della società da parte dei proprietari e gli amministratori espressione di questi, con ogni decisione rilevante rimessa, di fatto, all’autorità pubblica. Elemento importante: nel provvedimento si è specificato che, fermo l’intervento eccezionale sull’amministrazione e i diritti proprietari del socio di controllo, l’attività produttiva continua: la forza del territorio e dei lavoratori negli stabilimenti materiali.

Tre sono i profili più delicati che scaturiscono dalla vicenda in questione.

In primo luogo, l’interdipendenza tra misure e contro-misure. La decisione del governo olandese può avere facilitato un dialogo con gli Stati Uniti al fine di evitare problemi con gli export control americani, ma ha allo stesso tempo causato problemi enormi con Pechino e il socio di controllo cinese, che ha subito fermato l’export nei confronti di Nexperia – e la controllata olandese era piuttosto inserita nelle filiere della casa madre, con immaginabili conseguenze. Lo stallo di Nexperia si è così riverberato poi, a cascata, sui suoi clienti, a partire dalle grandi realtà dell’automotive europeo, abituate a rifornirsi di chip dalla società olandese. L’intreccio di interdipendenze e trade-off è evidente. Così come è evidente la debolezza europea nel gioco spietato delle guerre commerciali, in cui ogni potenza utilizza i propri chokepoints per fare pressione. Il rischio, e il caso Nexperia ne è un esempio paradigmatico, è che l’Unione europea finisca ad essere un mero terreno di scontro, un menù nella guerra tra Cina e Stat Uniti.

In secondo luogo, vi è un tema di tenuta dello Stato di diritto. La misura, e le ragioni richiamate a giustificazione, lasciano diversi dubbi. L’utilizzo di simili poteri speciali, se abusato, rischia di compromettere l’affidabilità del sistema di garanzie europeo, che è sempre stato motivo di attrattività. In questa fase storica certe tutele rischiano di trasformarsi in debolezze nei confronti di attori sempre più assertivi? Forse. Ma al contempo bisogna considerare i rischi nel lungo periodo di misure come quella del governo olandese.

Infine, questo caso parla anche all’Italia. Come gestire società strategiche, basate nella nostra geografia giuridica, ma acquisite, specie nei primi anni Dieci del Duemila, da realtà cinesi, in operazione di iniezione di capitale ai tempi accolte con grande favore ma che oggi danno vita a situazioni problematiche, anche rispetto alla nuova postura statunitense?

Per questo la vicenda Nexperia è importantissima. Perché tocca il nervo delle grandi sfide di questa fase storica, tra competizione geopolitica, realtà delle catene del valore, Stato di diritto e le linee invisibili delle geografie giuridiche.


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