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Quei sorvoli di droni sulle infrastrutture critiche tedesche 

Sciami di droni hanno sorvolato infrastrutture strategiche tedesche, dal cantiere navale militare di Kiel alla raffineria di Heide fino al parlamento regionale

Ancora sorvoli di droni non autorizzati, questa vola nei cieli tedeschi, nel nord della Germania. Nella notte tra giovedì e venerdì scorso, uno sciame di droni ha sorvolato centrali elettriche, ospedali, cantieri navali militari e perfino il parlamento regionale di Kiel, nel Land dello Schleswig-Holstein. Un volo tatticamente ben coordinato, secondo un rapporto interno citato da Der Spiegel, che descrive come i velivoli senza pilota si sarebbero mossi in formazione parallela, come per mappare con precisione le infrastrutture critiche.

Non ci sono prove nette, ma il sospetto verso Mosca aleggia con forza, da Copenaghen a Berlino. “Dalla prospettiva europea esiste un solo Paese disposto a minacciarci: la Russia”, ha scandito la premier danese Mette Frederiksen. Una linea condivisa anche da Berlino, dove il cancelliere Friedrich Merz ha ammesso che l’ipotesi russa “non può essere esclusa”.

Le infrastrutture nel mirino

Le incursioni hanno interessato punti nevralgici della regione, dai settori industriali a quelli militari, politici, economici, energetici e commerciali. Ovvero i settori strategici.

Tra questi, il cantiere navale militare Thyssenkrupp di Kiel, specializzato nella costruzione di fregate e sottomarini, l’ospedale universitario della città, sorvolato da un gruppo di velivoli guidati da un “drone madre”, la centrale a gas Coastal Power Plant e il canale di Kiel, arteria commerciale europea; la raffineria di Heide, che rifornisce l’aeroporto di Amburgo e il Landeshaus, sede del parlamento regionale.

Un disegno di traiettorie che, se confermato, avrebbe il sapore di una ricognizione preparatoria per operare chirurgicamente su arterie sensibili. “Si tratta di strumenti tipici della guerra ibrida, volti a destabilizzare e a instillare insicurezza nell’opinione pubblica”, ha dichiarato la ministra degli Interni del Land, Sabine Sütterlin-Waack.

Espansione del raggio d’azione

Prima della Germania,  come abbiamo riportato, droni non identificati hanno messo “visitato”, nelle ultime settimane, gli aeroporti di Copenaghen, Vilnius e Oslo. Episodi analoghi sono stati registrati in Polonia, Romania e Norvegia, alimentando l’urgenza di una risposta comune. Non a caso, a margine del vertice Ue di Copenaghen, i leader europei discutono di una “drone wall” sul confine orientale dell’Unione, una barriera tecnologica fatta di radar, sistemi anti-jamming, droni intercettori e artiglieria automatizzata. Il ministro federale dell’Interno, Alexander Dobrindt, ha annunciato una proposta di legge per autorizzare l’abbattimento di droni sospetti sul territorio nazionale. Mentre partner Nato come Francia, Regno Unito, Paesi Bassi, Polonia, Finlandia, Svezia e Stati Uniti hanno già messo a disposizione radar, elicotteri e sistemi di sorveglianza per proteggere il vertice europeo in Danimarca.

Grey zone

Ricognizioni preliminari, volte a individuare i punti vulnerabili delle infrastrutture europee in vista di scenari futuri, operazioni di moral bombing ibrido o, semplicemente, azioni di disturbo. In ogni caso, si tratta di un confronto nella “zona grigia”, sottosoglia, che richiede una lettura in chiave strategica e collettiva.


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