La Commissione Europea ha ospitato la riunione annuale con i rappresentanti religiosi d’Europa chiamati a smontare l’artificio e il danno delle polarizzazioni. Imam Pallavicini, tra gli ospiti, racconta chi c’era e cosa si è detto
Il Commissario Magnus Brunner e la Vice Presidente del Parlamento Europeo Antonella Sberna hanno salutato i delegati religiosi dell’Ebraismo, del Cristianesimo ortodosso, cattolico, protestante e anglicano, dell’Islam e Buddhismo d’Europa.
Temi del confronto sono stati i crimini d’odio che hanno colpito le comunità religiose, la ricaduta dei conflitti in Ucraina e in Medio Oriente e le azioni sviluppate dalle autorità religiose per contrastare queste degenerazioni. A corrispondere a questo invito hanno partecipato autorevoli rappresentanti della Conferenza Europea dei Rabbini (Cer), della Conferenza Europea delle Chiese (Cec), della Chiesa Cattolica presso le Istituzioni Europee (Comece), delle Chiese Ortodosse (Croceu), del Consiglio Europeo delle guide musulmane (Eulema), dell’Unione Buddhista Europea (Ebu).
La vicepresidente Sberna ha voluto enfatizzare il ruolo di orientamento etico che le autorità religiose offrono alla società europea, sensibilizzando al dialogo, alla coesione e all’empatia tra le differenti identità religiose nella ricerca di promuovere un linguaggio comune che possa alimentare la fiducia reciproca e la costruzione di una dignità tra i popoli e il pluralismo religioso in Europa. La cooperazione deve prevalere anche nel disaccordo evitando semplificazioni e promuovendo la riconciliazione.
Il commissario Brunner ha invitato gli interlocutori religiosi a contribuire con la saggezza millenaria del patrimonio spirituale e culturale che rappresentano in una importante occasione di confronto con le istituzioni dell’Unione Europea affinché la visione e la declinazione dei valori della società europea possa sempre aprirsi a questa ricchezza.
La crescita dell’antisemitismo, dell’opposizione al messaggio cristiano percepito come antitetico alle radici dell’Occidente e dell’odio contro i musulmani e la necessità di sviluppare nuovi programmi di dialogo interreligioso come antidoto alla polarizzazione del populismo e del nazionalismo sono elementi che i rappresentanti religiosi hanno ripetuto insieme alla testimonianza buddhista di Pace universale che gli insegnamenti del Dalai Lama raccomandano anche per il futuro dell’Occidente.
Nel mio intervento ho espresso preoccupazione per il gioco ambiguo della propaganda che specula con la polarizzazione e che provoca una radicale contrapposizione di istinti e ignoranza. “Una prima polarizzazione è quella di chi vuole negare la vita ai credenti e alle comunità religiose promuovendo una rivoluzione contro il sacro e la spiritualità o contro il linguaggio dei simboli e dei segni della Rivelazione per omologare il pensiero umano ad un codice morale e politico misero e volgare. Segue la polarizzazione ancora più sofisticata di coloro che cercano di selezionare una forma religiosa contro un’altra fomentando la messa in scena di una guerra di religioni, una competizione infantile per la prevaricazione di una dottrina contro l’altra, la perversione dell’inquisizione o dell’arroganza maschilista dei talebani. Tutto questo ha provocato i danni di una polarizzazione all’interno delle rispettive comunità di fede e società civili locali. La propaganda tra suprematismo e vittimismo, senza fede e senza ragione e senza giustizia e senza educazione, colpisce le anime dei credenti e dei cittadini che sembrano costretti a scegliere un falso polo a discapito dell’intelligenza e della responsabilità nel mondo reale. Si assiste così ad un esclusivismo fanatico all’interno delle comunità che cerca di delegittimare il patrimonio tradizionale e l’interpretazione autenticamente intellettuale per accreditarsi come potere politico abusando di qualche riferimento malcompreso alla religione. Una investitura imperiale per diventare campioni del mondo in guerra fratricida”.
A queste complessità reagiscono le autorità religiose nel loro confronto costruttivo con i rappresentanti delle istituzioni dell’Unione Europea, smentendo anche le voci di coloro che affrettano la fine dell’Occidente e di coloro che lo vogliono trasformare in una barbarie anarchica. Il dialogo tra governanti lungimiranti e guide religiose illuminate è un argine alla dissoluzione e all’indifferenza rispetto ai valori e ai principi di una vita che sappia ancora articolarsi secondo la logica superiore e immanente della provvidenza e della misericordia divina.
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