Stupisce che 5 Stelle e alcuni settori del Pd contestino la scelta dello sgombero del centro sociale. L’opinione di Giorgio Merlo
C’è un aspetto che, francamente, rischia di diventare sempre di più un mistero fonte di contraddizione e ambiguità. E cioè, com’è possibile che di fronte alla decisione di smantellare – scelta purtroppo tardiva – il centro sociale torinese Askatasuna, la sinistra torinese, o meglio la stragrande maggioranza della sinistra torinese e anche nazionale, contesta la scelta degli organismi istituzionali preposti, di fronte ad un centro sociale che in questi anni si è contraddistinto per la violenza che ha messo in campo? A livello torinese, piemontese e soprattutto sul versante nazionale?
Ora, il tema della discordia è molto semplice. C’è un centro sociale che è tutt’altro che un centro di socializzazione, di elaborazione culturale, di promozione politica, di convivialità democratica o di approfondimento tematico.
E veniamo al punto politico di fondo. E cioè, se è comprensibile che il partito del trio Fratoianni/Bonelli/Salis difenda a spada tratta tutti i centri sociali disseminati in Italia – essendo il partito, appunto, che è il prolungamento di quelle esperienze cosiddette sociali – stupisce che altre forze di sinistra, a cominciare dai 5 Stelle e da alcuni settori del Pd, contestino una scelta del genere o, peggio ancora, continuino tutto sommato a difendere una esperienza come quella di Askatasuna.
Certo, si tratta di un atteggiamento politico ben noto e che non si ferma alla vicenda, peraltro complessa e drammatica, del centro sociale torinese. Perché, purtroppo, c’è un nodo irrisolto nel rapporto tra la sinistra, soprattutto l’attuale sinistra italiana, e il tema della sicurezza, della tutela della legalità, della difesa del ruolo e della mission delle forze dell’ordine e, in ultimo, della garanzia per i cittadini di poter vivere in un clima di pace e di sicurezza pur nel rispetto di tutto ciò che è sinonimo di dissenso, di manifestazioni di piazza e di contestazione politica.
Ed è un nodo, questo, che continua ad attraversare l’universo della sinistra italiana nelle sue multiformi sfaccettature e che non trova soluzione. E la drammatica situazione del centro sociale torinese non fa altro che riproporre questa eterna contrapposizione.
E cioè, da un lato una difesa sperticata di chi garantisce in tutte le forme possibili l’ordine pubblico e, dall’altro, coloro che mettono sistematicamente in discussione ogni scelta che punta deliberatamente a garantire e a ricercare la sicurezza dei cittadini. Su questo versante, non ci possono essere visioni ideologicamente contrastanti.
Perché il nostro Paese ha già conosciuto in un triste passato le contraddizioni di una parte politica che ha sostanzialmente minimizzato tutto ciò che era riconducibile alla violenza. Speriamo sia una lezione che nessuno possa o debba dimenticare. Soprattutto nel campo della sinistra estremista, ideologica e massimalista.
















