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Bruxelles stringe (due volte) il cerchio sulle navi del petrolio russo

exxonmobil

L’Unione europea amplia il perimetro delle sanzioni contro la flotta ombra russa, colpendo decine di vascelli e operatori coinvolti nell’elusione delle restrizioni sul petrolio. Proprio mentre anche negli Usa si prepara qualcosa di simile

Bruxelles torna a colpire la “flotta ombra” di Mosca. Nelle stesse ore in cui i Paesi europei approvano un prestito di 90 miliardi per l’Ucraina, dopo non essere riusciti a trovare un consensus sull’utilizzo degli asset russi congelati per sostenere lo sforzo bellico di Kyiv,  giovedì 18 dicembre il Consiglio dell’Unione Europea ha comminato una serie di sanzioni contro 41 vascelli sospettati di far parte dell’infrastruttura usata da Mosca per eludere le limitazioni occidentali e commerciare illegalmente il petrolio (oltre che, apparentemente, anche per condurre attività di spionaggio). Queste 41 navi sono state aggiunte al già lungo elenco, comprendente circa seicento elementi, di vascelli soggetti al divieto di accesso ai porti e al divieto di fornitura di un’ampia gamma di servizi relativi al trasporto marittimo.

Una decisione che arriva a pochi giorni di distanza da un altro round di sanzioni imposte dal consiglio nei confronti della flotta ombra russa. Nel provvedimento datato 15 dicembre, il Consiglio ha infatti sanzionato cinque individui e quattro entità considerati colpevoli di “sostenere la flotta ombra e la sua catena del valore”. Gli individui in questione, definiti come “direttamente o indirettamente legati alle compagnie petrolifere statali russe”, sono stati accusati di facilitare “pratiche di spedizione irregolari e ad alto rischio”; un’accusa rivolta anche alle compagnie di navigazione con sede negli Emirati Arabi Uniti, in Vietnam e in Russia che sono state incluse nel provvedimento. Le sanzioni impongono un congelamento dei beni dei bersagli, e vietano ai cittadini e alle imprese dell’Ue di mettere fondi a loro disposizione. Le persone fisiche sono inoltre soggette a un divieto di viaggio, che impedisce loro di entrare o transitare negli Stati membri dell’Unione.

Il rinnovato sforzo europeo per soffocare la compravendita illegale di petrolio da parte del Cremlino, considerata una delle principali fonti di introiti per un apparato economico russo fortemente impegnato a sostenere lo sforzo bellico che si protrae in Ucraina, arriva proprio mentre anche dall’altra parte dell’Atlantico sono in preparazione una serie di provvedimenti finalizzati a colpire la “flotta ombra”. Bloomberg riporta infatti la notizia, fornita da alcune fonti anonime, secondo cui Washington sia pronta ad imporre nuove costrizioni rivolte verso la flotta ombra qualora il Cremlino decidesse di continuare a mantenere la propria rigidità nei confronti di un accordo di pace, adesso che sembra essere stato trovato il momentum all’interno della compagine occidentale.

Il fatto che Bruxelles e Washington seguano una linea comune potrebbe aumentare l’efficacia relativa di entrambe le linee d’azione. Ma in assenza di un salto di qualità sul piano dell’enforcement e della cooperazione con i Paesi terzi, la flotta ombra continuerà ad adattarsi. Rischiando di vanificare, se non del tutto in gran parte, gli sforzi occidentali.


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