Nel colloquio tra Tajani e Rubio emergono piena sintonia sulla mediazione americana in Ucraina e sul sostegno alla ricostruzione di Gaza. L’Italia insiste sulla delicata questione dei connazionali detenuti in Venezuela, mentre da Washington arriva una promessa di impegno per una rapida scarcerazione
“Un lungo ed amichevole colloquio telefonico”. Così il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha definito su X la sua conversazione telefonica con il segretario di Stato statunitense Marco Rubio, in cui i due plenipotenziari hanno discusso i principali dossier internazionali. Al centro della conversazione sono state la guerra in Ucraina, la crisi in Medio Oriente e la situazione politica in Venezuela, con particolare attenzione ai cittadini italiani detenuti dal regime di Caracas.
Roma ha confermato il proprio sostegno alla mediazione americana nel conflitto ucraino, un impegno che si inserisce negli sforzi congiunti tra Italia e Stati Uniti per favorire un percorso credibile verso la pace. Secondo quanto scritto sul social, durante il colloquio è stato ribadito l’obiettivo comune di rafforzare la tregua e promuovere la ricostruzione nella Striscia di Gaza attraverso il cosiddetto “Piano Trump”, considerato da entrambe le parti uno strumento essenziale per stabilizzare l’area.
Ampio spazio è stato dedicato anche alla situazione in Venezuela. L’Italia continua a seguire da vicino il caso della detenzione di Alberto Trentini e degli altri prigionieri politici italiani, una vicenda che Roma considera prioritaria. Nel corso della telefonata è stato sottolineato come prosegua senza sosta il lavoro diplomatico per ottenere la loro liberazione. Il segretario Rubio ha assicurato l’impegno personale e quello del Dipartimento di Stato a favore di una rapida scarcerazione di tutti i detenuti politici nel Paese sudamericano. Nessun cenno è tuttavia stato fatto alle crescenti tensioni tra gli Stati Uniti e il Paese latinoamericano verificatesi nel corso degli ultimi mesi.
















