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Il patto con il Diavolo che Renzi deve evitare

Non scendere a patti con il Diavolo-D’Alema e prendere le distanze da questo Pd che non lo rappresenta. E’ questo il messaggio che Mario Adinolfi, giornalista ed ex deputato renziano del Pd, manda a Matteo Renzi attraverso Formiche.net. Mentre il sindaco si dice amareggiato per i toni da scontro finale che si respirano a Largo del Nazareno, ci chiediamo: perché il Rottamatore ha scelto di giocare in attacco questa fase della partita? Qual è la sua strategia? Ed essa si rivelerà vincente?

Renzi ha ragione

“Matteo non ha detto cose irragionevoli. Anche secondo me, Anna Finocchiaro, non tanto come simbolo anti-casta, non è adatta al ruolo di capo dello Stato. Renzi vuole segnare la distanza rispetto alla strategia dei vertici del Pd. E spero che questo sia il pressupposto per smarcarsi successivamente dallo stesso Pd”, spiega Adinolfi.
Anche se il sindaco ha più volte ribadito che non lascerà il Pd, “nemmeno se lo cacceranno a calci”, per l’ex parlamentare è questo il passo che deve avere il coraggio di fare Renzi: “C’è una differenza antropologica tra ‘Matteo’ e il corpaccione del Pd, soprattutto quello uscito dalle parlamentarie di fine dicembre. Il Pd di oggi ha idee e ceto dirigente che assomigliano a quelli del vecchio partito laburista prima di Tony Blair, un partito che non a caso perdeva sempre”.

Il passo che deve fare Renzi

Il giornalista di “Citofonare Adinolfi” comprende il “rapporto edipico che lega Renzi al Pd” ma ora per lui occorre “uno scatto psicologico che faccia capire al sindaco che la sua strada è fuori dal partito dove registra molti più consensi che all’interno di esso. Rimanendo in un partito che lo rifiuta, continuerà il logorio quotidiano che lo sfinirà”.
Quello che ha in mente Adinolfi non è però una scissione: “L’obiettivo è rompere per unire, per far nascere un grande partito riformista che oggi in Italia non c’è”.

No al patto con il “Diavolo”-D’Alema

Un ultimo dubbio pone il blogger a Formiche.net: “Ma siamo sicuri che il candidato ideale per il Quirinale disegnato da Matteo Renzi non sia Massimo D’Alema? Non vorrei che ora la strategia di Renzi sia cercare alleati per stare dentro al gioco del Pd”. Per Adinolfi potrebbe essere questo il senso dell’incontro tra i due di giovedì scorso a Firenze: “Potrebbero essersi incontrati due interessi diversi: da una parte quello del sindaco di rompere l’isolamento nel Pd, dall’altro quello di D’Alema di avere il via libera per se stesso al Quirinale. Il suo nome penso non dispiaccia a Matteo”. Ma se questa è la strategia, avverte Adinolfi, “vorrei metterlo in guardia: Attento a fare patti con il Diavolo”.



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