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Obama difende la privacy. E in Italia?

Corea del Nord, Cina, Iran e i recenti attentati di Boston non hanno impedito all’amministrazione Obama di far valere le ragioni della privacy dei cittadini-internauti contro un progetto di legge controverso in materia di cybersecurity.

Il Cyber Intelligence Sharing and Protection Act (Cispa) è attualmente in discussione al Congresso, ma la Casa Bianca ha già fatto sapere che “continua ad essere preoccupata dal fatto che la proposta ancora non imponga agli operatori privati di prendere misure ragionevoli per rimuovere informazioni personali irrilevanti nel momento in cui invia i propri dati di cybersecurity al governo a ad altre società private”. Obama chiede in pratica che i privati siano ritenuti responsabili per un trattamento poco ortodosso e comunque non funzionale allo scopo della sicurezza dei dati personali. Uno dei punti più contestati dal presidente è la possibilità di accedere alle informazioni cibernetiche da parte della National security agency, un ente di sicurezza militare. Anche i gruppi di difesa dei diritti civili sono sul piede di guerra.

Lo straordinario potere concesso alle imprese che controllano il network è uno dei temi che agita maggiormente le acque politiche in Occidente. Un dibattito del genere dovrà probabilmente aprirsi presto anche in Italia dove, meno di un mese fa, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale un decreto sulla cybersecurity, primo atto normativo del genere nel nostro Paese. Anche nel disegno italiano, infatti, gli operatori privati delle infrastrutture critiche hanno obblighi di comunicazione alle autorità di sicurezza (articolo 11 del decreto).



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