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Aufstehen: Wagenknecht fonda un movimento per la sinistra

Oggi, 4.9.2018, nasce ufficialmente il movimento della sinistra in Germania Aufstehen promosso da una delle più importanti figure politiche del partito Die Linke in Germania: Sahra Wagenknecht. Il movimento ha superato le 109.000 adesioni nel giro di poche ore da quando il sito è stato attivato. Senza dubbio qualche cosa di impressionante.

Per molti, Wagenknecht è espressione di una sinistra radicale nazionalista ed eccessivamente euroscettica e dunque questa iniziativa è vista con forte scetticismo non solo dagli altri partiti dell’arco progressista della sinistra, ossia SPD e Verdi, ma anche da una parte del partito Die Linke. Alcuni si sono chiesti se non sia il preludio della fondazione di un altro partito, che voglia competere con i partiti tradizionali della sinistra. Wagenknecht ha smentito e ha ribadito che si tratta di un’iniziativa trasversale per reagire a quanto sta accadendo in Germania.

In effetti, a questo movimento hanno aderito anche esponenti della SPD e dei Verdi, ex deputate e deputati, illustri personaggi del mondo dell’arte, dello spettacolo e dell’università: insomma, sembra un esperimento iniziato molto bene e aperto alla società civile, mantra della politica degli ultimi trent’anni.

L’esponente di Die Linke ha posizioni molto critiche nei confronti dell’Unione Europea e soprattutto ha un’avversione forte contro la SPD. Assurdamente, verrebbe da dire. Poiché la SPD è l’interlocutore primario nell’arco progressista della sinistra tedesca. Eppure, Wagenknecht non perde occasione per attaccare i socialdemocratici, colpevoli, a suo dire, dell’esplosione delle disuguaglianze nel paese.

Il peccato originale è la riforma del lavoro di Schröder, l’Agenda 2010. In effetti, fu un momento politico e storico pesante per la SPD, da quel momento il suo consenso è crollato verticalmente e la capacità di tornare al 40 e più % dell’era Schröder sembra ormai più che compromessa. Schiacciata a sinistra da Die Linke, che in Germania a livello nazionale oscilla tra il 10 e l’12% e da AfD a destra, che oscilla tra il 12 e il 15%.  Spesso, a torto, viene fatta una sovrapposizione tra le posizioni di AfD e quelle di Die Linke. Si tratta di un errore grossolano e anzi, dannoso.

AfD è un partito di destra, con tendenze neonaziste abbastanza allarmanti, che professano l’esclusione di persone su base etnica, religiosa  e culturale. Si tratta di un partito che persegue una politica razzista, nazionalista, classista e soprattutto xenofoba. Die Linke, di contro, rappresenta per certi versi un populismo di sinistra che punta tutto sulla battaglia alle disuguaglianze, racchiusa nella metafora dell’1% di chi ha tutto contro il 99% di chi ha poco o nulla. Non mancano retoriche nazionalistiche anche a sinistra. Sarebbe ridicolo negarlo. Ma sono narrazioni molto diverse tra loro e fare un minestrone di posizioni non aiuta a capire il quadro della situazione.

Al di là di quello che si può quindi pensare sul personaggio Wagenknecht, comunque, o delle politiche di Die Linke, bisogna osservare che la nascita di questo movimento rappresenta una novità interessante e importante nel panorama politico tedesco. Oltre 109.000 adesioni in una giornata è qualche cosa di imponente e sbalorditivo. Questa esperienza vuole essere un tentativo, nelle parole della sua fondatrice, di mettere insieme le persone che oggi vivono un disagio profondo, rispetto a una politica che è sempre uguale a se stessa e che non ha interesse a cambiare.

Durante la conferenza stampa di lancio dell’iniziativa, parla dei fatti di Chemnitz, di cui ho scritto qualche giorno fa, e della deriva spaventosa di razzismo, xenofobia e violenza. Se queste decine di migliai di persone che hanno aderito non si fermeranno solo alla partecipazione online, ma diventeranno attive anche offline e sono persone mobilitate, tolte all’astensione e all’apatia politica, allora dobbiamo essere ben felici che Wagenknecht  abbia preso questo fardello.

Mettere insieme la sinistra è sempre una sfida titanica che è destinata a realizzarsi male o a fallire. Le esperienze storiche lo dimostrano. Ma come dice il motto: la speranza è l’ultima a morire. Credo che sia un esperimento comunque da seguire, perché innovativo e che sta attirando molta attenzione, non solo sui media, ma anche tra le persone comuni.

In una recente intervista per Radio Colonia (COSMO) mi è stato chiesto se consideravo questo esperimento promettente o meno, visto che nasceva dall’alto, su iniziativa di una politica di lungo corso. Risposi che un movimento non è mai solo frutto di un incontro spontaneo di persone e idee. Anche il M5S, che si vuol proporre come movimento nato nel web è in realtà il prodotto della mente di pochi, Grillo e Casaleggio. Certo, un movimento non esiste se non ha una base, ampia, motivata e partecipante. Aufstehen mi sembra essere un ottimo esempio di movimento post-moderno, dove online e offline si incontrano, dove un leader carismatico traccia un percorso, ma dove c’è anche un seguito.

Capire se questo progetto avrà un futuro o sarò un fuoco di paglia è cosa da verificare nel tempo. Seguirò con attenzione l’evolversi di questa iniziativa. Purtroppo, come ho detto a Radio Colonia, non vedo in Italia nessun tipo di mobilitazione simile, e non credo sia nemmeno possibile, vista la diffusione virale ormai delle idee salviniane. Arriverà però un momento di frattura, ne son convinto, sia tra Lega e M5S, sia tra cittadine e cittadini e questo modo di fare politica, per slogan, per retoriche razziste e inconcludenti.

Un movimento di sinistra capace di mobilitare le masse sarebbe urgente e necessario, per la salute stessa della democrazia in Italia, ma non vedo le condizioni. Qui, c’è ancora molto da fare. Aspettiamo.



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