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Bersani al bivio. Su Rodotà non sono ammessi errori!

 

Con Milena Gabanelli che dice no alla proposta del M5S, e il no di Gino Strada, la successione spetta a Stefano Rodotà, che ha detto “si”.

Nel caso di Gabanelli la partita era persa fin dall’inizio. Un nome eccellente del giornalismo di inchiesta, ma non convincente per ricoprire la carica di Presidente della Repubblica. La stessa Gabanelli, con professionalità e umiltà, lo ha riconosciuto e ha rinunciato alla corsa. Non possiamo dire lo stesso di Stefano Rodotà.

Certo, non è l’identikit perfetto dei grillini, eppure è stato votato (non si sa niente delle cifre effettive) è un ex parlamentare, percepisce una pensione d’oro, tanto che tempo fa Grillo lo nominò nell’elenco dei “maledetti appartenenti alla casta”. Ha 79 anni e non è proprio l’idea di gioventù che ci si era prefigurati secondo la retorica grillina. Non solo, è anche un uomo di grande esperienza e competenza politica e giuridica. Tuttavia, le idee cambiano, anche molto rapidamente, e così anche un esponente della casta diviene oggetto di interesse per il movimento, dopo tutto è un politico navigato, ma sembra non contare ora. E in questo caso vorrei dire: per fortuna!

http://www.agorascuolalaterza.it/stefano-rodota/

In verità, questo è il candidato perfetto del Partito Democratico, ed è per questo che Bersani adesso si trova ad un bivio. Mentre con Gabanelli poteva non convergere, e l’elettorato lo avrebbe compreso, con un nome come quello di Stefano Rodotà, diventa davvero difficile riuscire a giustificare ai propri elettori un rifiuto, specialmente a sinistra (SEL). Rodotà è una garanzia e una figura di elevato spessore istituzionale. Non si interromperebbe alcuna tradizione, è vero, perché è un uomo, è anziano ed è un politico, però almeno, è competente, capace ed è una figura del mondo culturale italiano. Ha anche idee molto progressiste, sopratutto in tema di diritti civili (basta leggere la prefazione al libro di Winkler e Strazio, L’abominevole Diritto) e questo potrebbe far storcere il naso a qualche cattolico, ma non sarebbe una novità.

Bersani dovrà proporre una valida alternativa a Rodotà – un suo pari o qualcuno che lo superi in competenze e capacità, il che è davvero difficile, se non vuole sfigurare con l’elettorato di centro sinistra. In effetti, Amato e D’Alema sono delle personalità sicuramente politiche e sicuramente “storiche”, ma non possono competere in alcun modo con la figura di Rodotà, se non altro perché le ombre che si portano dietro questi due signori sono eccessive per chiunque.

Confido nella ragionevolezza di Bersani: dopo due colpi da maestro con le Presidenze di Camera e Senato, ora è il momento di un vero scossone allo stallo in cui il Paese versa. Non sarebbe comprensibile un dialogo con Berlusconi al ribasso, su nomi indigesti ai più.

Rodotà alla Presidenza della Repubblica è la proposta concreta del M5S, eletto lui si apre anche la porta per un dialogo, forse, proficuo con i rappresentanti di un altro 25% di italiani e questo potrebbe significare: stabilità e governabilità. La politica ne potrebbe uscire rafforzata, sopratutto nel suo significato di “confronto” e “dialogo”.

Sia chiaro, non rinnego le opzioni precedenti, per me Emma Bonino poteva essere la candidata ideale fin da subito, trasversale e competente. E sopratutto una donna, una novità epocale. Forse i tempi non sono ancora maturi per una simile svolta, però tra i nomi di queste rose, Rodotà, ad oggi, mi sembra l’optimum.



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