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Sarà l’economia comportamentale a dissolvere la attuale democrazia

altri hanno già osservato come dietro ogni grande rivoluzione ci sia un libro. buono o cattivo. il vangelo, il corano, il capitale, il mein kampf, il libretto rosso, etc etc.  siamo nell’era di internet, epperò sarebbe un errore sottovalutare il valore profetico della carta stampata. il premio nobel a richard h. thaler  sancisce il salto di paradigma introdotto dagli studi dell’economia comportamentale.  agli “econs”, gli esseri umani completamenti razionali capaci di fare la scelta giusta, subentrano gli “humans”, gli uomini in carne ed ossa che agiscono con pregiudizi e condizionamenti, seguendo regole euristiche. in vero, ancor prima di essere il modello della teoria economica degli ultimi trenta anni, gli econs lo sono della attuale concezione della democrazia. nel discorso sul metodo, cartesio scrive: “la ragione, sola cosa che si fa uomini e che ci distingue dagli animali … si trova uguale in tutti gli uomini”, per cui “è, per natura, uguale in tutti gli uomini”. di qui la sovranità popolare e il principio di maggioranza. se la politica continuerà ad appiattirsi sull’economia, non occorre avere doti divinatorie per prevedere che l’economia comportamentale è destinata a mettere in crisi la mistica della democrazia di ispirazione giacobina e, con essa, le istituzioni a misura di econs. vogliamo lasciare gli humans ai populisti?


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