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Sicurezza, legalità e la Lega di Salvini. Parla Jacopo Morrone

“Tre anni fa allo storytelling di Matteo Salvini che tratteggiava la rivoluzione della Lega Nord in Lega nazionale ci credevamo in pochi”. Così il sottosegretario agli esteri Guglielmo Picchi ricorda i primi passi dell’ascesa della Lega e della trasformazione “genetica” di un partito regionalista in una forza a vocazione nazionale e sovranista.
L’occasione è la presentazione del pamphlet “I riferimenti culturali della Lega di Salvini”, di Francesco Giubilei edito da Nazione Futura. Alla conferenza, presso la Camera dei Deputati, erano presenti anche Daniele Scalea, organizzatore dell’evento con il Centro Studi Machiavelli, e Jacopo Morrone, sottosegretario alla Giustizia.

“L’evoluzione della Lega è ormai una strada senza ritorno” – dice l’autore a Formiche.net – “Il progetto di trasformare un partito territoriale in un partito nazionale è una strada senza ritorno. Vi sono state una serie di modificazioni dal punto di vista dell’immagine e della comunicazione ma soprattutto dal punto di vista dei contenuti che non ammettono dietrofront. Il percorso, anzi, sarà incentivato ancora di più nel sud Italia o in quelle regioni dove ancora la Lega non ha i numeri del nord”.

A margine dell’evento abbiamo parlato con il deputato Jacopo Morrone dei prossimi passi del governo in tema di legittima difesa e di com’è cambiata la cultura della legalità nel partito guidato da Matteo Salvini.

Quello della legittima difesa è un tema caro alla cultura della Lega. La proposta di legge Ostellari, però, sta creando non pochi malumori nella maggioranza di governo. A che punto siamo?

È nell’agenda di governo, è una priorità già incardinata in Senato, il 23 di ottobre sarà discusso in Aula. Stiamo ultimando le operazioni in Commissione in Senato: è una norma nella quale crediamo e che le persone ci chiedono. I delinquenti che da domani vorranno entrare nelle nostre abitazioni dovranno comprendere che oltre a trovare le inferriate e la cancellata potranno trovare persone che sono in grado di di difendersi. Dovranno assumersi i propri rischi.

Il Parlamento l’approverà entro l’anno?

Ci arriviamo entro l’anno, stiamo lavorando giorno e notte ma penso che l’obiettivo sia davvero importante. Non possiamo far sì che persone che sono riuscite a difendersi, lo 0,1% dei casi, in casa propria siano costrette a difendersi anche nei confronti dello Stato. Subire i costi di un procedimento che si prolunga nel tempo e che magari un giorno li vedrà anche assolti può voler dire avere la vita distrutta. Tanti casi di persone coinvolte in episodi di legittima difesa hanno avuto un’assoluzione solo dopo 6-7 anni e magari nel mentre hanno visto la loro famiglia disgregata e hanno perso la loro attività economica.

Oggi si è parlato della cultura della Lega. Oltre alla legittima difesa quali sono gli altri riferimenti in tema di legalità?

Il giudice Livatino, come riportato nel testo presentato, è uno dei nostri riferimenti culturali in materia di legalità. Un uomo retto che si è battuto contro la mafia e che ha pagato con la vita il suo impegno civile e morale. Noi siamo la forza della legalità e contrastiamo con forza la mafia e la cultura della mafia. E la mafia non è mica solo quella con la coppola, noi dobbiamo contrastare anche i nuovi tipi di mafia 4.0 e non farci trovare impreparati. In materia di risultati portati a casa siamo appena riusciti a sbloccare 34 milioni e 600mila euro per un carcere, fondi che se non fossero stati spesi entro il 2018 sarebbero stati riallocati. Con il ministero della Giustizia stiamo lavorando per aumentare l’organico della Polizia penitenziaria e dei Tribunali. Io preferisco non avere il porto d’armi ma avere un poliziotto in più che possa difendermi, che è un soggetto preposto, addestrato e capace. Il sottoscritto deve fare altro, come spero che i cittadini facciano altro. Con tutto quello che paghiamo in termini di tasse e imposte lo Stato deve difenderci, è un nostro diritto.

Con l’uscita di Silvio Berlusconi dall’agone politico principale com’è cambiato il rapporto della Lega con la magistratura?

Non è cambiato. Abbiamo sempre pensato che la stragrande maggioranza dei magistrati operi bene, nel rispetto delle leggi dello Stato e che svolga le proprie funzioni in maniera onesta e coscienziosa. Talvolta anche in territori difficili e rischiosi. Noi saremo sempre dalla loro parte.

Negli ultimi giorni è riesploso il “caso Cucchi”, dopo la deposizione del carabiniere Francesco Tedesco. Tra le fila della Lega siede Gianni Tonelli che in passato, prima di diventare parlamentare, ha usato parole dure nei confronti di Stefano Cucchi.

Erano espressione del suo ruolo di sindacalista (segretario generale del Sap ndr). In ogni caso è bene che si faccia chiarezza e che chi ha sbagliato paghi fino all’ultimo e questo lo dico proprio perché, ribadisco, siamo la forza della legalità. Ma questo evento, doloroso, non deve essere strumentalizzato per gettare fango su un’istituzione. Se il processo dovesse finire con una condanna non saranno certo pochi agenti a inficiare l’immagine dell’arma dei Carabinieri. Resta il nostro impegno per far sì che le forze dell’ordine siano sempre più sicure nel loro lavoro e dobbiamo far sentire lo Stato al loro fianco.

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