Skip to main content

Bazoli si sente il Napolitano delle banche

La rottamazione è un concetto amaro per la vecchia classe politica, ma non solo. Sembra essere anche il mondo bancario ed economico a trovare “grossolana” l’idea di far largo ai giovani, o comunque ad una nuova governance degli istituti di credito.

La prima replica stizzita alle critiche mosse dal patron di Tod’s, Diego Della Valle, rispetto all’ipotesi della conferma di Giovanni Bazoli alla presidenza del consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo, era arrivata dall’ad del gruppo, Enrico Cucchiani. Quella di oggi invece arriva dallo stesso Bazoli, che si scaglia contro la “moda della rottamazione”.

Il manager ottantenne, confermato nel suo incarico con il 62,7 per cento dei voti, si è dipinto come una sorta di Napolitano delle banche. “Sono state le pressanti insistenze degli azionisti e del nuovo consigliere delegato che mi hanno reso disponibile a questa candidatura”, ha spiegato.

“Gli importanti aspetti di rinnovamento che sono previsti nella governance della nostra società siano accompagnati anche da alcuni elementi significativi di continuità. Una società che non si rinnova è morta, ma una società che non preservi il suo passato va incontro a rischi di avventura”, ha sottolineato il presidente di Intesa Sanpaolo rispondendo ad un’azionista che sollevava la critica sull’avanzata età dei vertici della banca e sulla ricandidatura di Bazoli all’età di 80 anni.

Bazoli ha fatto un accenno alla teoria della “rottamazione oggi tanto di moda, a mio avviso grossolana”, osservando “il fatto che questa teoria sia applicata senza distinzione porterebbe a privarsi di persone essenziali per la società civile e politica in Italia e nel mondo”.

”Il mio attaccamento a questa banca è totale e tale che mai esiterei a passare la mano ad altri al primo segno di difficoltà che avvertissi nell’espletamento del mio mandato”.

Quanto passerà prima che Bazoli si senta anche un po’ Ratzinger?


×

Iscriviti alla newsletter