Stando ad una ricerca del Crif, le richieste di mutui e prestiti in Italia segnano una storica flessione. Sempre più immobili comprati in contanti.
Prestiti e mutui sono finanziamenti spesso indispensabili al fine di comprare casa, o semplicemente per ottenere la liquidità necessaria ad affrontare spese improvvise. In concomitanza con la crisi, tuttavia consumatori e banche sono divenuti più cauti e l’accesso al credito è diventato più complesso. Al fine di orientarsi tra le opportunità più vantaggiose tuttavia, è possibile porre i prestiti più convenienti del momento a confronto, modalità che permette di trovare una valida opportunità in pochi minuti.
Stando ai dati stimati dalla centrale di rischi Crif, le richieste di mutui relativi al 31 marzo scorso segnano un 9% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Da ormai quattro anni il mercato è in una fase di recessione (basti pensare al -52 e al -53% fatti registrare sul fronte delle richieste rispettivamente due e quattro anni fa) e sempre meno consumatori fanno richieste di prestiti e finanziamenti per acquistare la propria abitazione.
Fattori quali la riduzione estrema della propensione al risparmio degli italiani (si parla di un dimezzamento avvenuto negli ultimi dieci anni), l’elevato tasso di disoccupazione e il profondo senso di incertezza riguardo al futuro hanno infatti sensibilmente alterato le dinamiche di un mercato, quello dei mutui per la casa, ad oggi immobilizzato ed apparentemente incapace di riprendere quota.
L’indagine del Crif ha preso in esame oltre 78 milioni di posizioni creditizie e rilevato come negli ultimi anni sia venuto meno anche il ricorso a sostituzioni e surroghe, utili strumenti a disposizione delle famiglie per rivedere e rinegoziare l’investimento.
Le mutate condizioni del mercato hanno così imposto dinamiche alternative a quelle tradizionali, basti pensare che ad oggi ben sei immobili su dieci vengono acquistati in contanti e che sempre più consumatori vendono appartamenti di grandi dimensioni per poi acquistarne di più piccoli e tenersi la differenza (del resto il 72% circa delle famiglie italiane è proprietaria della propria abitazione).
Significativa a riguardo l’analisi compiuta da Simone Capecchi, Direttore Sales & Marketing di Crif: “Analizzando il trend della domanda di mutui da parte delle famiglie si rileva che la debole dinamica in atto può essere attribuita sia a cause razionali (stagnazione del mercato del lavoro, riduzione del reddito reale) sia a fattori percettivi (peggioramento delle aspettative e incertezza sul futuro in primis)”.