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Il dossier Iva sulla scrivania del premier Enrico Letta

Scongiurare l’aumento dell’Iva, già previsto per luglio. E’ una delle sfide principali che si aprono per il prossimo governo, cui guardano con particolare attenzione le associazioni di impresa e le associazioni dei consumatori. Oltre, ovviamente, al rifinanziamento della Cassa integrazione e delle missioni internazionali, ad esempio.

I numeri del contendere

A fare i conti sull’effetto di un incremento dell’aliquota Iva dal 21 al 22%, così come previsto per legge, è la Cgia di Mestre, la confederazione degli Artigiani di Mestre: costerà in media a una famiglia composta da 4 persone 103 euro in più in un anno. Il costo complessivo per i consumatori per il 2013 è pari a 2,1 miliardi di euro, per poi salire dal 2014 a 4,2 miliardi.

Numeri che rispecchiano l’aumento dei prezzi di beni di uso comune: carburanti, riparazioni auto, bevande, abbigliamento, calzature, mobili, elettrodomestici, giocattoli e computer.

Ipotizzando che i comportamenti di consumo delle famiglie italiane rimangano immutati, la Cgia stima che per un nucleo costituito da 3 persone l’aggravio medio annuo sarà di 88 euro. Nel caso di una famiglia di 4 componenti, l’incremento medio annuo sara’ invece di 103 euro. Visto che per il 2013 l’aumento dell’Iva interessera’ solo il secondo semestre, per l’anno in corso gli aumenti di spesa saranno la metà: 44 euro per la famiglia da 3 persone; 51,5 euro per quella da 4.

Il giudizio degli artigiani di Mestre

“Bisogna assolutamente scongiurare questo aumento”, ha sottolineato Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia. Se cio’ non avvenisse, avverte, “correremmo il serio pericolo di far crollare definitivamente i consumi che ormai sono ridotti al lumicino”.

Questa, prosegue il segretario della Cgia di Mestre, “e’ una crisi economica che va affrontata dalla parte della domanda: solo incentivando i consumi interni possiamo rilanciare la produzione. Altrimenti, siamo destinati ad accentuare la fase recessiva che comportera’ un aumento delle chiusure aziendali e la crescita del numero dei senza lavoro”.

La valutazione della Coldiretti

In linea con le valutazioni degli artigiani, anche la Coldiretti. Occorre infatti scongiurare l’aumento Iva previsto per il primo di luglio 2013, per “evitare ulteriori effetti depressivi sulle vendite che al dettaglio crollate gia’ del 3,8% nel primo bimestre dell’anno, con un calo del 2,9% per gli alimentari e del 4,3% per i non alimentari”. L’innalzamento dell’aliquota, si evidenzia, “avrebbe ulteriori effetti depressivi sui consumi con risultati opposti a quelli che si intende ottenere sulle casse dello Stato”.

I giudizi delle associazioni dei consumatori

Alla richiesta di un intervento per evitare il rialzo dell’Iva si uniscono anche le associazioni dei consumatori. Nonostante le stime diffuse siano “prudenziali”, e quindi “tengano conto del crollo dei consumi in atto e non ipotizzino eventuali arrotondamenti dei prezzi che farebbero aumentare ulteriormente la stangata per le famiglie”, i dati della Cgia di Mestre “dimostrano chiaramente come la priorita’ del prossimo governo debba essere la totale cancellazione dell’aumento Iva di luglio”, afferma il Codacons.



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