Musica per le nostre orecchie. Così il vicepremier nonché vicino di banco di Enrico Letta, Angelino Alfano, ha commentato il discorso con cui il nuovo Presidente del Consiglio ha chiesto oggi la fiducia alla Camera.
In realtà, la sinfonia a effetto preparata dal neo premier avrebbe dovuto toccare le corde di tutte le principali forze politiche. Ma così non è stato.
Dunque, anche se l’esecutivo avrà certamente i numeri per andare avanti, le linee programmatiche annunciate oggi registrano più di un malumore fuori e dentro il Pd.
Diamo un’occhiata alle principali reazioni
Dal Pdl arrivano tanti consensi al discorso di questo pomeriggio a Montecitorio. L’unico neo lo fa notare Renato Brunetta: ”Mi rammarico solo del fatto che il premier Enrico Letta abbia parlato dell’attività di risanamento fatta dal governo Monti e non di quella fatta dal governo Berlusconi”.
Anche dai centristi di Scelta Civica disco verde per il programma del nuovo esecutivo.
Non voterà la fiducia invece la Lega ma il segretario Roberto Maroni cinguetta la sua approvazione per la parte del discorso sull’Expo e sul Senato delle Regioni e sulla riforma federale. “La Lega sarà protagonista”, promette.
Nel Pd, soddisfazione da parte dei renziani per l’abolizione della legge sui rimborsi elettorali, uno dei cavalli di battaglia di Matteo Renzi, avversato dallo stesso partito nelle scorse settimane. Segni di intesa tra l’ex segretario e vice del partito, Bersani e Letta.
Più dubbiosi sulle parole del premier, soprattutto l’annuncio dello stop della rata dell’Imu a giugno, da parte di Stefano Fassina e di Rosy Bindi. Il responsabile economico del Pd fa notare che i conti non tornano: “Le famiglie più in difficoltà non pagano l’Imu ma sarebbero colpite dall’aumento dell’Iva, oppure abbiamo trovato 8 miliardi per cancellare Imu e aumento dell’Iva? Come li finanziamo? Con ulteriori tagli alla sanità? Con ulteriore deindicizzazione delle pensioni basse? Attenzione perché siamo vicini a un livello di rottura”.
A sinistra, si fa battagliero l’ormai ex alleato del Pd, Nichi Vendola. Il leader di Sel cinguetta uno dopo l’altro i seguenti concetti: “caro #Letta, non c’è Europa senza #diritticivili. Nel tuo discorso non c’è una parola sul “diritto di avere diritti”
“#Imu? loro l’ hanno messa, loro la tolgono. Vogliono pure gli applausi. #PdL #Berlusconi”
“Ho un sospetto: come si intende finanziare alleggerimento prelievo fiscale? Tagliando la spesa sociale? Ancora? #governo”
Ma gli attacchi più duri arrivano dal Movimento 5 Stelle. Andrea Colletti annuncia senza mezzi termini una “opposizione durissima” a quello che fra l’altro definisce “governo del salvacondotto giudiziario per il pluricondannato Silvio Berlusconi” e di un premier “consulente” di lobby “della grande finanza”. Parole che i deputati Pd e Pdl, con interventi per richiamo al regolamento, contestano al vicepresidente grillino Di Maio di non aver censurato.
Ma non tutto è da buttare via e le parole di Andrea Cicconi al Tg La7 dimostrano che i 5 Stelle saranno disponibili a valutare di volta in volta i provvedimenti in aula:
“Passaggi condivisibili nel discorso del presidente Letta ci sono, ad alcuni punti abbiamo applaudito, adesso aspettiamo di vedere che il governo porti in Aula quei decreti e quei provvedimenti che sicuramente avranno il nostro appoggio”.