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Fatti e misfatti ad alta quota. Come cambia la sicurezza in volo

Di Filippo Capuano
volo

Una survey della Iata ha rilevato che tra il 2007 e il 2016 si sono verificati a bordo degli aerei 58mila episodi riconducibili a violenze sessuali, aggressioni, minacce e intimidazioni, perpetrati da passeggeri verso altri passeggeri o membri di equipaggio. Il 19 agosto 2018 un passeggero americano di 24 anni in viaggio da Chicago a Tokyo ha urinato addosso a un altro passeggero. Il 9 settembre scorso in un B787 della Qantas in volo verso Londra un passeggero si è rintanato in bagno per più di un’ora e quando è uscito ha cominciato a litigare e ad andare in escandescenze. Il comandante è ritornato a Perth. Dopo l’atterraggio il passeggero turbolento è stato arrestato, ma ciò non ha impedito di ripartire con 18 ore di ritardo.

Molto raramente si tratta di persone affette da disturbi psichici. È gente normale, che incontriamo tutti i giorni e che in aereo assume comportamenti inaccettabili. Numerosi sono i casi nei quali il comandante dell’aereo ha dovuto ordinare misure coercitive. Passeggeri legati come salami, ammanettati, imbavagliati fino all’atterraggio e consegnati alle autorità spesso in aeroporti lungo la rotta invece che in quello programmato. Un aereo della Hawaiian Airlines pieno zeppo di vacanzieri è rientrato a Honululu perché un passeggero aveva preso male la sbornia diventando incontrollabile e aggressivo. In un volo per Hong Kong un passeggero ha questionato con l’assistente di volo per il posto che gli era stato assegnato, fino a quando la polizia lo ha obbligato a scendere, con malcelata soddisfazione di tutti gli altri passeggeri che aspettavano da mezz’ora di poter partire.

I casi di persone che a bordo di un aereo dimenticano le esigenze di tutti gli altri viaggiatori e che violano le regole inventate proprio per garantire la sicurezza di tutti, diventano purtroppo sempre più frequenti. Passeggeri ormai etichettati nel mondo come unruly e disruptive. Gente prepotente, sregolata, maleducata. Chi sceglie l’aereo vuole raggiungere la sua destinazione in modo sicuro e tranquillo. Non ha interesse a condividere situazioni disagevoli, inaspettate e pericolose, in spazi ristretti e per nulla familiari. Men che meno vuole essere sbattuto in un altro aeroporto che nulla ha a che fare con i suoi programmi di viaggio. A bordo di un aereo viaggiano bambini, anziani, malati, delinquenti, codardi, incensurati, prepotenti, persone diverse per fede religiosa, per lingua, convinzioni politiche, condizioni economiche, ruoli di potere, desideri sessuali, cultura, ambiente di vita, colore della pelle.

C’è chi viaggia con il proprio cagnolino annidato tra i seni e chi strozzerebbe cagnolino e padrona, chi ama sentire i propri figli frignare per ore e chi preferisce cani e gatti ai bambini, chi è stato condannato per stupro e chi l’ha fatta franca. Viaggia di tutto e non tutti la pensano allo stesso modo. La fila a due, tre, quattro e anche cinque poltrone mette vicino persone ignote l’una all’altra fino a un istante prima. Gente che si trova attaccata al gomito e a dormire accanto a perfetti sconosciuti. In un volo notturno tra Las Vegas e Detroit, un ingegnere trentaquattrenne che viaggiava al centro delle tre poltrone, con la moglie seduta nel posto lato corridoio, ha infilato una mano dentro i pantaloni e penetrato la vagina di una ragazza che stava dormendo accanto a lui nel posto lato finestrino. I passeggeri hanno il diritto e in alcuni casi anche il dovere di lamentarsi per un servizio disatteso e devono farlo, ma il comportamento irragionevole ad oltranza, il rifiuto delle regole, l’ostilità, le aggressioni verbali e fisiche, sono reati ed elementi disgreganti dell’armonia di bordo.

Con aerei capaci di trasportare anche 800 persone, vere e proprie navi dell’aria, comunità viaggianti, gli atteggiamenti ostili possono espandersi e diventare incontrollabili al punto da pregiudicare la sicurezza di tutti. Proprio quella sicurezza che i passeggeri reclamano a gran voce e che non sono disposti a negoziare per nulla al mondo. Ma allora, perché quando gli assistenti di volo illustrano in un paio di minuti come salvarsi la pelle in caso di emergenza, sono ignorati da una platea apatica, assente? Tutto sommato ai bagagli e alle merci non si fa alcun briefing di sicurezza. Chi a bordo va a fumare in bagno o manomette i sensori rilevatori di fumo, non allaccia la cintura di sicurezza, usa apparecchiature elettroniche quando vietato, aggredisce altri passeggeri e membri di equipaggio, mette in pericolo se stesso e tutte le altre persone a bordo.

La sicurezza a bordo di un aereo è qualcosa che si dà e si riceve. È un interesse comune, condiviso. Le compagnie aeree, dopo aver subìto danni economici – una diversione in un aeroporto non programmato costa dai 10mila ai 200mila dollari – sono corse ai ripari esplicitando meglio nel contratto di viaggio i comportamenti vietati a bordo e addestrando gli equipaggi. Tuttavia, chi è rimasto indietro e a corto di notizie sono stati i clienti, i passeggeri, molto spesso ignari dei loro diritti di cliente e dei doveri di passeggero. Quando ci si trova a dover condividere il bracciolo di una poltrona a diecimila metri di altezza con un vicino che non ha mai sentito parlare di educazione civica, le reazioni non sono sempre adeguate al contesto e si rischiano anni di prigione e pesanti multe.

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