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Gli Usa vogliono chiudere il rubinetto petrolifero a Maduro

Il governo americano ha confermato che, per bloccare il tentativo di Nicolás Maduro di restare al potere in Venezuela, “tutte le opzioni sono sul tavolo”. Anche se molti invocano – irresponsabilmente – l’intervento militare da parte degli Usa, il governo di Donald Trump starebbe cercando una strategia più efficace: frenare il flusso di denaro che riceve Maduro per la vendita del petrolio.

A svelare il piano è stato il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Bolton. Il funzionario ha ammesso che si tratta di una misura molto complessa, ma ha dichiarato che si sta lavorando per canalizzare le risorse in modo che arrivino al nuovo presidente ad interim del Venezuela, Juan Guaidó.

L’analista Natalie Sherman ha spiegato alla Bbc che gli Stati Uniti hanno imposto negli ultimi due anni una serie di sanzioni contro funzionari del governo di Maduro, per bloccare operazioni commerciali e limitare il transito in territorio statunitense. Finora non erano state decise misure contro l’importazione del petrolio venezuelano. L’anno scorso, fino al mese di ottobre, gli Stati Uniti hanno importato 20mila barili di petrolio al giorno dal Venezuela.

Lo stop alla vendita di greggio non sarà semplice, giacché il regime di Maduro potrebbe sviare lo scambio con la Cina e la Russia.

Dopo il riconoscimento del giovane politico come nuovo capo di Stato venezuelano da parte degli Stati Uniti, Maduro ha dato 72 ore ai diplomatici americani per abbandonare il Paese. L’ambasciata americana a Caracas però ha deciso di restare aperta, nonostante ha chiesto al personale non indispensabile di rientrare in territorio americano, per motivi di sicurezza.

Da un’altra parte, il governo di Vladimir Putin ha criticato la posizione degli Usa sostenendo che la proclamazione di Guaidó è “illegale” e porterà al Venezuela scontri violenti e spargimento di sangue.

Il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, ha chiesto una riunione per sabato del Consiglio di sicurezza dell’Onu per discutere sulla crisi politica venezuelana.



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