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Alla ricerca del bene comune: la mappa del tesoro

Di pm

Se la politica non produce nè soluzioni nè partecipazione, tocca organizzarsi diversamente. Sfogarsi con un Vaffa non basta. Serve un’assunzione di responsabilità e l’aspirazione di obiettivi più alti. In questo senso, ci fa piacere condividere alcune considerazioni proposte da Avvenire di oggi.

“La mappa del bene comune deve essere riscritta come mappa di quei beni relazionali, primari e secondari, che sono oggi richiesti al di là dei beni strettamente statuali (imposti con laforza della legge) edi quelli strettamente privati (in quanto fruiti individualmente, senza che richiedano relazioni ad altri). Ciò vale in tutti i campi: politiche familiari, scuola, mercato del lavoro, imprese, università e ricerca, sanità e organizzazioni di cura, fino al sistemi previdenziali e assicurativi. Dobbiamo lasciarci alle spalle una concezione del bene comune inteso come somma dei beni individuali acquisiti attraverso opportunità individuali, per mettere in luce il fatto che il bene comune è invece costituito dalla relazione di scambio fra i soggetti sociali quando essi operano in base ai principi del primato della persona umana (la personalizzazione del welfare), della sussidiarietà (aiutare l’altro a fare quello che l’altro deve fare) e della solidarietà (la responsabilità è comune)”.


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