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La strategia social-populista di Bukele vince le presidenziali in El Salvador

Com’era previsto, Nayib Bukele ha vinto le elezioni presidenziali de El Salvador. Con il 53% dei voti, l’outsider della politica salvadoregna ha messo fine al bipartitismo che regnava nel Paese centroamericano da 30 anni. Bukele ha ottenuto quasi 22 punti di vantaggio rispetto al candidato del partito di destra, Carlos Calleja.

“Il mio successo chiude in Salvador il dopoguerra”, ha dichiarato Bukele poco dopo l’annuncio della vittoria elettorale. Il giovane si era presentato come “il candidato del cambiamento” ed è stato ben accolto dagli elettori. La sua promessa di fare “una politica diversa” ha convinto. È diventato il Paese più giovane dell’America latina.

Nato a San Salvador nel 1981, è stato sindaco di quella città e prima ancora di Nuevo Cuscatlán con il partito socialista Fronte Farabundo Martí per la Liberazione Nazionale (Fmln). Tuttavia, alle presidenziali si è presentato con il partito di destra Grande Alleanza per l’Unità Nazionale (Gana), una fazione del partito di destra Alleanza Repubblicana Nazionalista.

Bukele è di origine palestinese. Cominciò a studiare Diritto ma non si è laureato, ha preferito guidare l’impresa di famiglia dedicata alla pubblicità. Durante la campagna elettorale si è presentato come un’alternativa per la popolazione stanca delle formazioni politiche tradizionali. Con giacca di pelle e occhiali da sole, questo ragazzo è riuscito a conquistare l’attenzione dei giovani elettori e dei millenials. I suoi messaggi sono stati centrati sui social network, grazie all’esperienza che ha come creativo pubblicitario ed esperto di marketing. Non ha partecipato a interviste e dibattiti televisivi, la sua presenza è stata soltanto sulle piattaforme digitali.

Per l’analista Roberto Cañas, “in questo momento in El Salvador le etichette di destra o sinistra non funzionano. Per questo la figura di Bukele è determinante”. In un’intervista alla Bbc Cañas ha spiegato che è in questo nuovo scenario della politica che le proposte alternative, al margine delle bandiere tradizionali, prendono forza: “Bukele è un populista classico che sfrutta i sentimenti ‘contro’ e i movimenti viscerali degli elettori scontenti”.



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