Elena Fucci ha soltanto 30 anni. In Italia è probabilmente la migliore enologa donna della sua generazione ed è una donna del Sud. Vive e lavora a Barile, nel Vulture cioè in Basilicata, ed in pochi anni ha fatto della sua azienda per tutti gli amanti dell’Aglianico una realtà nota a livello internazionale per tutti. Il Barolo del Mezzogiorno, il rosso più nobile e più tanninico tra tutti gli autoctoni sotto la Toscana, l’Aglianico del Vulture, anche se pare un pò assurdo, è una scoperta recente dell’enologia italiana ed il lavoro di Elena Fucci è stato importante anche in questa Renaissance di un terroir vulcanico con caratteristiche uniche. Titolo, il Cru della cantina Elena Fucci che è anche l’unica etichetta prodotta, ha ricevuto per ben 7 volte consecutive i Tre Bicchieri del GamberoRosso (un fatto di non poco conto per una giovane cantina) e viene prodotto in piccoli numeri, solo 18mila bottiglie all’anno. La rivoluzione cultural-enologica di Barile inizia e va avanti da un fazzoletto di terra: appena 6,5 gli ettari vitati.
Ho conosciuto Elena Fucci nel 2007. All’epoca ero Presidente della più importante cantina del Mezzogiorno continentale e cullavo l’idea di affidare ad una giovane donna enologa la produzione di un nuovo rosso. Lei aveva 25 anni ma aveva già iniziato a far parlare di se. Figlia di un ex militante del Pci professore di scuola media che, vista la degenerazione dei partiti alla fine degli anni ottanta, sceglie di riscoprire la vocazione del Terroir e di fare cose concrete. Vita un primo pezzo ad Aglianico ed inizia a trasferire la passione alla figlia, ben consapevole del fatto che avere e conoscere un mestiere o una professione è, nella vita, ben più importante che inseguire le promesse della politica. Elena cresce a Barile proprio mentre fiorisce il Rinascimento dell’enologia del Vulture.Ne respira ogni sfumatura e potenzialità ed in qualche modo ne diventa anche il volto testimonial. L’esempio di come giovani e donne del sud possono farcela da soli se hanno il mappamondo davanti e smettono di attendere contributi o trasferimenti pubblici o posti di lavoro in una pubblica amministrazione già stracarica di personale e dalla produttività quintomondista.
In questi giorni di donne politiche che occupano le aperture dei giornali con uscite estemporanee e non sempre utili allo sviluppo, dalla Boldrini alla Biacofiore, dalla Idem alla Kyenge, la passione per l’impresa ed il lavoro di Elena Fucci mi è tornata in mente come un esempio utile da ricordare. Oggi, prima di scriverne ho bevuto un Titolo 2007, un Aglianico con un gusto fine ed una sensualità controllata. Una esaltazione di un grande Terroir italico con tutti gli attributi giusti per proiettarlo con successo nella globalizzazione.