Skip to main content

Renzi si tenga alla larga da De Benedetti e Giannino

Sono preoccupato e un po’ dispiaciuto. Sì perché in fondo, ma senza farmi troppe illusioni e senza darne per scontato il successo, punto su Matteo Renzi.

Vorrei vederlo, in un futuro preferibilmente non troppo lontano, a Palazzo Chigi a capo di un governo solido, appoggiato da un Partito Democratico rimasto unito e finalmente libero da ideologie ottocentesche. Questo esecutivo guidato dall’attuale sindaco di Firenze, potrebbe tentare quella strada dell’innovazione indispensabile all’Italia per restare nel drappello dei Paesi moderni.

Ripeto: è uno scenario sul quale non punterei una posta molto alta, però che potrebbe realizzarsi.

Ora però incontra ostacoli crescenti. All’interno del Pd molti sono già in azione per rendere difficile il cammino del rottamatore. E questo era prevedibile, andava messo in bilancio. Quello che si sperava di evitare erano gli endorsment esterni, pericolosissimi perché etichettano il personaggio, gli fanno indossare – volente o nolente – la maglia di una squadra che non è la sua.

Sabato scorso Carlo De Benedetti ha detto: “E’ evidente che l’unico leader spendibile è Matteo Renzi”. In questo modo l’ingegnere, fra i primi fan del Pd, cerca di mettere il suo cappello sull’operazione Renzi. E danneggia il sindaco perché fa pensare a suoi legami con un ambiente affaristico d’altri tempi sicuramente da rottamare.

Così come lo danneggiano le lodi sperticate ricevute da Oscar Giannino. Sceso in politica alle ultime elezioni con una lista che non ha raggiunto l’1 per cento, si è fatto conoscere soprattutto per le banalità che dice e le frottole che racconta: si è inventato lauree, concorsi in magistratura, persino partecipazioni allo Zecchino d’oro. Insomma, si è coperto di ridicolo.

C’è chi lo definisce un mitomane; Dagospia, che va per le spicce, lo chiama semplicemente il cazzaro. E’ soltanto uno spocchioso contaballe che speravamo di eserci tolti dai piedi, vista la pietosa figura che ha rimediato. Invece rieccolo lì che tenta di salire sul camper di Renzi.

E’ importante che il sindaco, per tutelare una credibilità indispensabile a chi ambisce a Palazzo Chigi, lo mandi via; che respinga le sue avances rapidamente e senza mezze parole. Altrimenti, con un simile compagno di strada, rischia in futuro di essere preso per un contaballe anche lui.



×

Iscriviti alla newsletter