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Juve, lo Scudetto è già storia. Agnelli e Marotta, ora tocca a voi!

Uno scudetto senza discussioni, perlomeno in campo. Perché se fuori dal terreno di gioco le polemiche non mancano mai (su tutte quella eterna del 29 o 31), dentro non c’è stato nulla da dire. La Juventus ha semplicemente fagocitato questo campionato, tanto da chiudere i discorsi già a inizio marzo. Dopo il pareggio di Napoli i bianconeri non si sono più fermati, raccogliendo ben 8 vittorie in altrettante partite. Più che uno Scudetto una cavalcata trionfale, conclusa nel proprio stadio, per giunta in un giorno (il 5 maggio) che evoca sempre ricordi piacevoli per la Vecchia Signora. Per commentarla bastano i numeri, che forse non riusciranno a rendere le sfumature del trionfo, ma a raccontarne le dimensioni sì. Con 67 gol fatti la Juve ha il miglior attacco (la Roma, a quota 69, ne ha in realtà “segnati” 3 a tavolino), con 20 subiti la miglior difesa. Gli 83 punti poi, con ancora 9 ipotetici a disposizione, potrebbero diventare 92, 1 in più di quelli raccolti da Capello nel 2005/06. Quella era una Juve straordinaria, rappresentata da ben 8 giocatori nella finale mondiale di Berlino tra Italia e Francia, che solo i noti fatti di Calciopoli riuscirono a fermare. Ecco perché Conte tiene tanto a superarla, con un gruppo tutt’altro che stellare, ma ricco di orgoglio, carattere e amore per la maglia. Nello stesso tempo però il tecnico è dubbioso sul futuro, perché sa di aver preso tutto dai suoi giocatori, forse anche più di quanto avessero realmente. Il popolo bianconero, spinto anche (se non soprattutto) dall’opinione pubblica, considera ormai quasi scontato il successo in Italia e chiede a gran voce la Champions League. Trofeo che neanche l’armata di Capello riuscì a conquistare e che sembra inavvicinabile dalla Juve di oggi. Capiamo i dubbi di Conte: se neanche Buffon, Zambrotta, Thuram, Cannavaro, Chiellini, Camoranesi, Emerson, Vieira, Nedved, Ibrahimovic e Trezeguet (più un certo Del Piero in panchina) arrivarono in cima all’Europa, come può farcela il suo gruppo? Di qui la decisione di alzare la voce in conferenza stampa, col rischio di rendersi antipatico perfino al suo stesso popolo. Che invece è tutto con lui e chiede compatto un grande mercato, per rinforzare ulteriormente questa Juventus. Lo Scudetto è già in bacheca, ora è tempo di pensare al futuro.

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