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Perché la Cina sta acquistando più petrolio dall’Iran e dal Venezuela

Da qualche mese gli Stati Uniti hanno chiuso il rubinetto del petrolio del Venezuela. Vogliono fare pressione e il tallone di Achille del regime di Nicolás Maduro è proprio sui guadagni della produzione petrolifera, la principale e quasi esclusiva fonte di reddito dello Stato venezuelano. Fino ad oggi, gli americani hanno bloccato circa 7 miliardi di dollari di attivi della statale petrolifera del Venezuela Pdvsa e per la fine del 2019 si calcola che le perdite supereranno gli 11 miliardi di dollari.

Ma la dittatura socialista conta su più mercati per collocare il greggio. Nel primo trimestre del 2019, il rifornimento di petrolio venezuelano sul mercato cinese è aumentato in circa 193%, secondo il sito TankerTrackers. L’analista Alexei Maslov, intervistato dal sito Sputnik, ha svelato che da gennaio Pechino è diventato il principale creditore del Venezuela.

L’agenzia Ecoanalitica sostiene che da gennaio del 2019 il debito del Venezuela nei confronti della Cina è di circa 21 miliardi di dollari. La Cina sta cercando in tutti i modi di proteggere gli investimenti fatti in questi anni nel Paese sudamericano. E un modo per aiutare l’alleato Maduro è acquistando il petrolio rimasto fermo nelle raffinerie dopo le sanzioni americane.

Per Maslov, l’alleanza tra Iran e Venezuela in ambito energetico risponde direttamente alle tensioni tra Cina e Stati Uniti. “La Cina importa principalmente petrolio e gas dalla Russia, dai Paesi del Golfo e dagli Stati Uniti – ha aggiunto -. Ma gli Usa possono bloccare la somministrazione delle risorse alla Cina, e influire negativamente nei Paesi del Medio Oriente. Per questo la Cina sta cercando alternative per l’acquisto materia prima per l’energia”.

L’invio di rifornimento petrolifero dall’Iran alla Cina è salito di circa 78%. Dietro a questo sostegno c’è non solo la disponibilità verso i soci nel contesto delle sanzioni americane.

La Cina è molto preoccupata per i suoi interessi in Iran, secondo l’analista del Centro russo Alpari, Natalia Milchakova. A Russia Today ha spiegato che “l’Iran non ha un debito così grande come quello del Venezuela, ma resta uno dei principali fornitori di petrolio di Pechino. Perdipiù, le compagnie cinesi hanno interesse a lavorare in campi petroliferi iraniani, mentre Pechino investe in alcuni progetti di infrastruttura della Repubblica Islamica”.


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