Super capitale e crollo degli utili. Le due linee su cui ha viaggiato nell’ultimo periodo Mediobanca sono queste. Se infatti il gruppo si piazza tra i big europei in quanto a capitale, un entusiasmo simile sembra inappropriato se si guarda agli utili. A pesare sul risultato degli ultimi 9 mesi di Piazzetta Cuccia, il cui anno fiscale va da luglio al 30 giugno successivo, sono state però le svalutazioni decise dall’ad di Generali, Mario Greco, che hanno comportato per Mediobanca un apporto negativo di 139 milioni.
I dati
Mediobanca ha segnato nei 9 mesi chiusi lo scorso 31 marzo un utile di 37 milioni dai 105 milioni dello scorso anno. I ricavi della banca nei nove mesi si sono ridotti del 23,7% a 1.173,5 milioni. Nel trimestre si sono attestati a 262,5 milioni (564,1 milioni un anno prima). Nei nove mesi l’utile lordo si è ridotto del 32,1% a 174,3 milioni, mentre nel trimestre il risultato lordo è stato negativo per 34, milioni (positivo per 120 milioni un anno prima). A livello divisionale, oltre al Principal Investing, è cresciuta con forza la divisione Corporate investing banking che ha segnato un utile di 176 milioni (88,5 milioni lo scorso anno), grazie alle minori rettifiche nette sulle attività finanziarie. Il Retail & Private banking ha segnato un utile di 71,5 milioni (120,4 nei nove mesi dell’esercizio precedente).
Il rafforzamento patrimoniale
Ma lo sforzo più grande Piazzetta Cuccia sembra averlo fatto sul capitale. Mediobanca ha rafforzato la struttura patrimoniale portando a fine marzo l’indice di riferimento core tier 1 al 12%, dall’11,8% di fine dicembre e dall’11,% di un anno fa. Gli indici di copertura del credito sono cresciuti al 70% per le sofferenze (59% a marzo 2012), al 47% per le attività deteriorate (37% a marzo 2012).
I titoli di Repubblica, Corriere e Sole 24 Ore
Ma ecco come i quotidiani italiani hanno presentato oggi i risultati del gruppo. Come sottolinea Stefano Cingolani su Linkiesta, “la Repubblica esce in pagina economica con un titolo senza sfumature: ‘Mediobanca, l’utile crolla a 37 milioni. Nagel: ridurremo la quota in Generali’. Invece Il Corriere della Sera la gira così: “Mediobanca più solida senza aumenti di capitale”. Nel sottotitolo: ‘Le svalutazioni generali frenano l’utile a 37 milioni’. Dunque i profitti frenano non crollano. Certo, Mediobanca è azionista di riferimento del gruppo editoriale Rcs che pubblica il quotidiano. Un po’ di bromuro non fa mai male. E come la mette Il Sole 24 Ore, principale quotidiano economico (edito da Confindustria)? A pagina 26 con poca evidenza titola: ‘Mediobanca: dopo l’effetto write-off ora da Generali contributo positivo’. Tutto il resto è un po’ confuso all’inclita e persino al colto, spicca l’aggettivo ‘positivo’. Comunque potremmo dire che la sua è una terza verità”, sottolinea.
Il nodo Rcs
“Mediobanca al momento non è esposta nei confronti di Rcs”, ha spiegato l’ad Alberto Nagel. “Oggi – ha detto – non abbiamo alcuna esposizione. Potremmo arrivare fino a un massimo di 25 milioni di euro dopo l’aumento di capitale e il rifinanziamento del debito, ma per ora non c’è nulla”.
Mediobanca presenterà il nuovo piano strategico il prossimo 21 giugno. Nel corso di un ‘investor day’ l’istituto di Piazzetta Cuccia fornirà agli analisti un aggiornamento delle strategie della banca. Il giorno prima, il 20 giugno, il consiglio di amministrazione della banca d’affari si riunirà per approvare il nuovo piano.
Crollo degli utili a confronto con i bonus del 2012
Un consigliere si è augurato che “il peso negativo che le Generali hanno avuto sui nove mesi sia un ‘una tantum’ dell”effetto Greco’”. Certo, il crollo degli utili pesa in una fase economica e finanziaria che non si distingue per la sua vivacità. D’altra parte, pensare che la perdita di 9 mesi d’attività è inferiore ai bonus che i manager hanno ricevuto nel 2012 fa riflettere, come ha osservato Marco Cobianchi su Twitter. Soprattutto, forse, gli azionisti. 119 manager hanno infatti incassato 44 milioni di euro di bonus nel 2012. Una cifra da capogiro, che tra l’altro, Mediobanca ci teneva a precisarlo, era già stata dimezzata rispetto al 2011. Un’austerity a modo loro, a Piazzetta Cuccia.
44 milioni i bonus nel 2011/2012, (-50% rispetto all’anno precedente)
“Verificato pertanto il soddisfacimento di tutte le condizioni per l’erogazione del bonus pool e in applicazione dei criteri previsti, tenuto conto altresì delle indicazioni del Comitato Remunerazioni e del Consiglio di Amministrazione, l’Amministratore Delegato ha determinato l’assegnazione di un bonus pool di € 44 milioni per Mediobanca in calo del 50% rispetto allo scorso esercizio, con un payout di circa il 26% del Profitto Economico (rispetto al 37% dello scorso esercizio)”, si legge a pag. 4 della Relazione sulla Remunerazione del 20 settembre 2012. L’importo “include la quota riconosciuta in forma equity (“performance shares”) corrispondente a circa € 12mln (30% circa del bonus pool) che sarà in parte contabilizzata nei prossimi tre esercizi in base ai principi contabili internazionali. Inoltre la quota per contanti (€ 32mln) è stata liquidata per soli € 20mln circa poiché la restante parte sarà distribuita nei prossimi esercizi”.
Chi sono stati i manager fortunati
“I destinatari del bonus pool sono stati nel complesso 119 (133 lo scorso esercizio): oltre alle risorse apicali di Mediobanca (6 unità), i risk taker con variabile superiore a € 500.000 (ossia 9 unità appartenenti ai desk dell’area Mercati), il personale appartenente alle figure di controllo (14 unità), le ulteriori risorse con un compenso variabile comunque superiore a € 500.000 (3 unità) e altre (87 unità) che per il tipo di attività svolta e seniority nel ruolo hanno un impatto sul profilo di rischio della Banca (di mercato, reputazionale e operativo)”, si legge.