C’è chi vende prodotti agricoli, chi apre vetrine digitali, chi promuove servizi di dogsitter, tutto on line: sono circa 700mila gli e-workers, gli italiani che lavorano via web e che, da Bologna, sede del loro primo meeting nazionale, chiedono alla politica maggiori attenzioni. Giampaolo Colletti, ha fondato per loro il portale Wwworkers.”Per i prossimi mesi – spiega – vorremmo fare questo nodo al fazzoletto e ricordare le 10 azioni che abbiamo presentato alla classe politica perché prenda atto che già esiste oggi in Italia una classe di lavoratori che vivono e lavorano con le nuove tecnologie. Non si può far finta di nulla ma questi 700mila lavoratori vanno tutelati e rappresentati”.
Secondo Wwworkers, i lavoratori digitali italiani creano oltre il 2% del Pil, anche se spesso sono considerati solo dei “misteriosi innovatori”. Adriano Vignudelli però spiega che proprio grazie al Web, per la sua azienda agricola, è riuscito a tagliare alcuni passaggi obbligati riducendo i costi e aumentando i profitti. “L’idea è di mettere a disposizione questa pagina web per chi vuole iniziare una nuova attività. Ad esempio un ragazzo disoccupato si trova un ettaro di terra, lo coltiva si associa a noi e può utilizzare questa pagina web per vendere i suoi prodotti nella sua zona”. Gli e-workers chiedono soprattutto più incentivi per le imprese che avviano un’attività on-line e di rendere disponibile e gratuita la wi-fi negli esercizi pubblici con la banda larga e ultralarga estesa a tutto il territorio nazionale, oltre a ripensare alla posizione del welfare nell’economia digitale.