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L’Europa è debole, meglio puntare su Usa e mercati emergenti. Parola di BlackRock

Nonostante in Europa ci siano dei primi timidi segnali di ripresa, compreso quello che viene dall’Italia uscita dalla recessione, per l’americana BlackRock, la più grande società d’investimento nel mondo, con un patrimonio di oltre 6mila miliardi di dollari, le tensioni commerciali potrebbero colpire il Vecchio Continente e quindi, in questa fase, è meglio orientare il proprio portafoglio sugli stessi Stati Uniti e sui paesi emergenti.

Il colosso dell’asset management che in Italia, ad esempio, sta scendendo in campo per entrare nel capitale di Carige, ha appena presentato una trimestrale da record – con i profitti netti saliti a 1,05 miliardi di dollari, pari a utili per azione di 6,61 dollari e entrate per 3,48 miliardi di dollari – teme la debolezza europea sia politica che delle istituzioni economiche. A dirlo nel suo report Trade troubles near Europe’s shores è Richard Turnill, che per BlackRock è il global chief investment strategist, “I rischi politici, comprese le tensioni commerciali – scrive – ci fanno assumere un atteggiamento prudente nei confronti delle attività di rischio europee. Preferiamo assumere il rischio azionario in altre regioni come gli Stati Uniti e i mercati emergenti”.

Una doccia fredda, quindi, che l’analista giustifica soprattutto paventando un nuovo scontro commerciale dove i radar di Donald Trump in questo caso non sono puntati sulla Cina, con cui invece si potrebbe chiudere presto un accordo, ma proprio verso l’Europa che, anche per l’incertezza che potrebbe derivare dalle elezioni, appare più debole politicamente.

“L’economia europea sembra essere sul punto di riprendersi, il che offrirebbe un potenziale sostegno per le attività di rischio della regione, le cui quotazioni sono in ritardo rispetto a quelle dei mercati americani – spiega ancora Turnill – tuttavia non possiamo trascurare un rischio chiave per il nostro caso base: le guerre commerciali tra gli Stati Uniti e l’Europa potrebbero riprendere vigore. Riteniamo che le ripercussioni economiche dirette siano gestibili ma non possiamo escludere che possano produrre effetti di mercato eccessivi”.

Cosa teme in particolare BlackRock? Che Trump possa innescare una nuova politica di dazi e aumento delle tariffe a difesa dell’economia a stelle e strisce soprattutto su due fronti, uno agricolo, per cercare di ottenere un maggiore accesso dei prodotti americani nel mercato europeo, e l’altro è quello dell’automotive con dazi all’import delle macchine europee che le renderebbero meno concorrenziali rispetto a quelle americane.

“Se le prospettive di crescita peggiorassero, i responsabili delle politiche monetarie ed economiche avrebbero meno munizioni per sostenere l’economia – sottolinea il global chief investment strategist di BlackRock – La Bce ha poco spazio per facilitare ulteriormente la sua politica monetaria mentre i già elevati livelli di indebitamento (con la sola eccezione della Germania) sembrano escludere un ricorso dei governi a sostanziali stimoli fiscali”.

Non è un caso, ad esempio, che sull’altro fronte, quello tra Usa e Cina, sia stato il presidente della Federal Reserve, Joreme Powell ad invitare a risolvere la disputa sui dazi con un accordo che contribuirebbe a rafforzare il sentimento di fiducia delle imprese fornendo una spinta all’economia. “L’incertezza è una preoccupazione se si importano metalli o se si esportano i propri prodotti” ha osservato Powell riferendosi ai timori del mondo delle imprese americane che vorrebbero un quadro normativo chiaro anche per loro.

Insomma, se effettivamente il casus belli con la Cina si chiudesse, il nuovo fronte dell’America First potrebbe essere quello da combattere con l’Europa ancora più debole, perché occorreranno settimane prima di sapere quale sarà la nuova Commissione e come orienterà la politica commerciale dell’Unione.


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