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Una nuova casa per i liberali. L’esperimento di Pop up raccontato da Mungari, Parisi e Vanzina

Tutti corrotti? È la domanda provocatoria che ha posto “Pop up”, un nuovo think tank innovativo e di marca liberale, presentato ieri al Tempio di Adriano. “Pop up è il luogo in cui rialimentare il pensiero politico”, dice a Formiche.net Matteo Mungari, presidente dei Pop up. “Si è persa l’attitudine ad approfondire, studiare e individuare le soluzioni ai problemi. Si tende a risolvere ogni cosa a un livello comunicativo, noi, invece, lavoriamo per un ritorno all’approfondimento e alla divulgazione con i criteri di serietà richiesti da problemi serie”.

COSA È POP UP

È questa la mission di Pop up, nuovo soggetto culturale che si propone come trasversale rispetto agli schieramenti politici tanto che nella platea fanno capolino volti noti della politica e della cultura romana come l’ex ministro Maurizio Sacconi, Luciano Nobili (Pd) e Luca Barbareschi. “La nostra anima sarà sì giuridica ed economica, ma sarà forte l’attenzione ai temi delle libertà politiche a tutela della democrazia liberale”, continua Mungari ai nostri microfoni. “Si rivolge a tutta quell’area liberale e popolare che occupa il centro dello schieramento politico e che oggi è ridotta ai minimi termini. Non so se Pop up possa essere il prodromo di un partito liberale ma so che in quell’area c’è una grande esigenza di rappresentanza che in questo momento non è raccolta da alcun imprenditore politico”.

REALTÀ LIBERALI A ROMA

In quest’ultimo anno sono diverse le realtà di matrice liberale emerse nel tessuto culturale e politico capitolino: “Il proliferare di associazioni di area liberale dimostra l’esistenza di un’istanza da parte di cittadini ed elettori potenziali. Quello che manca è l’offerta politica. Quando verrà giù il tetto di cristallo che ingessa tutta l’area moderata forse inizieremo a ragionare su un’ipotesi di partito”. Forte è l’ispirazione non solo liberale ma anche libertaria tanto che, nel corso dell’hackathon seguita alla conferenza, più volte i relatori sono tornati sulla necessità di semplificazione. “Se devo pensare a tre priorità dico: lavoro, revisione profonda della spesa e poi semplificazione nelle leggi che regolano l’economia. Cosa che non fa il Codice degli Appalti che complica terribilmente: 230 articoli uno più complicato dell’altro, al quale si aggiunge l’Anac che determina una specie di sovrintendenza a tutto, è difficile lavorare, il pubblico decisore non firma più nulla e ha ragione”, conclude Munari. “Con questo Esecutivo è impossibile discutere, qualsiasi cosa sia stata fatta è basa su un principio di incompetenza, le questioni serie non si affrontano così. Pensi alla cosiddetta ‘spazzacorrotti’, nome orrendo, o la ‘sbloccacantieri’ che abbiamo visto non aver sbloccato niente ma essere destinata a bloccare ulteriormente”.

UN AGGREGATORE DI IDEE, SECONDO PARISI

A un’ipotesi della creazione di un grande aggregatore centrista e liberale pensa Stefano Parisi, anch’egli nel direttivo di Pop up. “Energia per l’Italia è un partito politico che spero possa diventare un aggregatore per le forze liberali, popolari e riformiste. Pop up è un think tank dove, fuori dalle regole politiche in senso stretto, si ricominci a studiare”, dice a Formiche.net Stefano Parisi. “In Italia i politici non studiano e noi con Pop up vogliamo dare vita a un luogo di formazione anche per i futuri politici. Inoltre vuole essere un luogo in cui si ritrovino a parlare persone che provengono da mondi diversi. Da due anni è in atto un grande terremoto nella politica italiana, il centro destra non c’è più come non c’è il centro sinistra. Esistono solo la destra e la sinistra e questo liquido partito del M5S. Noi dobbiamo ricostruire le categorie della politica ed essere aperti a tutti coloro che vogliono scrivere una nuova cultura politica e che non stanno con il governo Lega-M5S”.

COME FORZA ITALIA? NO, PI DETERMINATI

Nelle intenzioni e nei principi ispiratori Pop up ricorda molto da vicino Forza Italia degli anni ’90. “La verità è che noi siamo molto più determinati, abbiamo molti meno soldi e la fama ci fa essere determinati nel tempo. Sicuramente quelle idee 25 anni fa erano giuste ma è passato un quarto di secolo. Occorre ripensare il rapporto tra capitale e lavoro, a come le imprese possono generare benessere”, sottolinea Parisi. “Pop up parla con i professionisti, con chi lavora per tutte quelle politiche pubbliche che chiedono di essere riformate, dal lavoro, alla sanità, dalla sicurezza e alla giustizia. Non accademici che dall’alto calano idee o tabelle ma è il mondo del lavoro che ricostruisce il proprio futuro”. Un altro punto di contatto con i primordi di Forza Italia è nell’attacco ai giustizialismi, a partire dall’esperienza di “tangentopoli”. “È giustizialista sia la Lega che il M5S, sgombriamo il campo dai dubbi. La spinta populista è anche una spinta giustizialista. Si è creato un pensiero per il quale tutti sono potenzialmente corrotti. Occorre ripartire dallo Stato di diritto, un indagato non deve dimostrare la propria innocenza. Raccogliere tante persone, mondi diversi – conclude Parisi – il rispetto della libertà politica è messo a rischio da queste leggi che limitano l’agibilità politica. Occorre ripensare il nostro “sistema giustizia” e capire come risolvere la grave crisi finanziaria nella quale ci apprestiamo ad entrare, per via delle dichiarazioni spregiudicate di questi signori in campagna elettorale, dopo le elezioni i mercati ce la faranno pagare”.

ENRICO VANZINA: “POP UP È UNA CASA PER I LIBERALI ORFANI DI UN PARTITO, COME ME”

A prendere parte alla nuova avventura anche un volto notissimo del cinema e della cultura pop italiana: Enrico Vanzina. “Da tanti anni ho una rubrica su Il Messaggero che si intitola ‘Che ci faccio io qui’, ecco stasera io questa domanda me la pongo nuovamente: cosa ci faccio io qui in un think tank con politico?”, si chiede Vanzina parlando con Formiche.net. “Ho riflettuto tanto e, nel corso di questi anni, ho visto un decadimento totale e uno spaesamento per quanti, come me, si sentono vicini al pensiero liberale. Sono orfani, senza casa e, per contro, tutti quelli che non erano liberali ora si proclamano tali senza esserlo. Ci hanno scippato il nome ma non le idee e la fede. Pop up va a riempire un vuoto politico presente nel nostro Paese disegnando un’alternativa centrista, democratica, liberale, europeista, atlantica: i valori con i quali sono cresciuto e per i quali bisogna tornare a lottare”. All’interno del think tank Enrico Vanzina dovrebbe occuparsi di cultura, con il suo caratteristico sguardo disincantanto e irriverente. “Io mi considero una persona di cultura in senso ampio, che comprende cinema, scrittura, giornalismo, ma fondamentalmente ‘Pop’. Quindi quando mi hanno parlato di ‘Pop up’, che vuole rimandare a finestre aperte sulla realtà, mi sono convinto a sporcarmi le mani mettendoci la faccia – continua Vanzina –. Penso di poter portare la mia esperienza di frequentatore abituale della cultura pop, che è lontanissima da una certa maniera elitaria di considerare le masse, e riproporre quello che ho provato a fare nel mio cinema: osservazione in maniera trasversale non senza una venatura critica. Il mio è un cinema che racconta la realtà, non è solo per i super laureati, o per gli idioti, per i ricchi o per i borghesi. È una finestra, sulla realtà, come Pop up”.



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