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Il Texas verde scatena il dibattito negli Stati Uniti

Il Texas sta diventando più verde della California?
La domanda non è oziosa, visti i dati pubblicati dall’agenzia americana Energy information administration (Eia), che certificano una riduzione delle emissioni di CO2 senza paragoni negli States. E perfino superiore, nel periodo 2000-2010, a quella di Germania ed Europa.
Il dibattito si è subito aperto, toccando sensibilità ecologiche e qualche nervo scoperto politico.
Lo Stato della “Lone Star”, orgoglioso della propria autonomia, è da tempo un gigante economico, la cui immagine però non è proprio quella di un modello ecocompatibile di sviluppo. La terra dei ranch, dei pozzi petroliferi e dei Suv è da sempre orgogliosamente diversa, voce di un Sud che oggi è sempre più latino (e cattolico), e che da tempo è il cuore energetico degli States: primo produttore di petrolio, di gas e di elettricità, ospita due dei maggiori reattori nucleari del Paese. Su questo sfondo, da tipica old-economy fossile, i dati dell’Eia attestano uno sforzo di riduzione dell’intensità di carbonio dal che ha fatto parlare qualche commentatore di “miracolo”. E’ il caso di Walter Russell Mead, che su National interest saluta nel Texas uno Stato capace di una politica verde che non sacrifica o distrugge la base industriale.
Per altri, si tratta invece di una conferma di quanto questa sia una realtà arretrata rispetto ad altri Stati, in particolare la California. In pratica, ha ridotto di più, ma partiva dai livelli più alti. Ed è ancora il primo inquinatore dal settore energetico, com 663 milioni di tonnellate di CO2 (contro le 370 milioni in California). Resta il fatto che il trend in Texas è positivo più che in altri Stati. E che nel 2006 ha superato la California nella produzione di energia eolica.
Una bella soddisfazione per il governatore Rick Perry, che dal 2000 guida lo Stato e che nel 2012 ha tentato anche una puntata alle presidenziali.


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