L’esecutivo è in stallo, appeso al risultato delle elezioni europee. Sembra paradossale, sol che si consideri che questa competizione doveva essere, nelle intenzioni delle forze di governo, al momento del loro insediamento un anno fa, un appuntamento cruciale per le sorti del continente. Non certo, come sempre era stato in passato, una verifica degli equilibri nazionali. Poi, nel giro di pochi mesi, nei sondaggi e anche nella realtà delle elezioni locali tenute in varie parti d’Italia, è successo qualcosa di non immaginabile: l’ascesa rapida della Lega di Matteo Salvini, che è divenuta il primo partito italiano, e il parallelo crollo verticale dei Cinque Stelle. Proprio per arginare questa deriva, da qualche settimana Luigi Di Maio ha adottato una strategia aggressiva che, in un vortice incontrollabile, lo ha portato non solo a differenziarsi nettamente da Salvini, ma anche a rovinare progressivamente il rapporto personale che aveva instaurato con lui.
Messe a dura prova, le indubbie capacità di mediazione del premier Giuseppe Conte hanno lasciato spazio a un suo maggior protagonismo che però lo ha alla fine portato quasi in rotta di collisione con quei leghisti che lo accusano di aver perso la sua “terzietà”. Risultato: l’impasse. Con tutti che aspettano il 26 maggio per capire come andare avanti. Ma cosa accadrà dopo questa fatidica data? Proviamo a immaginare qualche scenario.
PRIMO SCENARIO
Il “terremoto” politico non c’è stato: la forbice dei consensi fra i due rissosi alleati di governo non si è allargata a dismisura, come da quasi tutti previsto. All’improvviso, tutto (o quasi) si ricompone, compresa l’amicizia fra i due vicepremier, e il governo ricomincia a legiferare (e a completare le nomine negli enti statali e parastatali). È un’ipotesi meno improbabile di quel che si possa pensare, considerato che i Cinque Stelle, partito fluido quanto altri mai, ci ha già abituato, anche in questi mesi di governo, a capriole repentine e spiazzanti.
SECONDO SCENARIO
La Lega stravince e chiede un rimpasto di governo e nuovi uomini in esecutivo. Anche, forse, un riequilibrio. Potrebbe, al limite, chiedere la testa anche di Conte, accusato di essere di parte anche dal suo sottosegretario Giancarlo Giorgetti. Trovare una persona che riesca così bene come lui nel ruolo, niente altro che facile, di “avvocato del popolo”, non sarà certo facile!
TERZO SCENARIO
La Lega stravince e anche Forza Italia e Fratelli d’Italia ottengono un buon risultato. Salvini ritiene che sia giunto il momento di azzardare nuove elezioni e di puntare a un governo, tendenzialmente maggioritario, di un centrodestra a sua guida.
QUARTO SCENARIO
Lo stallo continua e, in previsione della legge di bilancio o anche sotto impulso di una crisi dei mercati, Mattarella procede a formare un governo “tecnico” o di “garanzia costituzionale”. Ma ci sarebbero in parlamento forze disposte a votarlo? E il distacco fra cittadini e istituzioni non crescerebbe ancora di più